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Gli amici di Jade erano molto simpatici. Mi avevano subito accettato nel 'gruppo' e scherzavamo tutti insieme. Jean era il più solitario ed il più silenzioso, parlava poco e la maggior parte del tempo sembrava immerso nei suoi pensieri, a volte sorrideva e dava l'impressione di essere solare e allegro, altre volte era racchiuso in se stesso, per certi versi eravamo simili.

"Sarah, tu perché sei venuta a lavorare qui?" Mi chiese una ragazza che da quanto avevo capito era un'amica di Jade che non lavorava nella casa, faceva la parrucchiera in città.

"Per molti motivi." Dissi sincera. "Dopo il lutto in famiglia ero rimasta sola e volevo cambiare un po' il quotidiano."

Dopo che dissi questo vidi l'attenzione di Jean spostarsi su di me, mi fece un sorriso rassicurante e gli sorrisi anche io. La ragazza di cui non ricordavo il nome annuì e forse si pentì della domanda. Non mi vergognavo a raccontare i veri fatti che riguardavano me e il resto della mia famiglia, non avevamo avuto un passato semplice, ma tutto quello che mi era successo mi aveva resa quella che ero, ed ero
assolutamente fiera di ciò.

"Facciamo un bel torneo di carte?" Esclamò Jade alzando entusiasta il mazzo di carte nella mano e tutti annuirono.

"Io passo." Dissi. Mi piaceva giocare a carte, ma in quel momento non mi andava molto.

"Anche io." Esclamò Jean.

Tutti si misero seduti in cerchio ed iniziarono a giocare. Vedere la gente che sorrideva, scherzava e rideva mi metteva di buon umore, anche se continuavo a tormentarmi. Harry mi era sembrato sincero ed il mio istinto mi diceva di fidarmi, ma se ripensavo a quello che mi aveva fatto provare quella sera non mi sentivo in dovere di perdonarlo. Non ero stata gentile a non ascoltarlo, ma neanche lui si era comportato bene con me. Dovevo trovare il modo per gestire la situazione al meglio, senza farmi più del male.

"Posso?" Chiese Jean indicando il posto sul letto accanto al mio. Io annuii e lo feci accomodare accanto a me. Lui mi piaceva, era abbastanza ovvio, ma non riusciva neanche minimamente a sfiorare le emozioni che solo Harry era in grado di farmi provare, anche solo sorridendo.

"Questa volta non ti ho spaventata." Scherzò. Il nostro primo incontro non era stato dei migliori effettivamente.

"Senti..." iniziò. "Che ne dici se un gior-"

Bussarono alla porta e tutti ci girammo verso di essa. Jade non aveva neanche dato il permesso di aprire quando la porta si spalancò rivelando un Harry autoritario. I suoi occhi vagarono per la stanza e si assottigliarono alla vista di me e Jean vicini.

Si schiarì la voce ed iniziò a parlare. "Signorina Payne può venire un secondo?" Disse comportandosi come un capo.

"Non sono in servizio in questo momento, signore." Risposi a tono.

"Non importa, è importante. Venga fuori." Disse col suo tono antipatico. Non volendo iniziare una discussione feci come mi aveva detto e uscii dalla stanza sotto gli occhi di tutti.

"Vedi che è come ti ho detto io, c'è qualcosa tra loro." Sentii bisbigliare a qualcuna mentre chiudevo la porta. Sospirai e mi girai verso di lui.

Iniziò a camminare allontanandosi dalla porta ed io lo seguii.

"Non puoi fare come ti pare." Lo strillai. "Ero lì con le mie amiche e mi hai interrotto." Continuai ad urlare, cercando di non farmi sentire.

The house H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora