Vi chiedo scusa per non aver aggiornato da molto tempo, ma ho avuto dei problemi ed è un periodo terribilmente faticoso per quanto riguarda la scuola! Cercherò di farmi perdonare<3
***"Jean, non è una buona idea, passiamo dall'altra parte." Provai a convincerlo, mentre lui apriva la porta che portava al garage, di cui io non ne sapevo l'esistenza.
"Tranquilla, ho fatto." Si sentì un rumore provocato dalla sua chiave e la porta si aprì. Entrammo dentro mentre lui tastava il muro in cerca dell'interruttore della luce. Rimasi immobile per non urtare niente, l'ultima cosa che volevo era rompere qualche oggetto.
"Trovato" Disse mentre la luce illuminò la stanza. Davanti a me si aprì il panorama di almeno cinque macchina, sulla destra c'era un enorme armadio a scaffali su cui erano poggiati miliardi di attrezzi in disordine, a complicare il passaggio erano degli enormi copertoni che non so cosa coprissero. Tutto era coperto da molta polvere, tranne le macchine che erano in perfetta forma. Riconobbi l'auto con cui eravamo andati io ed Harry al mare. Accanto ad essa c'era appoggiata al muro la moto che Jean aveva rubato per portarci in giro.
"Sbrighiamoci che questo posto ha un problema." Disse Jean iniziando a camminare verso una porta.
"Quale?" Chiesi. Jean si girò per rispondermi, ma la luce si spense e rimanemmo al buio.
"Questo." Sbuffò.
"Jean!" Urlai agitando le mani intorno a me, non sentendolo. Non ero un'amante del buio, soprattutto in un luogo che non conoscevo, sotto terra, senza nessuno accanto.
"Stai ferma, cerco l'interruttore." Lo sentii muoversi, urtando anche qualcosa di metallico.
"Fai presto!" Urlai poco convinta. Continuai a sentirlo muoversi. "Muoviti!" Continuai.
"Non è semplice! Non so dove sia! Provo ad andare verso l'altro muro." Disse e sentii i suoi passi. Passò qualche istante e ancora eravamo al buio.
"Ma l'hai trovat" iniziai a urlare quando la luce tornò. Vidi Jean guardarsi intorno, essendo lontano dal muro.
"Ma che?" Esclamò e sentimmo dei passi avvicinarsi, poi una figura.
"Harr-signore?" Harry era fermo un po' lontano da noi, aveva un cipiglio sul viso, probabilmente si stava chiedendo cosa ci facessi lì. Jean mi raggiunse e lo sguardo di Harry cadde su di lui, che ancora non aveva notato.
"Cosa ci fate qui? E cosa ci fa in quel modo la mia moto?!" Chiese con un tono glaciale per poi dirigersi a sistemare la moto che avevamo preso con Jean.
"Ti stavo proprio venendo a cercare!" Urlò Jean facendo dei passi verso di lui, bloccato da me.
"Vuole dire, che le doveva parlare." Cercai di non far arrabbiare Harry.
"Ah, mi cercavi? E per cosa?" Chiese ironicamente avvicinandosi, senza prestare attenzione al mio intervento.
"Come si è permesso di licenziarmi? E per cosa, eh? Voglio saperlo!" Urlò tornando a dargli del lei, cosa che mi fece emettere un sospiro di sollievo.
"Non sono ritenuto a darti nessuna spiegazione, ma se ci tieni, semplicemente sarei felice di fare a meno della tua presenza, non ci serve uno scansafatiche, il fieno ai cavalli potrebbe darlo chiunque altro." Rispose pacato.
"Che cosa?" Urlò Jean. "Sappiamo entrambi il vero motivo e se lei mi caccia solo per paura, è un vigliacco!"
"Jean" lo richiamai provando a farlo calmare.
Lui si girò passandosi una mano sul viso, lo vidi a stento trattenere le lacrime e questo mi intristì molto."Dovrò tornare in Francia." Pianse prendendosi il viso fra le mani.
"Sì, mi sembra la soluzione più adatta." Sollevò le spalle Harry, il suo egoismo mi fece arrabbiare, stava rovinando la vita di una persona solo per i film mentali che si era fatto. Il problema è che non si fidava, continuava a pensare cose non vere e fatti non accaduti, invece di ascoltare me. La colpa sarebbe caduta anche su di me e non mi sarei perdonata niente, continuavo a tartassarmi con mille paranoie, una in più non mi serviva affatto.
"Harry" lo chiamai. "Non puoi mandarlo via..."
"Sì, che posso" controbatté. Sospirai notando la sua testardaggine.
"Intendevo, non puoi mandarlo via senza una vera ragione, non sarebbe corretto!" Alzai la voce. "Una spiegazione, almeno."
"La spiegazione devi darmela tu." Mi interruppe. "Cosa ci faceva questo sulla mia moto?" Chiese estraendo qualcosa dalla tasca. Mi avvicinai riluttante e notai il mio bracciale.
"L'hai trovato!" Esclamai non rendendomi ancora conto. Glielo presi dalle mani e sorrisi. Finalmente qualcuno l'aveva trovato, non saprei cosa avrei fatto senza. Alzai lo sguardo verso di lui e lo vidi con una sopracciglia alzata, aspettando una risposta.
"Io..." iniziai.
"È colpa mia." Intervenne Jean. "Ho preso io la moto, non c'entra niente lei."
"Tu hai rubato la mia moto?!" Esclamò su tutte le furie Harry, probabilmente non sospettava nulla e ora gliel'aveva fatto scoprire. Iniziò a camminare spedito ed io mi buttai contro di lui per fermarlo.
"Harry, Harry" lo fermai.
"Non l'ho rubata! L'ho presa solo per un po'." Provò lui a giustificarsi.
"Solo per un po'? Ma chi ti credi di essere?" Urlò. Scosse la testa dato che non ricevette risposta.
"Tu..." Continuò minaccioso. "Mi chiedevi una ragione?!" Si girò verso di me. "Il tuo amico è un ladro!" Urlò. Vedendo che rimanemmo in silenzio, si passò una mano tra i capelli e sospirò. "Ma perché se la moto l'ha presa lui, il tuo bracciale era lì?!" Sembrò domandare più a se stesso che a me. Una scintilla gli balenò negli occhi e fece dei passi indietro. "Tu...tu eri con lui..."
"Harry, aspetta fammi spiegare..." provai ad iniziare. Lui continuò a scuotere la testa.
"Harold" Kimberley entrò dalla porta, non sembrando molto incuriosita dalla situazione.
"Che è successo?!" Chiese.
"Niente." Rispose lui. "Andiamo via." Disse senza togliere il suo sguardo dal mio, cosa che mi fece pietrificare. Chiusi gli occhi, sperando che fosse solo un incubo, ma non lo era.

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The house H.S.
Fiksi PenggemarIl matrimonio era ormai fissato, pur di salvare la sua famiglia Harry era disposto a sposare una donna che non amava...anche se qualcuno provò a fargli cambiare idea, facendogli capire cosa fosse il vero amore. Si trovò davanti una terribile scelta...