Capitolo 19

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-Uccidilo!- gridò Brathimos, dal suo scranno.

Arkady era al centro dell'arena, il volto sempre più tumefatto, graffiato e sporco di sangue e polvere. A stento riusciva a tenere l'occhio destro aperto mentre quello sinistro era chiuso e, probabilmente, compromesso per sempre. Il suo corpo non era messo meglio e le gambe erano ad un passo dal cedergli.

Quello che teneva stretto tra le sue braccia, in una morsa mirata a soffocare l'avversario, era l'ultimo demone della giornata. Lui e Cassius avevano combattuto, alterandosi, per quelle che erano state ore interminabili. Da quando era stato fatto prigioniero, aveva tentato di mantenere il conto dei giorni ma, in seguito, si era ritrovato disorientato a causa della mancanza del sole e dei colpi subiti in battaglia. Senza contare che il mangiare non era proprio un granché...anzi, faceva davvero schifo.

-Uccidilo!- gridò ancora il principe dalla pelle viola. -Uccidi quel misero mostro o sarai tu a morire!-

Arkady era ad un passo dall'avere un crollo nervoso. Perché sì, quello che stava soffocando era un demone, ma era anche uno di quelli innocui, senza alcun potere devastante e negati per la battaglia. Era un cucciolo, ecco...e, per il Cercatore, era come uccidere un bambino innocente. Lo sentiva agitarsi nella sua stretta, scalciare con quelle zampette gracili ed emettere un verso simile ad un pianto.

Per questo non voleva farlo. Non dopo aver visto morire suo figlio. Quindi fece per lasciare la presa e ci sarebbe anche riuscito se Brathimos non fosse comparso alle sue spalle.

Il demone dagli occhi rossi come lava incandescente, gli afferrò le braccia e lo guidò come fosse un burattino, portandolo a spezzare l'osso del collo di quella creatura che aveva avuto la sfortuna di essere lì.

Solo quando si udì il "crack" del collo che si spezzava, Brathimos lasciò il Cercatore.

A sua volta, il russo lasciò l'ormai cadavere di quel demonietto innocuo, guardandolo mentre diveniva polvere. Si accasciò sulle ginocchia, esausto e con le lacrime che premevano all'angolo dell'unico occhio ancora buono.

-Sei un debole, Cercatore- sentenziò il principe -E pensare che la mia gente vi teme. Alcuni demoni tremano al solo sentir nominare voi guerrieri celesti. Eppure...se ti vedessero adesso, quegli stessi demoni ti riderebbero in faccia prima di ucciderti nel peggiore dei modi.- Poi schioccò le dita e due demoni guardiani avanzarono verso di loro.

Erano grossi, corazzati e simili a degli scimmioni, dotati di forza sovrumana. Presero il Cercatore come se fosse senza peso e lo trascinarono via, verso la cella in cui giaceva il signor King.

A quel punto, Brathimos guardò verso gli scranni, dove sedevano suo fratello Gadorian e la bella Lenora. -Miei cari compagni...- esordì allargando le braccia con fare teatrale -...il momento è finalmente giunto. L'ultimo demone è stato ucciso ed abbiamo raccolto tutta la forza dai due Cercatori. Ora...- disse, indicando poi Lenora -...è il tuo turno, mia bellissima necromante: puoi dare il via al rito "De Profundis".-

Lenora si alzò dallo scranno e fece un piccolo inchino verso il principe dalla pelle viola. -Con sommo piacere, mio Signore.- Quindi si dileguò nel nulla mentre Gadorian abbandonava il suo grosso seggio per materializzarsi vicino al fratello. -Ed io cosa faccio, nel frattempo?-

-Tieni pronto, fratellino- rispose Brathimos, battendogli una pacca su una spalla -Sento che, presto...molto presto...avremo delle visite.-

-Altri Cercatori?- chiese il minotauro, già impaziente di spaccare il cranio di qualche nemico.

-Oh, sì fratellino- confermò l'altro -Ci saranno altri Cercatori e potrai divertirti a giocare con loro.-

Gadorian si leccò le labbra, poi scomparve dall'arena per andare a preparare le sue armi.

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