Capitolo 5

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Harbin, Regione della Manciuria, Cina

29 Novembre, 2010

I fratelli Mikhaylov giunsero dinanzi alla sala della preghiera nel più totale silenzio.

Grigory aprì la porta ed entrò, sobbalzando nel constatare che nella stanza c'era già qualcun altro.

A prima vista, poteva essere scambiata benissimo per una ragazzina. Ma guardandola con più attenzione, si riusciva quasi a percepire la sua immensa maturità.

Lunghi boccoli rossi circondavano un viso ovale e perfetto, velato da una leggera spruzzata di lentiggini. Gli occhi erano piccoli e di una tonalità grigio-azzurra che mutava costantemente divenendo ora più chiara, ora più scura. L'incarnato bianco come la porcellana era messo in risalto da un lungo abito verde pallido che le fasciava morbidamente il fisico asciutto e minuto.

-"Se conosci te stesso e conosci il tuo avversario, vincerai ogni scontro; se conosci te stesso ma non conosci il tuo avversario, le probabilità di vittoria e sconfitta saranno eque; se non conosci te stesse e nemmeno il tuo avversario, allora perderai ogni scontro"- recitò con voce solenne.

-Le parole del nostro Shifu...- mormorò Grigory, sorpreso. Fu solo per un attimo, poi si riprese e si rivolse alla giovane donna. -Scusate ma...ehm...voi chi siete?- domandò.

-Nessuno che voi dobbiate temere, giovane Gran Maestro- rispose lei con tono pacato -Mi chiamo Eva e sono la regina delle fate.-

Il ragazzo sgranò gli occhi. Un'Altezza Reale nel suo Tempio? Non era la prima volta che incontrava quel tipo di autorità (ricordava ancora molto bene il giorno in cui aveva conosciuto la regina delle sirene). In quell'occasione, però, non era ancora il "padrone di casa". Adesso, invece, sì e doveva accogliere l'ospite come si conveniva. Quindi si inchinò in segno di riverenza e -Benvenuta nella mia umile dimora, Maestà.-

-Modesto come il vostro predecessore- notò la ragazza con un sorriso compiaciuto -Tien Lung ha scelto bene. Il Tempio del Drago Celestiale, comunque, non è un umile dimora ma un luogo di grande prestigio come molti altri. Questo, in particolare, è il mio preferito- aggiunse, poi, come se stesse ricordando qualcosa del suo passato. -Come regalo per la vostra investitura, ho portato del buon sakè. Spero sia di vostro gradimento- disse. Mosse una mano come se stesse scacciando una mosca e, sul piccolo tavolo di legno, comparve un vassoio d'argento con tre bicchieri ed una bottiglia di sakè. -Prego, prendete posto signori. C'è un argomento molto importante di cui parlare.-

Grigory guardò suo fratello e, dalla sua espressione, capì chdonna posò il bicchiere e rise di gusto alle parole del ragazzo. -Vent'anni? Magari, mio caro Gran Maestro. Sono molto più vecchia; ero la prima moglie di Adamo.-

A quelle parole, Grigory rischiò seriamente di strozzarsi con il sakè. Riuscì a poggiare il bicchiere prima di versarselo tutto addosso ed iniziò a tossire ripetutamente.

-Respirare, fratello; non vorrai lasciarci le penne prima del tempo, vero?- parlò Nikolai dandogli qualche pacca leggera sulla schiena.

-Grazie, grazie...sto bene...- gli disse Grigory, più per farlo smettere che per la veridicità di quanto aveva appena dichiarato. Tossì ancora un po', poi gli passò. Si ritrovò con gli occhi lucidi (che si affrettò ad asciugare con il dorso della mano destra) ed il viso paonazzo. -Voi...siete...quella Eva? Quella che prese la mela dall'albero dell'Eden?-

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