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              Seconda parte capitolo 32

                           Canzoni:
               Perfect~One Direction
           Everytime we touch~Cascada

Harry era stato catturato dai suoi parenti e dalle amiche di Kimberley, che non sembravano troppo dispiaciute del fatto che non ci fosse più tra loro la loro amica. Osservavo come si muoveva tra tutte le persone, facendoci due chiacchiere e scherzando con fare disinvolto, sembrava che tutti fossero un po' spaventati da lui e avessero paura di dire qualcosa fuori posto. Probabilmente era una mia impressione dato che ad Harry non sembrava affatto importare. La band aveva smesso di cantare per la pausa buffet e tutti si erano scaraventati sul cibo con la paura che finisse. Rimasi un po' da sola, da lontano vidi Jade e le sue amiche, ma feci finta di nulla, non riuscivo bene ad ambientarmi con loro e non era una bella emozione sentirsi costantemente fuori posto, come ogni persona sana affogai anche io i miei pensieri sul cibo e dopo poco mi maledii del fatto che in poco tempo avessi già finito tutto. Tornai a prestare attenzione ad Harry, aveva l'aria di uno che si era un po' rotto di stare tra persone più grandi di lui così non ci pensai due volte e corsi in suo soccorso. Quando mi avvicinai cominciò a spostare il peso da una gamba all'altra e questo mi fece ridere, riuscivo a mettere in imbarazzo Harold Edward Styles! Mi misi in piedi accanto a lui e gli sorrisi.

"Chi è questa ragazza?" Chiese un signore con cui Harry stava parlando fino a poco tempo prima.

"Lei è una delle nostre c.."

"Contesse." Lo interruppi togliendomi la maschera dal viso. Il signore davanti a noi non sembrò meravigliato, al contrario di Harry che aveva l'espressione confusa.

"Mi presento." Iniziai. "Contessa Sarah Payne." Sorrisi e il signore mi prese la mano come facevano nei vecchi film.

"Duca Aaron Jones." Si presentò. "Un vecchio amico di Harold, giochiamo spesso a golf insieme." Mi spiegò ed io annuii.

"Mi scusi signor Jones, ma devo portarglielo via, è un affare di famiglia." Inventai e trascinai il mio Harry lontano dai suoi parenti.

"Contessa, uh?" Mi prese in giro quando ci eravamo un po' allontanati. Sorrisi e annuii rimettendomi in faccia la maschera. Iniziammo un po' a ballare quando ricominciò la musica, la sua espressione era un po' strana, ma non capivo il perché, forse gli avevo dato fastidio io? Voleva continuare a parlare con quel signore? Rimasi soprappensiero per un po'.

"Harry" lo chiamai. "C'è qualcosa che non va?"

"È per mio padre." Si accigliò. "Lui.."

"Fate un applauso agli sposi" Urlò qualcuno al microfono e tutti si girarono verso di Harry, e quindi verso di me. Era Dan che stava sul palco con il microfono in mano, tutti iniziarono ad applaudire ed io mi sentii in imbarazzo. Scese dal palco e sotto lo sguardo di tutti arrivò a noi. "Harold e Kimberley si sposeranno molto presto" gridò alla gente, mi stava scambiando per lei?

"Dai ballate per noi!" Ci spronò davanti a tutti. Lo sguardo di Harry vagava per la sala confuso e disorientato, ma io ero più spaventata di lui.

"Signor Dan" provai a chiamarlo senza risultato mentre era chiamato dalle persone che si stavano mettendo a cerchio intorno a noi.

"Signore!" Mi avvicinai a lui. "Io non"

"Vieni." Harry mi prese per il braccio facendomi andare a sbattere contro di lui, davanti alle persone.

"Harry ma io non"

"Tranquilla, fidati di me." Era possibile che quasi nessuno notasse che non ero Kimberley, forse era per via della maschera sul mio viso e dal vestito molto simile, ma ero comunque preoccupata.

"È arrivato il momento del valzer degli sposi." Annunciò Dan ed io sgranai gli occhi, non ero capace non ce la potevo fare. Tutti applaudirono e fischiarono, la musica iniziò.

