Capitolo 20

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Poco prima che la terra tremasse, Charlie e Grigory si stavano preparando per andare ad Alhazared. Sempre che Harlan fosse riuscito nel suo intento di persuadere la regina Eva.
Charlie non la conosceva ma qualcosa gli diceva che la fata non avrebbe mosso un dito per aiutarli.
Grigory, invece, avendola conosciuta di persona aveva una visione un po' più ottimistica, ignaro di quanto si stesse sbagliando.
Entrambi avevano indossato la propria divisa da combattimento, sistemate a dovere lì dove erano state strappate durante l'invasione degli zombie.
Il giovane Dalton aveva preso le sue penne e le aveva poste nel taschino della divisa. Erano due oggetti di grande importanza e valore ed il solo pensiero di perderle lo faceva stare male. La prima era una stilografica color blu notte, con il suo nome stampato da un lato. Era stato l'ultimo regalo di suo padre gli aveva fatto prima di partire in missione per l'Egitto. Per tale motivo, l'avvocato non se ne separava mai. La seconda, invece, gliel'aveva regala Damian, il giorno in cui lui e Jimmy avevano avviato la loro attività di avvocati.
-Un avvocato necessita sempre di una penna, no?- erano state le parole del giovane King.
E sì, una penna faceva sempre comodo ad un avvocato... soprattutto se quell'avvocato si chiamava Charlie Dalton e sapeva trasmutarlo in un bastone.
-Sei pronto?- aveva domandato Grigory, avvicinandosi.
L'americano aveva annuito con un cenno della testa. Era pronto, Santo Cielo... pronto a fracassare il cranio di quel maledetto demone in armatura. Gliel'avrebbre fatta ingoiare, quella dannata falce.
-Allora...-
Le parole del Cercatore russo erano state interrotte da una scossa di terremoto.
Trovandosi sotto terra, l'intera sede aveva tremato e molti si erano ritrovati a gridare e cadere.
Fortuna che la struttura era solida e protetta dalla magia; difficilmente sarebbe crollata.
-Che diavolo...?- aveva iniziato Greg, alzandosi.
-Non lo so...- era stata la risposta dell'altro -...ma dubito seriamente che possa essere qualcosa di buono. Andiamo.-
E senza attendere oltre, erano usciti fuori dalla camera.

***

Harlan e la regina Eva non riuscivano a credere ai loro occhi.
Demoni di ogni forma e dimensione stavano sbucando da quell'immenso varco nel cielo scuro. Alcuni volavano intorno alle abitazioni, emettendo versi striduli. Altri strisciavano, rilasciando quella che aveva tutta l'aria di essere bava. Altri si muovevano come umani ed altri come normali quadrupedi ma, non per questo, erano meno spaventosi.
-È opera di Rhadamantys- sentenziò la fata, stizzita dal fatto che il demone fosse riuscito lì dove Afenial decaduta aveva fallito (per merito di Damian). Guardò il Sire dei vampiri e si dispiacque di non poterlo aiutare nell'imminente scontro. Doveva conservare i suoi poteri per portare a termine un compito che si stava rivelando abbastanza arduo. Un compito di cui non poteva parlare con nessuno e che, per la terza volta, l'avrebbe fatta passare per una persona che non aiuta i propri alleati.
Che lo pensassero pure; lei doveva fuggire.
-Mi dispiace, Harlan Stokes, ma non posso restare a combattere.- E prima che il vampiro potesse dire qualunque cosa, la fata scomparve nel nulla.
"Dannazione!" imprecò, allora, l'altro.
La schiera di demoni avanzava inesorabilmente ed Harlan era appena stato abbandonato da una preziosa alleata.
"Fa niente" pensò "Mi sono ritrovato in situazioni peggiori e non ero ancora un vampiro. Adesso lo sono e, anche da solo, non permetterò che New York cada in mano a questi mostri."
Sguainò i canini e soffiò come un gatto pronto a colpire. Poi, si scagliò contro la massa di demoni.

