Non feci in tempo a rispondere a Dan, che Harry mi precedette.
"il tuo colloquio può aspettare, prima devo chiederle io una cosa." Disse rivolgendosi al padre. Mi accorsi che la sua voce era più autoritaria del solito e notando anche la sua postura fisica, potei affermare che fosse sicuro di sé. Sorrisi. Il padre annuì, anche se fu preso alla sprovvista. Harry mi fece segno di seguirlo nella sua camera ed io lo seguii. Chiuse la porta e si girò verso di me, parlando a voce bassa.
"Volevo dirtelo in un altro momento, probabilmente stasera, ma non so cosa mio padre voglia dirti e quindi lo farò ora." Mi avvertì. Sentivo una leggera preoccupazione farsi strada dentro di me, ma non lo feci notare.
"Dimmi." Lo incitai. Lui si fissò le mani e poi se ne passò una fra i capelli, come era solito fare quando era agitato. Gli sorrisi mettendo la mia mano sulla sua, per farlo tranquillizzare e anche lui mi sorrise.
"Tra due giorni devo partire. Sarà un viaggio di lavoro un po' lungo e credo di stare lontano da casa per circa un mese. Doveva andare mio padre, ma col fatto che sta diventando grande e non può sopportare né viaggi in aereo né jet-leg pesanti, mi sono offerto io. Con me verranno sia Louis che Gemma." Iniziò. Avevo messo in conto che Harry fosse un uomo impegnato e con degli affari importanti da sbrigare alle spalle, ma mi mancava anche quando non ci vedevamo per due o tre giorni, non so come avrei reagito ad averlo lontano per un mese circa. Se per dirmelo si era agitato, voleva dire che aveva paura di una mia reazione negativa, così feci di tutto per fingere di essere felice per lui e per non farlo partire dispiaciuto.
"Harry..." iniziai. "Io sono felice per te, se tuo padre ha deciso di affidarti questo compito importante, vuol dire che ne sei all'altezza ed io sono contentissima e lo devi essere anche tu. Non devi preoccupar-"
"Aspetta." mi interruppe all'improvviso. "Non ho finito e penso che tu stia fraintendendo. Come ti ho detto sarà un lungo e pesante viaggio, quindi... io avrei bisogno di una cameriera personale, o almeno è quello che farò credere." Mi sorrise. "Il punto è... vuoi venire con me?"
"Sì, sì, sì, sì." Esultai fiondandomi fra le sue braccia. Lui mi strinse, ma poi mi allontanò leggermente.
"Non devi dirmi per forza di sì, se non te la senti io lo capisco, sarà stancante e a volte noioso e-"
"E non mi importa." Lo interruppi io questa volta. "L'importante è che saremo insieme." Affermai. Lui mi fissò negli occhi e poi sorrise annuendo. Ci abbracciammo di nuovo, questa volta più forte e sperai davvero che non ci saremmo mai lasciati. qualcuno, sicuramente Dan, bussò alla porta, ricordandoci che io avevo un colloquio ed io lasciai la presa. Harry alzò gli occhi al cielo sussurrando qualche cosa per poi dirigersi verso la porta ed aprirla.
***
Dan chiuse la porta del suo ufficio dopo avermi fatta entrare e si mise seduto su una delle due poltrone. per quanto fossi euforica ed entusiasta della proposta di Harry, lo sguardo di Dan rovinava la mia felicità. ero ancora davanti la porta quando lui alzando gli occhi verso di me, mi fece segno di sedermi sull'altra poltrona e rivolgendogli un sorriso timido, feci come mi aveva ordinato.
"C'è qualche problema signore? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" Chiesi io, dato che lui sembrava non voler iniziare. Lui sospirò e scosse la testa.
"Non voglio parlare del suo lavoro, che comunque ammetto che è impeccabile, o almeno è quello che mi riferisce mio figlio." Alzò un sopracciglio ed io non potei trattenere un sorriso.
"Il signorino Styles è molto buono." Affermai. Avrei voluto aggiungere anche fastidioso, testardo, irritante, ma anche gentile, coinvolgente ed incredibilmente affascinante.
"Questo è quello che mi ha incuriosito, nessuna ragazza tranne te potrebbe attribuire a lui questo aggettivo. Fra il personale non è amato proprio per la sua gentilezza o umanità." disse ed io non sapevo davvero come controbattere o continuare il discorso. "Vi ho osservato e come tutti in questa casa ho capito che tra voi c'è una simpatia."
"Siamo amici, è vero." Lo assecondai, sarebbe stato inutile negarlo e comunque non ci sarebbe nulla di male.
"In questo non ho trovato nulla di male, anch'io ho alcuni amici fra i dipendenti." Mi spiegò ed io sorrisi, anche se non capivo dove sarebbe voluto arrivare. "Solo che, la vostra non si sta fermando ad una semplice simpatia ed io desidero invece che rimani tale." Con questo mi fece andar via il sorriso ed incupire.
"Cosa sta cercando di dirmi, signore?"Arrivai al punto, come lui il mio primo giorno in quella casa aveva fatto con me.
"Sto cercando di dirti che mio figlio si sposerà a breve, che sta salvando la sua famiglia e la sua vita e anche se ora magari non lo capisce, un giorno sarà felice di aver preso questa decisione. è giovane e alla sua età è normale invaghirsi di qualche ragazza, ma non voglio che questo gli faccia venire dei dubbi o anche cambiare idea." Affermò non togliendo mai il suo sguardo dal mio. Il respiro mi si bloccò in gola, mi aveva davvero congelata, ma provai a rispondere prontamente. Lo dovevo a Harry.
"Suo figlio è abbastanza grande e abbastanza intelligente da poter fare le sue scelte." Risposi io. Stava sottovalutando il potenziale di Harry e questo mi fece venire un dubbio: ma lo conosceva il figlio? Perché per costringerlo a sposare una donna che non amava, ma essendo sicuro di farlo per il suo bene, o lo conosceva come se stesso o era solo profondamente egoista.
"Ne sono certo ed è quello che farà. Sposare la signorina Kimberley è il meglio per lui."
"O è il meglio per lei?" Chiesi abbastanza irritata dal suo comportamento.
"è il meglio per tutta la famiglia Styles e se lei vuole realmente bene ad Harry, lo capirà." Mi guardò. Non capivo bene cosa mi stesse dicendo da fare o perché. Non capivo se voleva la felicità del figlio o se lo stava sottovalutando. la verità è solo che avevo paura di perdere la persona più importante della mia vita. "Lei sa le condizioni della nostra famiglia? Harold gliele ha mai parlato?" Chiese.
"No." Mentii, Harry me ne parlava ogni volta che voleva.
"Purtroppo abbiamo passato un periodo difficile e questo matrimonio potrebbe salvarci. L'unione con la famiglia Malik sarebbe salvifica per noi." Mi spiegò.
"Perché? Sono molto ricchi?" Chiesi. Se era solo questo il problema, pur di fare qualcosa avrei guidato fino a Las Vegas e avrei giocato d'azzardo fino a tarda notte pur di diventare ricca e farmi accettare dalla famiglia Styles.
"Sei molto ingenua e spero che rimarrai così, ma le cose sono assai più contorte e radicate." Sorrise, e in quel sorriso conteneva davvero molti rimpianti.
"Io non riesco a capirla." Ammisi.
"Voglio che si allontani da mio figlio, tra voi due deve esserci solo un professionale rapporto di lavoro, nient'altro." Emanò la sua sentenza e potei sentire il mio cuore perdere un battito.
"Io non posso garantirglielo. Suo figlio mi ha chiesto di partire con lui tra due giorni ed io ho accettato. Non può chiedermelo." Lo pregai. Era la cosa più crudele che mi avevano imposto da un anno a questa parte. Non potevo abbandonarlo così e non per me, io per un motivo o per un altro perdevo sempre molte persone, penso fosse la mia condanna e ce ne ero abituata, anche se avrebbe fatto male, sarebbe stata un'altra profonda cicatrice da dover ricucire col tempo. Ma Harry, non volevo che soffrisse, per me non doveva versare nessuna lacrima. Io non volevo questo per lui.
"Un mese. Le concederò questo mese per il viaggio, ma quando tornerete, voglio che lui si dimentichi di lei, ci sarà solo un rapporto di lavoro e basta." Affermò.
"Questo non è il bene per suo figlio." Dissi.
"Mi creda lo è e lo è anche per lei, queste storie non durano. è il bene per entrambi e lo è anche per suo fratello Liam."
"Cosa c'entra Liam?" Lui davvero non ne sapeva nulla.
"Se lei non rispetterà l'accordo dovrò licenziarvi entrambi, sia lei che suo fratello. Sta a lei la scelta: Harold o Liam."
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The house H.S.
FanficIl matrimonio era ormai fissato, pur di salvare la sua famiglia Harry era disposto a sposare una donna che non amava...anche se qualcuno provò a fargli cambiare idea, facendogli capire cosa fosse il vero amore. Si trovò davanti una terribile scelta...