Capitolo 10

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Anchorage, Alaska

28 Ottobre, 2010

Erano giunti in aeroporto grazie al nuovo Range Rover di Arkady.

Cassius gli aveva chiesto le chiavi, sforzandosi anche di essere molto gentile ma, inizialmente il ragazzo si era rifiutato dicendo che avrebbero potuto averne bisogno loro.
-Beh...allora prenderemo quello con il quale siamo arrivati la prima sera...- aveva risposto il signor King. Poi aveva alzato gli occhi al cielo, come se si fosse appena ricordato di un particolare importante e -...oh, un momento...non possiamo perché è andato distrutto dai demoni- aveva concluso con un pizzico di cinismo nel tono di voce.
Così, Arkady, aveva dovuto cedere e consegnare le chiavi al signor Cassius, il quale si era messo alla guida con un sorrisetto soddisfatto a sollevargli le labbra. Il viaggio era stato abbastanza tranquillo ed erano giunti all'aeroporto di Anchorage senza il minimo problema.
Suddetti problemi si erano presentati nel momento in cui stavano per salire sul loro aereo.
Improvvisamente, le luci si erano abbassate di colpo, facendo spaventare tutte le persone presenti.
-Guai in arrivo- aveva sussurrato Cassius, stringendo a sé Nina -Tenetevi pronti a combattere- aveva aggiunto, trasmutando un coltellino svizzero in una spada argentea.
-Lo siamo già, Cass- rispose, Angela, con tono agguerrito, trasmutando la sua collana in una lunga frusta d'argento. Affiancò il suo amante dalla stessa parte dalla quale stringeva Nina mentre Primus e Jacqueline gli coprivano le spalle.
-Signor King...- sussurrò la ragazza con voce tremante -...non sono gli stessi che hanno attaccato vostro nipote, vero?-
-Spero, vivamente, di no, mia cara o sarà davvero difficile uscirne vivi- rispose, Cassius, senza mezzi termini. Ormai era inutile girarci intorno e mentire con frasi del tipo "tranquilla, andrà tutto bene".
La ragazza non aveva ancora recuperato del tutto la sua memoria, ma non era una stupida. Sapeva ed aveva visto con i suoi stessi occhi, quanto potessero essere pericolosi i demoni. Prima Grigory, poi Damian...insomma, bastava davvero poco per ritrovarsi gravemente feriti e con il rischio di non farcela. In quel momento, la sua preoccupazione, si era riversata tutta per l'uomo che la teneva stretta a sé come fosse la cosa più preziosa del mondo.
Un verso simile al muggito di un toro ed il ruggito di un leone si era propagato per tutto l'aeroporto, costringendo i Cercatori a tapparsi le orecchie come meglio potevano. E quando quel suono terrificante era cessato, un altro aveva preso il suo posto. Un rumore più "normale" ma, comunque, poco rassicurante.
-Sono...zoccoli?- aveva domandato, Nina, senza riuscire a nascondere la propria incredulità.
-Sì...- aveva confermato, Primus, la spada d'oro che brillava nella sua mano destra -...e questo vuol dire solo una cosa...-
-...che non si tratta di un semplice demone- aveva proseguito Cassius, il cuore che non poteva fare a meno di battere all'impazzata.
-Allora cos'è?- era stata la logica domanda di Jacqueline, la quale si era armata con una coppia di pugnali dalla lama ricurva e argentea.
-Il mio nome è Gadorian, principe degli Inferi- aveva risposto una voce tetra e cavernosa, facendo drizzare loro i peli dietro la nuca.
Tutti e cinque si guardarono attorno per cercare di capire da dove venisse. Non era affatto facile considerando che, esattamente come i suoi passi, sembrava provenire da ogni dove.
-Consegnate la ragazza- aveva continuato Gadorian, mentre continuava ad avanzare verso il gruppetto -Sul mio onore, giuro che non vi verrà fatto alcun male.-
Cassius rise apertamente, come se il demone avesse appena raccontato la barzelletta più divertente del mondo. -Spiacente principe degli Inferi ma, per noi, il tuo onore non ha valore, così come il tuo giuramento. La ragazza resta con noi e, se proprio la vuoi, dovrai affrontarci faccia a faccia!-
Per qualche istante, il silenzio aveva regnato sovrano in tutto l'aeroporto, un po' come se il tempo si fosse fermato, congelato in quei pochi minuti di vuoto.
Invece il tempo aveva continuato a scorrere ed il principe a farsi sempre più vicino, fino a mostrarsi agli occhi del piccolo gruppo.
Aveva l'aspetto di un minotauro, con qualche "piccola" differenza. Era così alto che aveva dovuto chinare appena la testa per entrare; la pelle era nera come l'ossidiana; corna, zoccoli erano di un bianco pallido che poteva benissimo essere scambiato per avorio. Invece si trattava di un particolare metallo infernale, letale per i Cercatori. Era muscoloso e possente (privo di qualsiasi armatura), lo sguardo taurino che puntava minaccioso i nemici della sua stirpe.
-Sicuro di volermi affrontare, Cercatore?- aveva domandato, mentre due enormi asce (fatte dello stesso materiale delle sue corna) comparivano in entrambe le mani.
Cassius non si era mai trovato di fronte ad un principe degli inferi e, forse (ma solo forse) aveva sottovalutato il suo potere. Riusciva a percepire (così come gli altri) la potenza emanata dalla sua aura demoniaca ed era un qualcosa di spaventoso. Aveva deglutito e si era fatto coraggio; non poteva sfigurare davanti a Nina. -E cosa dovrebbe fermarmi?- gli aveva chiesto senza far tremare la voce -Il fatto che sei una vacca troppo cresciuta? Avrebbe potuto anche funzionare se fossi nato indiano. Ma, ahimè, sono irlandese al cento per cento, e la cosa più sacra per quelli come me è la birra. Quindi...- aveva continuato, rinforzando la presa sulla spada -...preparati ad essere fatto a fettine.- E senza pensarci due volte, si era scagliato contro il principe minotauro.
-Cassius, no!- aveva urlato Angela, reputando sciocca la mossa del suo amato. Ma lui, ormai, era andato e loro dovevano aiutarlo. -Jacqueline, proteggi Nina; Primus, con me!- aveva istruito, poi. Ed era andata a dare man forte al signor King.
Cassius era nettamente più piccolo del suo avversario, ma questo non doveva essere per forza uno svantaggio. Anzi...sapeva esattamente come sfruttare la sua "bassezza". Aveva aumentato la velocità della sua corsa e mirato nello spazio aperto tra le grosse gambe taurine. Quando si era ritrovato a pochi centimetri di distanza, aveva effettuato una scivolata passandogli sotto e muovendo la spada per ferirlo.
Gadorian aveva muggito di dolore, ma era tutto ciò che aveva avuto il tempo di fare, poiché la frusta di Angela si era abbattuta sul suo pelo scuro, facendolo sfrigolare e lasciando una lunga linea bianca.
Il terzo attacco, quello della spada di Primus, aveva lacerato il polso sinistro del principe infernale, facendogli digrignare i denti per il dolore.
-Ne hai abbastanza, stupida vacca?- aveva chiesto, Cassius, caricato dall'adrenalina, schernendolo.
In tutta risposta, Gadorian aveva smesso di lamentarsi ed aveva iniziato a ridere. Dapprima, era un suono basso e gutturale, quasi provenisse dal fondo di una caverna. Subito dopo, la risata si era fatta più alta e potente.
-Sta...- aveva iniziato il giovane Hemingway, guardando il nemico come fosse un folle.
-...ridendo?- aveva concluso il signor King, incredulo.
-A quanto pare, vi ho sottovalutato, Cercatori- aveva parlato il demone, smettendo di ridere. Si era voltato verso i tre piccoli avversari e li aveva guardati con quegli occhi neri come una notte senza stelle e le pupille rosse come la lava di un vulcano -Siete svelti e forti...molto forti.-
-Ho la netta impressione che stia per arrivare un "ma"...- l'aveva interrotto Cassius -...e, una volta, qualcuno di molto saggio mi disse che tutto quello che viene detto prima di un "ma", non ha alcun valore oppure è una presa per il culo.-
Il principe aveva riso davanti a quelle parole. -Spiritoso, Cercatore...ma non ho attraversato i velo per ridere con voi miseri mortali. Avete commesso l'errore di colpirmi, seppur senza alcun risultato realmente efficace...- aveva detto mostrando le ferite rimarginate -...ora...- aveva aggiunto facendo roteare le due asce -...ve la farò pagare amaramente.- Quindi aveva colpito in terra, con potenza, formando delle crepe enormi e scatenando un'onda d'urto che aveva mandato a gambe all'aria i tre Cercatori. Poi si era voltato verso Jacqueline e Nina, rivolgendo loro un ghigno malefico. Si era fatto avanti senza paura e pronto a prendere ciò per cui era arrivato nel mondo degli umani. -Togliti di mezzo, Cercatrice. Corri ad aiutare i tuoi amichetti e lasciami prendere la ragazza.-
La donna di colore strinse la presa sui pugnali, fissando il demone negli occhi -Non ho paura di te, feccia. Muori!- gridò. E, con uno slancio, attaccò il mostro decisa a fare il suo dovere fino in fondo.

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