***

Quando i Cercatori invaserò le strade di New York per combattere i demoni, Rhadamantys sorrise apertamente.
Il suo piano stava funzionando alla grande.
Persino Afenial si era unita allo scontro, affiancando l'Anziano Virgo e la sua famiglia.
"Questo significa che nel Tempio ci sono solamente undici Anziani; dieci, se tengo conto del fatto che Lenora ha messo fuori gioco Taurus. Perfetto! Con tutto il potere che ho acquisito dalla regina delle sirene e da quella stupida necromante, sarà una vera passeggiata eliminare gli Anziani."
Quel pensiero gonfiò ulteriormente l'ego ipertrofico del demone in armatura, il quale svanì dalla cima del palazzo e si materializzò nella metropolitana, lì dove c'era l'ingresso del Tempio.
Conosceva bene quel posto e sapeva della barriera che lo proteggeva. Sorrise. Come aveva già fatto nella sua epoca, avrebbe frantumato quella difesa con la sua amata falce.
L'arma si materializzò tra le sue mani. Avanzò con determinazione e lì, nel punto in cui avrebbe dovuto rompere la barriera, qualcuno lo aspettava.
-Ma che bella sorpresa- esordì, sarcastico, gli occhi rossi puntati sui due Cercatori -Voi due moscerini non dovreste essere fuori a morire con i vostri confratelli?-
Charlie serrò la presa sul suo bastone d'argento. -Noi siamo esattamente dove dovremmo essere mentre tu...-
-...tu sei nel posto sbagliato, sporca feccia- concluse Grigory, facendo roteare i suoi amati kukri con un semplice gioco di polso.
E senza aggiungere altro, scattarono all'attacco.
Si mossero come un solo essere, perfetto e letale.
E Rhadamantys non fu da meno. Altrettanto veloce, se non di più, il demone andò loro in contro, pronto a fargli assaggiare il filo della sua falce.
I due Cercatori schivarono l'attacco con una capriola, alzandosi immediatamente e contrattaccando alle spalle.
Il bastone di Charlie colpì l'armatura, danneggiandola seriamente; i kukri di Grigory mirarono alle gambe, lacerando i tendini.
Nonostante il danno grave, il Principe dell'Oblio non parve risentirne e si voltò per sferrare un secondo fendente.
Charlie lo bloccò con il suo bastone e Greg tentò un nuovo attacco, mirando al viso.
Forse aveva preteso di riuscirci al primo tentativo e ne pagarono lo scotto.
Il demone respinse il russo con un calcio alla bocca dello stomaco, mozzandogli il fiato e mettendolo in ginocchio.
Grigory perse la presa sulle sue armi e si portò le mani lì dov'era stato colpito, boccheggiando.
Sebbene avesse voluto aiutarlo, Charlie non perse la concentrazione; il nemico non era ancora sconfitto, dopotutto.
Rhadamantys esercitò un po' della sua forza demoniaca, tentando di sottomettere il suo avversario.
L'avvocato sentì le gambe cedergli e si disse che non poteva assolutamente farsi sconfiggere, non dopo aver perso Tori e Denise. Doveva vendicarle. Richiamò il potere delle "parole della creazione". La usò per aumentare le sue doti fisiche, sebbene fosse proibito per via delle conseguenze. Ma non aveva altra scelta. Quel mostro era forte, lo sapeva. Aveva messo in conto di dover ricorrere alla parte proibita del suo dono.
Il Principe dell'Oblio sembrò alquanto sorpreso quando vide che il Cercatore non cedeva ma, anzi, gli teneva testa. "Sta usando quel maledetto potere!" ringhiò tra sé e sé "Ma, in questa epoca non funzionerà. Schiaccerò questo stupido umano!" Aumentò la sua forza e spinse verso il basso.
Charlie tenne duro, sperando e pregando che Grigory si alzasse immediatamente per dargli man forte. Perché sapeva che solo in due, solo combinando i loro poteri, avrebbero potuto eliminare Rhadamantys.
Glielo aveva detto Denise, prima di morire.
-Non sei abbastanza forte, Cercatore- esordì il demone -Nemmeno se il Gran Maestro desse tutto sé stesso, come dice la regina Eva.-
-Di che accidenti...stai...parlando?- domandò il giovane Mikhaylov, rimettendosi in piedi. Era disarmato, una mano poggiava ancora sullo stomaco ed il dolore non sembrava volerlo abbandore -Dare...tutto...me stesso?-
-Certo- asserì Rhadamantys -La fata non vi ha detto nulla? Strano. Ero certo che, con il mio ritorno, la mia amata Eva si sarebbe rivolta al Gran Maestro di turno per eliminarmi.-
-Infatti.- Grigory serrò entrambi i pugni mentre il Fuoco del Drago Celestiale si sprigionava da ogni cellula del suo corpo e lo avvolgeva come una splendida armatura rossa.
-Ma scommetto che non ti ha detto che, per sconfiggermi, dovrai dare anche la tua vita, oltre che tutto il tuo potere. Vero?-
