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Presi il treno alle sette, erano cinque ore di treno per arrivare a Los Angeles da casa mia.

Mi sedetti al mio posto e cominciai a guardare il paesaggio. Non sapevo tra quanto avrei rivisto quel panorama, ma poco mi importava, sapevo che mi avrebbe fatto solo che bene poter evadere un po'.

"Ciao!" Mi risvegliò dai miei pensieri una voce e mi girai vedendo un ragazzo biondo con degli occhi azzurri.

"Ciao!" Lo salutai non sapendo chi fosse e cosa volesse. Diedi del mio meglio per fare una voce allegra e solare, probabilmente con scarsi risultati.

"Io sono Niall" si presentò sorridendo. Sembrava simpatico e non aveva prestato molta attenzione alla mia voce triste.

"Io sono Sarah." Sorrisi e lo stesso fece lui annuendo.

"Dove vai?" Chiese sistemando la sua valigia e sedendosi accanto a me.

"Da mio fratello a Los Angeles, tu?" Chiesi.

"Io vado a Los Angeles per lavoro" rispose ed io annuii. Cominciammo a parlare del paesaggio e delle nostre aspettative di vita in una nuova città, anche lui dava l'impressione di uno che volesse ripartire da zero, quando finimmo i discorsi provai a riposare un po', finché riuscii finalmente ad addormentarmi.

                                    ***

"Hai paura?" Mi guardò con degli occhi color ghiaccio. "Non lo meriti!" piansi. "Sarà meglio toglierti di torno." Il suo coltello si conficcò nella mia gamba, seguito dai miei strilli e dalle mie lacrime "Lui non ti sentirà."

Mi svegliai sobbalzando, ero sudata e affannata. Chi era quella donna? Non l'avevo mai vista prima.
Cosa voleva dire quell'incubo?

Mi accorsi di essere coperta da una felpa, Niall non era vicino a me ma c'erano tutte le sue cose.

"Ti sei svegliata!" Disse camminando nel corridoio con un panino in mano.

"Sì, adesso." Lo informai stiracchiandomi e guardando l'ora, erano circa le undici.

"Sei stato tu a mettermi questa felpa?" Chiesi al biondo e lui annuì.

"Eri gelata." Sorrise ed io ricambiai il sorriso.

"Da dove vieni?" Chiesi notando il suo accento diverso dal mio.

"Dall'Irlanda, Mullingar precisamente." Sorrise.  Non ero mai stata in Irlanda e neanche fuori dall'America, avevo viaggiato veramente poco, quasi per niente.

"Tu?" Chiese.

"Cheyenne." Spiegai e continuammo a parlare.

Il treno finalmente si fermò, presi la mia valigia e con Niall scendemmo.

"Io vado, addio Sarah è stato bello conoscerti!" Mi abbracciò. Odiavo gli addii, anche di una persona che avevo visto solamente per poche ore.

"Addio Niall, grazie di tutto." Ricambiai l'abbraccio.

Cercai Liam tra la folla e finalmente lo vidi, era diventato più bello, ormai era un uomo, corsi verso di lui e l'abbracciai, finalmente riabbracciavo qualcuno della mia famiglia, il pensiero mi fece inumidire gli occhi.io e lui eravamo profondamente diversi, sia nel carattere che negli atteggiamenti.

"Non piangere eh!" Mi prese in giro, anche se tra i due era lui il più sentimentale.

Mi staccai da lui e lo guardai. "Sei bellissimo." Dissi felice e lo vidi sorridere, anche lui era molto felice di rivedermi dopo molto tempo.

                                   ***

Ci fermammo in un bar, faceva molto freddo essendo iniziato da poco Febbraio, così presi una cioccolata calda.

"Come va il lavoro?" Chiesi cercando di spostare i nostri discorsi lontano da brutti argomenti.

"Tutto bene, in questo periodo c'è molto lavoro da fare." Spiegò scuotendo la testa come scioccato. Lo vidi stanco, forse dormiva poco.

"Mi dispiace se ti do fastidio e ti disturbo con i miei problemi, a casa da quando mamma e papà non ci sono è tutto così brutto." Abbassai gli occhi dando del mio meglio per non farmi scendere qualche lacrima. la nostra vita era stata stravolta da un giorno all'altro e tra i due, ero io a non averla presa particolarmente bene.

"Lo so, ma ora siamo insieme e non sarai più sola." Mi strinse la mano appoggiata sul tavolo ed io annuii fidandomi di lui.

"In questo periodo cercano delle cameriere, sai il figlio si sposa ed erediterà tutta la fortuna del padre, ho pensato che tu potresti venire a lavorare lì con me." Propose facendo spallucce.

"Sì, mi piacerebbe molto." Sorrisi. Lavorando avrei tenuto impegnata la mente ed era positivo. Non avevo mai lavorato, escludendo i piccoli impieghi estivi e il pensiero mi metteva preoccupazione, non sapevo nemmeno se ne sarei stata in grado.

"Questa sera ci sono i colloqui." Mi informò, risvegliandomi dai miei pensieri.

Forse sarebbe stata una buona idea andare a lavorare lì, avrei pensato di meno e avrei guadagnato qualcosa stando vicino a mio fratello, che ormai era rimasto l'unico.

"Bene ci andrò." Annunciai entusiasta e lui si alzò. "Il mio turno sta per cominciare, andiamo." Prese la mia mano e cominciammo a dirigerci verso la grande, famosa e misteriosa casa.

The house H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora