Capitolo 2

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Si ritrovò ad un bivio ed ebbe un momento di esitazione, non ricordando bene se fosse a destra oppure a sinistra che doveva andare.

Seccata, lanciò un piccolo fuoco fatuo che la guidasse a destinazione.

La piccola sfera violacea schizzò verso l'alto, fece una giravolta e virò a destra, andando veloce come se avesse il Diavolo alle calcagna.

La donna lo seguì mantenendo, invece, un passo tranquillo. Non temeva di perderla poiché era legata alla sua magia e sapeva trovarla ovunque fosse.

Scese diverse rampe di scale, sentendo l'odore di muffa che si faceva sempre più forte e nauseabondo. Giunse dinanzi ad una porta che non faticò ad aprire riducendola in cenere. Entrò e sarebbe morta se non fosse stato per la sua magia. Oltre ad avere un legame così forte da poterla trovare sempre, Lenora aveva studiato un modo che permettesse alla sua forza magica di "attivarsi" (per così dire) ogniqualvolta lei si fosse trovata in pericolo.

Come in quel caso.

Aveva appena superato la porta, quando due enormi bocche oscure le si avventarono contro, tentando di inghiottirla. La sua magia esplose in un potente cerchio di fiamme viola, che distrusse anche qualche urna, spargendone le ceneri, e scuotendo appena le due bare.

"Finalmente" pensò avanzando senza timore. Raggiunse quella che sapeva (per via della devastante forza demoniaca che emanava) essere la bara di colui che stava cercando da quando la Torre di Alhazared era crollata ed era stata fagocitata dal deserto stesso. "Finalmente ti ho trovato, mio caro Rhadamantys" disse accarezzando delicatamente il legno. Tutt'intorno vi erano delle rune che Lenora, essendo stata una Cercatrice, riconosceva come quelle che usavano gli Anziani per sigillare una minaccia troppo grande da gestire. "Beh, miei cari Anziani, presto questa minaccia tornerà a darvi la lezione che meritate." Sorrise tra sé e sé e fece per iniziare a recitare l'incantesimo che avrebbe spezzato l'influenza delle rune e risvegliato il demone, quando un portale si aprì alla sua destra attirando la sua attenzione.

Lenora non si mosse di un solo passo, pronta a qualsiasi evenienza. Se fosse uscito un nemico lo avrebbe ucciso senza il minimo scrupolo. Invece rimase sorpresa quando vide sbucare una grossa falce.

L'arma la ignorò completamente ed andò a conficcarsi nel legno della bara. Il metallo demoniaco della lama iniziò a distruggere le rune, una per una, e quando anche la dodicesima venne spezzata, il coperchio saltò via come spinto da una grande forza.

Un corpo color carbone, nudo e muscoloso, si sollevò lentamente come uno zombie. Uscì dalla bara e si avvicinò alla falce, accarezzandola come fosse un animale domestico. -Fedele come te non c'è nessuno, mia adorata- mormorò.

Lenora lo guardò scioccata. Ne aveva conosciuti di demoni strani ma mai qualcuno che parlasse con un'arma. Fece per presentarsi, quando lui l'anticipò.

-Non occorre che tu mi dica chi sei, strega. La tua fama ti precede...e di molto. So perché sei qui ed io ti aiuterò ad avere la tua vendetta se tu mi aiuterai con la mia.-

Lenora sorrise. Da quando si era messa alla ricerca di Rhadamantys, aveva sperato di sentirgli dire quelle parole. -Cosa vuoi che faccia, mio signore?- gli chiese, volendo conoscere il suo compito.

-In un futuro lontano, una giovane Cercatrice molto potente, metterà fine alla mia vita- iniziò a raccontare il demone -La mia falce, incantata per tornare sempre all'inizio di tutta la storia, porta con sé i ricordi degli anni vissuti. La ragazza che ho appena menzionato nascerà tra nove mesi, dal ventre di una giovane sirena. È anche figlia di un Cercatore, uno che fa l'avvocato.-

La necromante sgranò gli occhi, capendo esattamente di chi stesse parlando Rhadamantys. -So chi è, mio signore. Se volete, posso occuparmene di persona. Sarà un vero piacere.-

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