Capitolo 12

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"La missione è andata bene; Nina è, di nuovo, tra noi. Nessuno ha riportato ferite gravi; solo qualche graffio superficiale che la dottoressa Vargas ha già disinfettato e chiuso. Tuttavia, ci sono delle cose che non mi convincono. La prima, riguarda il punto in cui ci ha condotto la bussola. Perché proprio davanti alla tomba del figlio di Arkady? Una casualità? Un brutto scherzo del destino? Solo Arkady può rispondere a queste domande, quindi dovrò aspettare che si svegli e, soprattutto, che abbia voglia di parlare. La seconda cosa che non mi convince è la "sicurezza". Mi spiego...perché un Principe dell'Inferno si fa avanti per catturare una ragazza normale (anche se, giunti a questo punto non credo che sia più tanto "normale") e poi mette di guardia dei patetici segugi demoniaci? Voglio dire...ci sono demoni molto più forti, fatti appositamente per la sorveglianza dei prigionieri. La terza cosa che non mi torna, invece, è il modo in cui abbiamo "trovato" Nina. È, praticamente, sbucata dal mausoleo ed è corsa verso di noi, quasi sapesse esattamente dove trovarci. E poi..." Damian smise di pensare e sbuffò -...ah...basta arrovellarsi il cervello!- si lamentò scompigliandosi i capelli e passando da seduto a sdraiato, sul tatami della sala d'addestramento.
-Qualcosa non va, signor King?- domandò, di punto in bianco, una voce maschile -Mi sembra alquanto tormentato, o sbaglio?-
Il ragazzo alzò appena la testa, incontrando la figura del Gran Maestro.
Tien Lung avanzò sul tatami con un passo così leggero che dava l'impressione di levitare. Si sedette, a gambe incrociate, davanti al giovane barista, scrutandolo con i suoi occhi scuri.
Damian lo imitò, trovandosi di fronte a quella figura che sapeva mettere una certa soggezione. Si grattò dietro la nuca e -In verità, Gran Maestro...- iniziò -...più che tormentato, sono confuso. Ci sono delle cose che mi lasciano perplesso e...- Sospirò stancamente -...e forse dovrei soltanto andare a dormire, come hanno fatto i miei confratelli.-
-Sì, forse dovrebbe- asserì l'altro -Ma credo che lei abbia un impellente bisogno di parlare con qualcuno che non sia sé stesso. Vero?-
Damian annuì con un cenno della testa ed il Gran Maestro sorrise.
-Allora, mi dica...cos'è che la tormenta, signor King?- fu, quindi, la domanda del più anziano.
Il Cercatore americano sorvolò sul fatto di essere stato chiamato "signor King" e raccontò le sue perplessità esattamente come le aveva pensate, aggiungendo anche particolari che, in un primo momento, gli erano sfuggiti. -Inoltre, Gran Maestro, il giorno dopo averla salvata dall'attacco di un Arconte, dissi ad Arkady Mikhaylov, che sospettavo della ragazza. Insomma, per quanto ne sapevo, poteva essere una spia dei demoni e l'aggressione poteva essere solo una scusa per infiltrarsi tra di noi.-
-Mmh...la sua ipotesi non è del tutto da escludere; chissà se anche il rapimento da parte di Gadorian è stata solo una messa in scena...tutto è possibile con i demoni.-
-Sì, ma a che scopo?- chiese il barista -Cosa possono volere, i demoni, oltre alla nostra estinzione?-
-Il dominio del mondo, tanto per cominciare- rispose Tien Lung con tono ovvio -Senza l'Ordine dei Cercatori a contrastarli, i demoni avrebbero la strada spianata per regnare sulla terra.-
"In effetti..." pensò Damian, accarezzandosi il mento.
-Tra l'altro, sembra proprio che la vostra protetta non sia poi così tanto normale- continuò il Gran Maestro -Ho letto le analisi della dottoressa Vargas e devo ammettere che, in tutta la mia lunga vita, non mi è mai capitato di incontrare una creatura vivente che desse, come risultato, "inconcludente". Questo mi fa pensare che, in quella ragazza, ci sia più di quanto non dia a vedere. Non appena si rimetterà, faremo altri controlli. Nel frattempo, voi starete quì; l'Anziano Virgo ne è informato.-
-Ah, sì?- chiese il ragazzo -E come l'ha presa? Perché immagino non sia stato felice di sapere che abbiamo disobbedito ad un suo ordine diretto.-
L'uomo cinese sorrise, ricordando che, effettivamente, il signor Whistler aveva letteralmente "sclerato" quando aveva saputo che i suoi uomini avevano lasciato la baita sul Monte Logan. Poi, però, si era calmato e l'aveva ringraziato per l'ospitalità che dava alla squadra. -È contento di sapere che state bene- rispose, con un sorriso di circostanza sul viso.
-Certo...così potrà togliersi la soddisfazione di ucciderci personalmente non appena torneremo a New York- ribatté Damian, facendo ridere il Gran Maestro.
-Ad ogni modo, signor King, credo che, per il momento, possiamo dormire sonni tranquilli e goderci questa piccola vittoria. E, soprattutto, stia vicino al signor Mikhaylov; ha bisogno di lei adesso più che mai.-
Il Cercatore dagli occhi di smeraldo batté le palpebre di fronte a quell'ultima frase ma non disse nulla; si inchinò in segno di saluto verso il Gran Maestro ed il tatami e lasciò la sala d'addestramento.

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