"Fai come ti ho insegnato, un, due, tre" sussurrò al mio orecchio ed iniziammo a muoverci. La tensione cominciò a diminuire e l'unica cosa che mi importava non erano gli sguardi degli altri, ma Harry che mi sorrideva davanti. Iniziammo a girare e a occupare molto spazio, formavamo come dei cerchi, girando su noi stessi insieme, mi prese per mano e feci una giravolta, per poi ritrovarmi nelle sue braccia, sorrisi anche io e mi lasciai finalmente andare, ballammo per molti minuti, ma le persone non sembravano stanche di guardarci, a volte cominciavano ad applaudire ed il sorriso di Harry aumentava, i suoi occhi erano sempre fermi nei miei ed i movimenti erano così spontanei che non sembrava che ci stessimo muovendo, fu in quel momento che capii di essermi innamorata di lui.

La musica cessò e gli schiamazzi delle persone salirono. Avevo il fiatone, ma ero estremamente felice, dopo aver guardato le persone intorno a noi tornai a guardare Harry. Il suo sorriso era strano ed anche io suo sguardo con cui mi guardava, sembrava perso.

"Cos?" Provai a chiedere corrucciando le sopracciglia, ma le sue labbra posate sulle mie mi fermarono. Fui colta di sorpresa, rimasi ferma ma poi mi sciolsi e ricambiai il suo gesto. Ci staccammo sotto lo sguardo attento delle persone e di Dan.

"Tu-tu sei pazzo!" Esclamai felice. Il cuore stava impazzendo nel petto e il nostro sorriso era tirato al massimo.

"Sì, di te." Sussurrò lasciandomi un altro bacio. Scossi la testa e piano mi ripresi. Le persone iniziarono anch'esse a ballare e a imitare il nostro ballo.

Ero talmente felice e forte che avrei potuto affrontare tutto il mondo con una mano, ma solo se Harry mi avesse tenuto l'altra.

"Vieni." Mi afferrò la mano e ci avviammo verso l'ascensore, premette l'ultimo tasto e cominciammo a salire. Non ero mai stata all'ultimo piano. Rimanemmo in silenzio tutto il tempo finché si aprirono le porte rivelando un lungo corridoio, iniziammo a camminare fino ad arrivare davanti una piccola porta, la aprimmo ed iniziammo a salire una scala a chiocciola, ci fermammo davanti una porta di ferro e dopo che Harry, la aprì con tutta la sua forza, il tetto della casa fu davanti i nostri occhi. Seguii Harry che si andò a sedere sul muretto che circondava il perimetro del tetto.
Mi misi seduta di fronte a lui e alzai lo sguardo verso i suoi occhi luccicanti, mi prese la mano e sorrise.

"Nessuno mi ha mai fatto sentire come te oggi." Confessai.

"Potrei affermare la stessa cosa." Sorrise. "Sai quando qualcuno ha una vita come la mia, nessuno la guarda con profondità, tutti pensano che sia bella, perché hai soldi, macchine, fama, champagne a cena e vestiti firmati, ma non è così." Iniziò a parlare. "Sicuramente è più tranquilla economicamente, ma non è più felice delle altre. Io penso che ognuno abbia qualcosa o qualcuno per cui respirare, per cui vivere e affrontare tutto. Io non ho mai avuto qualche ragione per farlo, a parte la mia famiglia." Si confidò con me, non avrei mai pensato che dietro  a quella maschera che gli facevano indossare si potesse rivelare qualcuno così.

"Sei felice?" Chiesi semplicemente.

"In questo momento sì." Affermò. "Soprattutto dopo aver visto la faccia di quella gente mentre ti baciavo."

"Harry!" Lo strillai, ma questo aumentò solo la sua risata.

"Non hai paura che qualcuno lo venga a sapere?" Chiesi.

"L'hanno capito tutti."

"Cosa?" Chiesi confusa.

"Che non posso più fare a meno di te." Confessò stringendomi fra le sue braccia, ci baciammo per un po', alternando momenti di silenzio, nonostante il freddo ci riscaldavano a vicenda stando abbracciati.

"Sai ogni volta che vengo qui e mi siedo su questo muretto." Interruppe il silenzio guardando verso il giardino. "Penso che con un solo salto potrei mettere fine a tutto, ma ogni volta c'è qualcosa che mi ferma dal farlo." Si fermò. "E questa volta quella cosa sei tu."

The house H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora