Capitolo 3

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Harbin, Regione della Manciuria, Cina

28 Novembre, 2010

-Corri! Corri!- gridò Michiko mentre, un passo dopo l'altro, tentava di seminare l'inseguitore.
-Non ce la faccio più, sorellona!- gridò, di rimando, la bambina.
Allora la donna si voltò e corse verso di lei, decisa a non lasciarla indietro.
-Vieni, piccolina- le disse prendendola in braccio. -Tieniti stretta; dobbiamo seminare il mostro.-
La bambina annuì con un cenno della testa, prima di affondare il viso nell'incavo del collo della sorella.
Un boato scosse l'aria circostante, facendo tremare la terra ed ogni altra cosa che non fosse stata distrutta dalla furia del loro terribile inseguitore.
Gli occhi della donna, normalmente neri, brillarono appena di un bagliore argenteo, permettendole di vedere più lontano di quanto avrebbe potuto fare se fosse stata una semplice umana.
Cercò tra il caos e le case in fiamme, tra il fumo che si levava in alte volute e l'oscurità della notte, assottigliando gli occhi che lacrimavano. Ci volle qualche minuto ma, alla fine, lo individuò.
Era a pochi chilometri da loro, ancora in piedi e con quell'arma spaventosa ancora stretta in pugno.
La paura le pervase il cuore e, senza pensarci un minuto di troppo, riprese a correre stringendo la sorellina a sé.
Uscì fuori dal villaggio e corse verso le montagne. Se fosse riuscita ad entrare nel perimetro consacrato del Tempio, lei e sua sorella sarebbero state in salvo e protette dai Cercatori. Il pensiero di essere al sicuro la spinse a dare il massimo, a non fermarsi sebbene i muscoli delle gambe le dolessero molto ed i polmoni le bruciassero nel petto.
-Sta arrivando!- trillò la piccolina, tremando fra le sue braccia.
L'altra non rispose. Cercava di usare tutto il fiato che ancora le restava per correre.
Il sentiero si fece sempre più impervio e ripido e se avessero avuto anche solo un cavallo o un mulo, sarebbero riuscite a percorrerlo senza troppi problemi.
"Ancora un passo" si disse "Ancora un piccolo sforzo e saremo salve. Ancora..."
Quel pensiero si spense nella sua mente, non appena il suo piede incontrò un ostacolo ed il suo corpo si ritrovò a cadere verso terra. Riuscì a malapena a girarsi di lato, così da non cadere addosso alla bambina che portava in braccio.
L'impatto con la neve si rivelò poco doloroso e fresco.
-Kyoko...- chiamò con voce stanca -...ti sei fatta male?-
-No, sorellona- rispose la più piccola -E tu?-
-Io...sto bene- la rassicurò la donna. Sapeva di mentirle ma non poteva dirle che era arrivata al limite delle proprie forze fisiche, che non sarebbe riuscita a rimettersi in piedi nemmeno se avesse fatto ricorso a tutta la sua forza di volontà. Voleva lasciarla nell'illusione che sarebbe andato tutto bene, che quel mostro omicida non le avrebbe mai raggiunte.
Ma la fortuna non le sorrise.
-Bene, bene...- esordì, infatti, la voce del mostro -...ecco le fuggitive.-
Kyoko fece per voltarsi a guardarlo ma sua sorella le prese la testa e le nascose il viso contro il suo petto.
-Non guardare, piccolina- le disse.
-Sì...piccola fata, non guardare in quale modo atroce sto per strappare l'anima dal corpo della tua sorella maggiore- si aggregò il demone, facendo roteare la sua grossa falce con una sola mano.
In un tentativo disperato, Michiko tese il braccio destro verso il demone e scagliò il primo incantesimo che le venne in mente. Un'enorme bolla d'argento si mise tra di loro, riversandosi sul demone, inghiottendolo un po' alla volta come un boccone troppo grande per essere mangiato tutto insieme.
Dapprima, l'inseguitore, rimase sorpreso da quell'attacco. Era certo che la fata avesse raggiunto il proprio limite e che non avesse conservato nemmeno un briciolo di forza. Ma evidentemente si era sbagliato. O forse era l'amore per quella bambina a darle la forza necessaria per tentare quell'attacco. Ad ogni modo, qualunque fosse la spiegazione, non poteva certo farsi fermare così facilmente. Non aveva rimandato la ricostruzione del suo palazzo per essere poi respinto da una misera fata.
Così, mentre continuava a venire inglobato, mosse la mano armata e concentrò il suo potere nella falce. L'arma si infiammò talmente tanto che la bolla finì per esplodere.
Gli schizzi d'acqua calda colpirono Michiko, la quale fece da scudo anche alla bambina. Gridò per il dolore mentre quelli che toccavano terra evaporavano a contatto con la neve.
-Sorellona!- esclamò Kyoko, spaventata dal grido della fata più grande.
-Devo dartene atto, fata; sei più tenace di quel che sembra- disse il demone -Inoltre non mi aspettavo che fossi ancora in grado di lanciare un qualche incantesimo. Anche se, in fin dei conti, non era poi granché...certo, se fossi stata nel pieno delle tue forze, probabilmente saresti riuscita ad intrappolarmi in quella bolla per...mmh...diciamo cinque minuti.- Fece una breve pausa, appagato da quella visione di dolore e paura che gli stavano regalando le due fate. -Ma ahimè...- riprese facendo spallucce -...hai preferito scappare e portare in salvo la tua sorellina. Tentativo coraggioso, lo ammetto, ma decisamente inutile.-
-Non...è...stato...inutile- soffiò la donna, respirando a fatica. -Ti ho portato nel perimetro consacrato del Tempio del Drago Celestiale. Tra poco questo sentiero sarà pieno di Cercatori e, per te, sarà la fine.-
L'altro rise sguaiatamente, portandosi la mano libera sulla placca dell'armatura che gli copriva lo stomaco e tirando indietro la testa. -Cercatori?- ripeté come se non avesse capito -Forse non sei ben informata dei fatti, mia cara, ma quel patetico pagliaccio di Tien Lung è morto e così anche i suoi allievi. Il Tempio è privo di difese e di Cercatori. Nessuno verrà mai...- La frase gli si smorzò sulle labbra a causa di un pugno che giunse dall'alto e che lo colpì in pieno volto. Cadde a terra, rotolando per qualche metro e perdendo la presa sulla falce.

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