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Harry's pov

Dopo due ore di macchina stavamo finalmente ritornando, non posso dire che ero stato male, Kimberley questa volta aveva organizzato tutto per bene anche se l'avevo un po' trascurata quando ero venuto a conoscenza del campo da golf lì vicino. Penso si doveva far perdonare l'ultimo viaggio che avevamo fatto insieme, quando pur sapendo della mia allergia alle fragole, mi aveva fatto servire un dolce con esse ed ero stato male per una settimana. Non vedevo l'ora di tornare, sia per rivedere colei a cui avevo pensato costantemente, sia perché non ne potevo più di ascoltare tutti i dettagli del vestito che avrebbe indossato Kimberley quella sera. Quando l'autista ci disse che eravamo arrivati mi precipitai fuori dalla macchina ed entrai nel cancello guardandomi in giro, non la vidi però, mancavano circa due ore al ballo e probabilmente si stava preparando. Speravo che Jean non le fosse stato molto vicino, ma per questo avevo ordinato a Louis di osservarlo, anche se conoscendolo non aveva neanche ascoltato mentre parlavo, annuendo a caso come avevo fatto io con Kim fino a dieci minuti prima.

"Quindi vada per il rosso?" Chiese per la centesima volta sistemandosi i capelli prima di entrare.

"Uhm? Certo!" Esclamai fingendo di essere il più interessato possibile all'argomento.

"Va bene vado a prepararmi, stasera non sarò a cena, ho ordinato una cena Thailandese per me e mia madre." Mi informò. "Tutte già saranno pronte ed io ancora devo entrare in casa! Tutta colpa di quell'autista che ci ha fatto fare ritardo!" Esclamò sconvolta. Sinceramente in due ore a me il tempo sarebbe anche avanzato, ma lei era davvero particolare.

"Ti ricordo che sei stata tu a dirgli di partire il più tardi possibile." Dissi aprendo la porta facendoci entrare entrambi. Lei provò a dire qualcosa ma continuai. "E sei stata sempre tu a fare ritardo perché non volevi uscire dal bagno turco." Non mi era mai importato di difendere qualcuno così, stavo seriamente cambiando. Alzò gli occhi al cielo e facendomi un cenno se ne andò.

Avevo aspettato il momento di stare da solo, da due giorni. Feci un sorriso pensando che avevo due ore per riposarmi per poi prepararmi all'ultimo minuto, come sempre. Provai ad avviarmi verso le scale quando qualcuno mi chiamò.

"Haz!" Mi girai per vedere Louis che correva verso di me. "Ti devo raccontare una cosa." Si fermò davanti a me, al suono di quella frase mi si bloccò il respiro, era come quando ti dicevano 'dobbiamo parlare' oppure 'devo dirti una cosa, ma non arrabbiarti'

"Di Jean?!" Era la prima cosa a cui avevo pensato. Lui corrugò le sopracciglia.

"Abbiamo trovato delle cose importanti" iniziò "riguardo al caso." Continuò sussurrando in modo che nessuno avrebbe potuto sentirci.

"Dimmi." Lo incitai a fare in fretta, avevo davvero voglia di andare nella mia camera a dormire.

"È meglio se ne parliamo in un altro luogo, andiamo." Iniziò a camminare ed io dietro a lui. Poco dopo arrivammo in camera sua e dopo aver chiuso la porta iniziò a raccontarmi.

       ***

"È fantastico Lou!" Il cellulare ed il diario ci avrebbero portato davvero lontano e questo confermava che il commissario, del quale mio padre diceva che stava continuando a cercare indizi ed a studiare il caso, non aveva investigato affatto se non in modo molto superficiale. "Tu e Sarah da soli avete scoperto più di tutti e tre insieme, è un modo per dirmi che sono inutile?!" Chiesi scherzando e lui scoppiò a ridere.

"L'hai detto tu, non io!" Disse alzando le mani ed io lo guardai male.

"Sinceramente non pensavo che andaste così d'accordo." Insinuai riferendomi al fatto che non avevano mai spiccicato una parola tra loro mentre stavamo insieme.

"Sai mi sono un po' ricreduto, l'inizio non è stato dei migliori ma..."

"Ma..." lo incitai a non lasciarmi sulle spine.

"Ma penso che ci tenga a te, ne sono abbastanza sicuro." Affermò con decisione ed io mi lasciai scappare un enorme sorriso, che probabilmente mi aveva fatto sembrare stupido davanti agli occhi di Louis. "E non per difenderla o immischiarmi, ma non mi sembra corretto il gioco a cui stai giocando, mi riferisco a lei e a Kimberley."

