Capitolo 15

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Hell's Kitchen, New York, USA
Qualche istante prima...

Il risveglio di Tori non era stato dei migliori. Dopo aver parlato con Frank per tutta la notte, era crollata sul divano, stanca, e si era addormentata. A destarla, era stato un incessante sbattere contro la porta e qualcuno che la scuoteva per una spalla.
-Svegliati, zuccherino, svegliati!-
Tori era scattata e non aveva nemmeno fatto in tempo a chiedergli cosa stesse succedendo che, la porta, era stata sfondata ed un ingente gruppo di non-morti era entrato.
-State indietro!- aveva urlato lo stregone, scagliando un paio di dardi d'energia contro le creature.
Quelli colpiti erano diventati cenere nel giro di un battito di ciglia mentre gli altri lo avevano ignorato ed avevano puntato verso la donna.
-Attenta, zuccherino!- l'aveva avvisata Frank.
Tori era rotolata giù dal divano e si era messa dietro allo stregone, impugnando il machete e preparandosi a combattere.
-Sono troppi!- aveva gridato il nano -Dobbiamo andare via!- Ed aveva sollevato un muro di pietra sui tre fronti, impedendo agli zombie di avvicinarsi a loro. -Dalla scala antincendio, forza!-
Tori aveva afferrato il cappotto ed era uscita dalla finestra.
Frank l'aveva imitata subito dopo, per nulla intenzionato a restare lì. Il suo muro avrebbe retto, certo, ma non per sempre. Prima o poi quei dannati non-morti sarebbero riusciti a passare e lui voleva mettere più distanza possibile da loro.
Insieme alla sirena, erano usciti dal vicolo mentre la gente fuggiva in preda al panico.
-Che diavolo sta succedendo?- aveva chiesto lo stregone mentre, con uno schiocco di dita, faceva comparire degli abiti più appropriati al posto del pigiama.
-Non ne ho la minima idea, Frankie, ma immagino che non sia nulla di buono se gli umani corrono come se stesse arrivando un'onda anomala- era stata la risposta della sirena, di nuovo con il cappotto addosso ed il machete nel fodero. -Andiamo a controllare.-
Così si erano lanciati in corsa nella direzione opposta, facendosi largo tra i civili. Pochi metri e si erano ritrovati davanti a tanti di quegli zombie che sarebbe stato decisamente impossibile contarli tutti. La sola cosa certa, oltre al fatto che fossero tanti, era che occupavano tutta la strada, da una parte all'altra.
La gente ormai era fuggita e, su quella via, c'erano solo loro.
Tori aveva deglutito, la mano che correva all'arma che le pendeva dal fianco. Affrontarli da sola non era la cosa migliore da fare, ma non poteva contare su nessun altro. O meglio...poteva contare su Frank, perché era certa che non le avrebbe voltato le spalle, ma la sua magia aveva pur sempre un limite. E se veniva superato, spesso la strega (in quel caso, lo stregone) si giocava anche la propria vita.
-Guarda, guarda...la mia cara amica Tori, scortata da un misero stregone- aveva esordito Lenora, comparendo all'improvviso. Era seduta sul tettuccio di una macchina, le gambe accavallate sotto il suo nuovo abito. Era rosso e non viola come il precedente, bordato di nero e con dei simboli demoniaci tutt'intorno. -Cos'è, il tuo fidanzato ti ha mollata?-
-Vicky- aveva sibilato la sirena, sentendo la rabbia montarle dentro come un cavallo imbizzarrito.
-Lenora- l'aveva corretta, la necromante, stizzita -Non devi chiamarmi con quel nome da misera mortale.-
-Ti chiamo come mi pare e se scendi da quella macchina ti do la lezione che meriti, razza di puttana traditrice!- aveva gridato Tori, puntandole contro il machete.
Quelle parole avevano fatto ridere la donna dai capelli scuri. -Vorresti affrontarmi da sola, con quell'arnese che non è né d'oro e né d'argento?- Aveva riso ancora, tirando indietro la testa. -Non hai alcun potere, stupida sirena...- aveva continuato -...solo la tua voce ammaliatrice che, per inciso, non funziona né su di me né sui miei non-morti. Quindi...- Aveva schioccato le dita una volta soltanto e la prima fila di zombie si era mossa.
Con passo lento, trascinando i piedi, i servi di Lenora, avevano preso ad avanzare lentamente, emettendo lamenti bassi, rochi e strazianti.
-Ti sei già dimenticata di me, demone?- Frank era balzato in avanti, le mani tese verso gli zombie. Dieci dardi d'energia erano partiti dalla punta delle dita, colpendo in pieno in nemici e disintegrandoli. -Sarò anche misero, come dici tu, ma non me ne starò a guardare mentre invadi la mia città con i tuo tirapiedi decomposti.-
Lenora aveva riso di nuovo. -Se proprio vuoi, divertiti pure ad eliminarli, ma qualcosa mi dice che finirà prima la tua magia che la mia orda di soldati.-
-Staremo a vedere, demone- aveva ringhiato il nano.
Gli altri zombie avevano iniziato a muoversi, unendosi a quelli che si erano già messi in marcia.
-Tori, sta dietro di me- le aveva detto Frank, mentre riprendeva a disintegrarli.
-Neanche per sogno- aveva ribattuto la sirena. Poi era scattata all'attacco. In un lampo si era ritrovata a mozzare teste ed arti, evitando ogni tentativo di essere bloccata o morsa. Sapeva che il morso di uno zombie poteva trasmette il morbo e renderla una di loro, quindi doveva assolutamente evitare ogni contatto.
Seduta sulla macchina, la signora dei non-morti si stava godendo lo spettacolo, ammirando l'impegno della sua vecchia amica e del piccolo stregone. Era certa che non avrebbero resistito a lungo e sperava davvero di vederli soccombere. Ma, ancora una volta, la fortuna non si rivelò essere dalla sua parte.

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