Hell's Kitchen, New York, USA
28 Novembre, 2010
Dio, quanto era difficile tutta quella situazione, stressante più che altro.
-Senti...- tentò, di nuovo, Nikolai alzandosi in piedi -...a me è venuta fame. Sai dirmi dove posso trovare qualcosa da sgranocchiare?-
Se Grigory fosse stato lì, probabilmente l'avrebbe guardato con un espressione del tipo "ti sembra il momento di pensare al cibo?" e non avrebbe avuto tutti i torti. Nikolai, però, non era veramente affamato. Ma avrebbe fatto di tutto pur di attirare l'attenzione della sirena ed evitarle così di logorarsi con pensieri poco allegri.
Tori, comunque, non sembrò degnarlo di attenzioni e visto il suo secondo fallimento, Nikolai iniziò a pensare di doverla lasciare in pace e starsene un po' in silenzio. Così, prese il suo lungo cappotto e, infilato, lasciò l'appartamento. Non andò molto lontano, solo sulla terrazza della palazzina. Il cielo non era affatto stellato, quella notte; probabilmente sarebbe piovuto da un momento all'altro. Poco male.
-Se stai pensando al suicidio, te lo sconsiglio- esordì una voce alle sue spalle.
Il russo sorrise, sapendo esattamente chi era stato a parlare. Si voltò e i suoi occhi azzurri incontrarono la figura di Harlan Stokes. Bello ed elegante come un principe, il vampiro vestiva completamente di nero e si sarebbe potuto mimetizzare perfettamente con la notte se non fosse stato per la sua carnagione pallida.
-Il giorno in cui deciderò di suicidarmi, spero ci sia qualcuno a salvarmi e a ricordarmi che la vita è un bene prezioso- rispose il Cercatore.
Un veloce spostamento d'aria ed Harlan era di fronte a lui, le mani gelide sul viso di quella meravigliosa creatura. -Verrò sempre a salvarti, piccolo uomo- sussurrò guardandolo negli occhi. Poi lasciò che le loro labbra si sfiorassero, dando vita ad un bacio leggero che sapeva di tenerezza.
Nikolai rispose al bacio, mentre nella sua testa riviveva il giorno del loro primo incontro.
***
Firenze, Toscana, Italia
29 Agosto, 2004
È una notte calda e Nikolai si sente soffocare nella divisa da combattimento. Lui e Ivan sono andati a parlamentare con il capo del clan di vampiri, affinché decidano di mettere fine al "ricatto" nei confronti della loro famiglia.
Sono davanti al Palazzo degli Uffizi, un posto molto frequentato dai visitatori di tutto il mondo, e l'altra parte è in forte ritardo.
O almeno è ciò che credono.
Dalla cima del palazzo, una figura li osserva, studiandoli come farebbe un cacciatore con la sua preda.
-Vampiri...- sputa Ivan, nervoso -...mai una volta che si degnino di essere puntuali.-
-Pazienta, fratello- risponde Nik, cercando di restare calmo -Anche a me non piacciono i ritardatari e non vedo l'ora di togliermi di dosso la divisa. Ma dobbiamo aspettare che Radu Jorga si presenti all'appuntamento o nostro padre si arrabbierà moltissimo.-
Ivan sbuffa come se la cosa lo scocciasse pesantemente ma sa anche che, Nikolai, non ha tutti i torti. Che gli piaccia o meno, devono aspettare.
L'attesa termina quando la figura che li spiava decide di farsi avanti, balzando giù dal tetto del Palazzo degli Uffizi. Atterra silenziosamente a pochi passi da loro ed avanza con portamento fiero.
-'Sera, signori- saluta alzando una mano e sorridendo.
Ivan, da sempre bellicoso per natura, estrae un pugnale dalla lama d'argento. Hanno deciso di armarsi direttamente, piuttosto che fare trasmutazioni e rischiare di attirare demoni. -Chi sei?- domanda, puntandolo verso il nuovo arrivato.
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