"Bè Louis, effettivamente l'hai difesa e ti sei anche immischiato."

"Haz, sto parlando sul serio. Non puoi stare con un piede in due staffe!" Mi rimproverò ed io sbuffai, mi serviva solo del tempo, non potevo lasciare Kimberley a pochi mesi dal matrimonio, avrei creato un dolore immenso a mio padre, ma non potevo neanche sposarla perché non era lei la donna con cui volevo passare il resto dei miei giorni.

"Louis non ti ci mettere pure tu." Oltre a mia sorella mancava solo lui che mi faceva la ramanzina.

"Haz io lo faccio per tutti e tre, è ovvio che non ami Kimberley, ma non per questo devi prenderla in giro." Conosceva Kim da venti anni e non aveva mai preso le sue parti, doveva iniziare proprio quel giorno?!

"Ho solo bisogno di tempo." Affermai convinto.

"Prenditelo, ma non penso che Sarah ti aspetterà ancora a lungo, considerando..."

"Cosa?"

"Che c'è anche lo stalliere, e sappilo ha delle intenzioni più serie e decise delle tue!" Alzò le sopracciglia ed io provai a mantenere la calma e a non correre fino alla stalla per poi far diventare quell'incomodo cibo per cavalli.

"Louis cambiamo discorso." Imposi provando a calmarmi. "Hai scoperto qualcosa riguardo a mia madre?" Chiesi provando a togliermi il pensiero di uccidere lo stalliere dalla testa.

"Sì." Chiese prendendo un respiro. "Non si è trattato di un incidente, è stata uccisa." Affermò lentamente.

Mi alzai di scatto prendendomi la testa tra le mani, lo sapevo, erano passati anni, ma ne ero sempre stato certo. "C-come lo sai?" Chiesi provando a mettere insieme delle parole sensate.

"Ho rintracciato diversi medici che avevano lavorato al caso, alcuni mi dicevano di non ricordare nulla o di essermi sbagliato, solo uno dopo molto che l'ho pregato mi disse che si era accorto che non si trattava di un semplice incidente, ma di un omicidio." Spiegò rimanendo il più calmo possibile.

"E perché non l'ha detto prima?!" Quasi urlai.

"L'avevano messo a tacere, gli avevano fatto credere che la sua teoria era sbagliata e nessuno gli aveva creduto, lui si era autoconvinto di ciò, considerando che a quel tempo non aveva molta esperienza, ma a differenza di anni è convinto che la sua teoria fosse giusta, ne ha le prove considerando che ha affrontato da poco un caso simile." Spiegò sorridendo alla fine, ce la stavamo per fare, mia madre avrebbe avuto la giustizia che si meritava.

"E sai come è successo?" Chiesi balbettando. "Sai come è stata uccisa? Lui se lo ricorda?" Insistetti.

"No, ma fortunatamente ha ancora tutte le carte, non le aveva buttate proprio per questo. Deve cercarle e ricontrollarle, ma ci farà sapere al più presto."

"Grazie Louis!" Lo abbracciai di impulso, sentivo i miei occhi inumidirsi e potei giurare che anche Louis era molto provato.

"Ce la faremo Haz." Annuì ed io sorrisi convinto di ciò.

Uscii poco dopo dalla stanza, diretto nella mia, mancava poco ed io dovevo prepararmi, non vedevo l'ora di vederla indossare quel vestito, sarebbe stato magico. Appena uscito dalla doccia scelsi il completo che sarebbe stato perfetto. Era una camicia di seta bianca, con pantalone e giacca neri lucidi, al collo avevo come un fiocco fatto da un laccetto sempre nero lucido e delle scarpe eleganti nere. Ero pronto, guardai l'orologio e mi accorsi che mancavano solo cinque minuti, era l'ora di andare.

                                  *******

Buonasera! Forse pensavate che il capitolo raccontasse direttamente del ballo, ma la prospettiva di Harry era necessaria. Al prossimo capitolo ci sarà finalmente il ballo e probabilmente sarà anche un po' lungo dato che succederanno un bel po' di cose. Spero di aggiornare domani o il più presto possibile. Fatemi sapere che cosa ne pensate perché ci tengo molto, come sicuramente saprete la prossima settimana Harry andrà a Milano e oltre a fare il concerto parteciperà anche a Xfactor, io purtroppo non sono riuscita prendere i biglietti per Milano, voi?

Votate e commentate, baci.

The house H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora