Capitolo 18

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Hell's Kitchen, New York, USA
21 Gennaio, 2039

Denise fissa la lapide di suo padre, gli occhi velati dalle lacrime e le guance arrossate dal freddo. Sposta lo sguardo su quella di sua madre ed ha come l'impressione che il dolore si faccia sempre più forte.
Alle sue spalle, la presenza rassicurante dello zio Damian.
È rimasto solo lui come adulto.
Lo zio Grigory è morto; quel bastardo di Rhadamantys gli ha strappato il cuore dal petto e lo ha spappolato sotto i piedi.
Cassius King...lui ha perso la testa, nel vero senso della parola.
E poi Arkady, Nikolai, Harlan, Afenial e tutti gli altri...
Quel mostro li ha decimati come fossero nullità.
E lei vuole vendetta. Soprattutto per i suoi genitori.
-Perchè?- domanda con un filo di voce.
Damian la sente lo stesso. È uno dei vantaggi dell'essere un angelo.
-Perchè sono andati da soli?-
-Perchè non potevano sopportare di veder morire altri compagni- risponde suo zio -Men che meno voi ragazzi.-
-Ma a morire sono stati loro!- sbotta, girandosi verso l'uomo dagli occhi verdi -Sono loro ad essere chiusi in una bara! Loro, non noi! Se avessero aspettato...-
Le parole si smorzano sulle sue labbra quando le braccia forti di Damian l'avvolgono delicatamente. La stringe a sé, l'angelo guerriero, condividendo in pieno il suo dolore. Non dice nulla, la lascia piangere e sfogarsi. Non le mette fretta; hanno tutto il tempo del mondo (più o meno).
Denise smette di piangere dopo una ventina di minuti. Si asciuga le lacrime e guarda suo zio. -Voglio vendicarli- dice semplicemente, con la stessa naturalezza con la quale avrebbe potuto dire "voglio una limonata fresca".
-Lo voglio anche io, piccola mia- risponde lui -Ma non oggi.-
-Perchè aspettare?- domanda lei, alzando appena la voce -Lui non immagina che potremmo attaccarlo proprio in un giorno come questo. Dobbiamo cogliere l'occasione, zio.-
Quella determinazione...Damian sorride pensando a quanto, sua nipote, gli ricordi il suo miglior amico. Charlie era solito avere dubbi e incertezze ma c'erano state volte in cui era riuscito a tirare fuori quella stessa grinta e determinazione che ora erano ben visibili nella ragazza che aveva di fronte.
-D'accordo- asserisce accarezzandole i capelli -Va a mettere la divisa e chiama gli altri. Daremo una bella lezione a quel mostro.-
Denise sorride ed annuisce con un vigoroso cenno della testa. Si stacca dalle braccia dello zio e si volta per tornare ne rifugio in cui si nascondono. Ed ignora quali siano le vere intenzioni del familiare.
Con un schiocco di dita, Damian la fa cadere in un sonno profondo. L'afferra prima che possa finire a terra e la porta nella sua stanza. La mette a letto e le da un bacio sulla fronte.
-Mi dispiace, piccolina, ma i tuoi genitori non erano gli unici a non volere che voi giovani moriste contro quel dannato demone. Io sono un angelo guerriero ed è mio dovere porre fine alla sua vita.-
Sospira piano. Lo sguardo si sposta sui letti occupati dai suoi figli, Arkady e Lydia, e su quello di suo cugino Xander. Sa di dar loro un gran dispiacere ma non può esimersi dal compiere il suo dovere. Finora si è battuto sempre al meglio delle sue capacità e nonostante l'eterno aspetto di un ventinovenne ed il fisico muscoloso, sente che sta morendo. L'Oscurità ha contaminato il mondo, sovvertendo l'equilibrio naturale e decimando la Luce. Per questo gli angeli sono morti e lui è l'ultimo.
"I tuoi poteri angelici sono sotto l'uno percento" gli avrebbe detto suo figlio "Non andrai da nessuna parte."
Beh...fortuna che non erano lì a fermarlo.
Sorride amaramente. Aveva amato i suoi figli ed i suoi nipoti fin dal primo giorno in cui erano venuti al mondo. Ed è per loro che deve farlo. Per loro e per tutti quelli che hanno già perso la vita.
Raggiunge i letti dei tre ragazzi e lascia una carezza su ogni cuscino, una benedizione che li avrebbe protetti dal male.
Poi svanisce dal rifugio, consapevole che non vi avrebbe fatto mai più ritorno.

***

Hell's Kitchen, New York, USA
2 Dicembre, 2010

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