Nel sentire le parole del demone, Charlie sgranò gli occhi. Involontariamente, allentò la resistenza e Rhadamantys ne approfittò. Lo schiacciò a terra e, con una manovra, gli tolse il bastone dalle mani. Quindi gli diede una testata, spaccandogli il setto nasale.
Grigory non attese oltre. Si avventò sul demone come un'onda anomala, riuscendo a  metterlo nella loro stessa condizione, ovvero disarmarto.
L'arma volò contro il muro della galleria, cadendo a terra con un sinistro tintinnio metallico.
-Se dovrò dare tutta la mia vita per eliminarti...- disse il Gran Maestro, sferrando un pugno che incontrò la pronta difesa del nemico -...lo farò!- aggiunse, roteando su sé stesso per tentare un calcio a martello. Questo andò a segno e lo spallaccio dell'armatura andò in frantumi. -Per le persone che amo...- continuò, dando il via ad una raffica di pugni concentrati nella zona toracica del suo avversario -...mi sacrificherò! Vendicherò le tue vittime e ti rispedirò nel tuo mondo!- Ad ogni attacco, il Fuoco del Drago Celestiale, spaccava la protezione del demone e, dove c'era la carne, lacerava come fosse una lama.
Il giovane Mikhaylov si sentiva sempre più forte e, al contempo, sempre più vicino alla fine. Il potere lo stava davvero consumando, così come quello usato Charlie.
Ma entrambi erano pronti a morire pur di eliminare la minaccia.
Con un ultimo pugno, Grigory mandò a terra il Principe dell'Oblio, il quale ormai non godeva più della sua armatura.
Il suo corpo color carbone era attraversato da pulsanti ferite rosse e l'icore scorreva come acqua da un rubinetto.
Il russo poggiò le mani sulle ginocchia, il fiato corto ed il corpo madido di sudore. Si prese qualche istante, sentendosi estremamente debole, ora che il fuoco si era spento. "Forse è la mia fine. Ho dato tutto me stesso e..."
-Greg- Charlie fu subito al suo fianco, il viso macchiato dal sangue che gli usciva dal naso.
I loro sguardi si incontrano e si sorrisero.
-Mi dispiace, Charlie- disse il Cercatore dai capelli ricci -Io...non lo sapevo.-
-Ehi- L'altro lo fece raddrizzare e lo tirò a sé, chiudendolo in un abbraccio -Va tutto bene, Greg; tu non morirai...non oggi, almeno.-
-Ma il demone ha detto...-
-Lo so cos'ha detto ma non lo permetterò- tagliò corto, l'avvocato -Ho già perso troppe persone care; non voglio veder morire anche te.-
Greg sentì l'amore nelle parole di Charlie ed avrebbe voluto baciarlo, stringerlo altrettanto forte come aveva fatto altre volte. Sarebbe stata bello, sì.
Peccato che non fosse ancora giunto il momento di abbassare la guardia.
Una risata gutturale riecheggiò lungo il tunnel, attirando la loro attenzione.
-Siete così sdolcinati...-  A diversi metri da loro, Rhadamantys, si stava rimettendo in piedi. Si reggeva a stento sulle proprie gambe (il che lo mandava decisamente fuori di testa) ma era determinato a non darla vinta a quei maledetti Cercatori. -L'amore è solo un'inutile rovina...- aggiunse con un ringhio feroce.
-Ho come una sensazione di déjà-vu- mormorò Charlie, ricordando il momento in cui si erano trovati di fronte a Nina, nella Torre Nera, prima che si rivelasse per ciò in cui l'avevano trasformata.
-Sì...- concordò il russo -...e non mi piace affatto.-
-Vi farò pentire di essere nati, dannati microbi!- urlò, il demone, arrabbiato. Raccolse le sue ultime forze e si lanciò contro i suoi nemici.
Entrambi fecero per staccarsi, altrettanto decisi a mettere fine a quello scontro. Ma non ebbero nemmeno il tempo di fare un passo che un'intensa luce dorata si manifestò dinanzi a loro.
All'inizio sembrava solo un telo di luce abbagliante. Poi comparve uno squarcio e, da esso, ne uscì una figura alta, eterea ed azzurra.
Con occhi sgranati, i Cercatori guardarono l'essere con un misto di meraviglia e stupore.
Aveva una fisionomia umana, si poteva vedere chiaramente dato che non "indossava" nulla. Era fatto di pura energia che vibrava ed emanava un forte senso di pace.
-Andate- disse la figura senza voltarsi.
Nel sentire quella voce, Charlie venne scosso da un brivido lungo la schiena. -Da...- cercò di dire.
-Andate- ripeté la figura -Adesso.-
Il tono fermo e duro dell'essere, spinse Greg a staccarsi da Charlie, prenderlo per mano e correre via da quella galleria.
L'avvocato lo seguì, lo sguardo che continuava a guardare l'entità che si era manifestata per salvarli. -Da...Damian!- chiamò.
-Corri, Charlie- lo spronò il giovane Mikhaylov, il quale aveva avuto la sua stessa impressione quando aveva sentito la voce della creatura azzurra.
Poco dopo, il telo dorato brillò ancora di più e, dall'altra parte, la figura celestiale si abbatté violentemente sul Principe dell'Oblio.

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