Capitolo 20

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Attraversare il deserto sarebbe stato anche semplice, se non fosse stato per quella luna viola e bollente come il sole nel Sahara.

Le sirene mal sopportavano quel calore, soprattutto vista la scarsità di fonti d'acqua.

Per tale motivo, Josh Whistler aveva chiesto alla regina di ritirarsi e tornare nel loro mondo.

-Le tue ragazze stanno soffrendo troppo- aveva aggiunto.

-Non preoccuparti per loro, caro Josh- aveva risposto lei -Le mie ragazze sapevano a cosa andavano in contro, arrivando ad Alhazared. Ciò nonostante, non si sono tirate indietro. Abbiamo promesso il nostro aiuto e manterremo la parola data.-

Quelle parole erano state pronunciate con un tono che non ammetteva repliche e, infatti, l'Anziano Virgo lasciò cadere il discorso.

"Se solo avessi saputo prima, dove fossero i nostri amici, non avrei mai chiesto aiuto a Galiena. Sto rischiando la vita di tutte queste sirene innocenti, per una cosa che non le riguarda nemmeno. Che io sia maledetto, se anche solo una di loro dovesse morire" si rimproverò l'uomo.

Mischiati al piccolo contingente di sirene, gli altri tre Cercatori si sentivano esattamente come il signor Whistler; terribilmente in colpa per il fatto che stessero rischiando la vita di quelle ragazze.

Charlie sosteneva la sua amata, dandole da mangiare le sue barrette energetiche e imprecando mentalmente per non avere dell'acqua con sé. Nessuno di loro l'aveva portata perché, in teoria, sarebbero dovuti uscire a pochi passi dalla Torre di cristallo nero e non a duecento chilometri di distanza. Inoltre cercava di alleviarle la sofferenza dovuta al caldo, usando la "parola dell'esilio". Sì, perché sebbene il nome di tale capacità indicasse l'uso di termini che esiliavano (per l'appunto) i demoni dal mondo degli umani, in verità aveva più funzioni, una delle quali era quello di lenire qualsiasi sofferenza, a prescindere da quale fosse la causa.

-Basta, tesoro- mormorò Tori -Stai sprecando tutto il tuo potere.-

Ma lui non lo fece. Non si fermò, anzi...aumentò la "dose" così da poterla far stare veramente bene. -Non è sprecato fintanto che lo uso per te, mia dolce...- Le parole gli si smorzarono in gola, le gambe gli cedettero e si ritrovò a cadere in ginocchio.

-Charlie!- esclamò, allarmata, la sirena cercando di sostenerlo.

Grigory, che era il più vicino, si staccò dalla principessa Prisca e -Charlie!- gridò scattando subito al suo fianco e facendolo stendere a terra. -Ehi cosa combini? Mi abbandoni ad un passo dalla vittoria?- gli domandò cercando di essere ironico.

L'avvocato abbozzò un piccolo sorriso. -Ad un passo dalla...vittoria? Mi sembra di essere lontano chilometri da qualsiasi cosa e credo che...-

-Ehi- lo chiamò, di nuovo, il russo mentre venivano raggiunti da Damian -Non ti azzardare a perdere i sensi, eh? Se lo fai, giuro che ti prendo a...a...-

-Mi daresti un bacio?- sussurrò Charlie, di modo che solo Grigory potesse sentirlo.

In verità, lo sentì anche Dam, il quale però non disse nulla. Si limitò a frugargli nelle tasche, il giovane barista, in cerca di quelle barrette energetiche che il suo amico si era portato dietro.

Il Cercatore dai riccioli d'oro, invece, arrossì vistosamente e ringraziò di non poter essere visto da tutti. L'idea di schioccare un bacio su quelle magnifiche labbra lo accompagnava da quando erano atterrati nella regione di Harbin. E Dio solo sapeva quanto lo desiderasse, quanto il suo cuore stesse battendo forte in quel momento, quanto stessero tremando le sue mani per l'eccitazione. Ma, nonostante tutto, non lo fece. Troppi occhi erano puntati su di loro, soprattutto quelli di Tori e non se la sentiva di darle questo dolore. Stava già soffrendo troppo, a causa di quel caldo infernale...meglio non aggravare la situazione. Si schiarì la voce e portò le labbra il più vicino possibile all'orecchio del confratello avvocato. -Darti un bacio? Se servisse a farti stare meglio, ti riempirei di baci.-

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