"Cosa?!" Urlai ancora una volta, non sopportavo rimanere sulle spine. Lei sospirò ed io mi preparai mentalmente al peggio.
"Malato." Disse tutta d'un fiato. Io ringraziai il cielo, davvero stavo pensando al peggio, un peso mi si tolse dal petto. Un'altra preoccupazione non tardò a venire, che intendeva dire per malato? Iniziai a preoccuparmi e la guardai per porle altre domande, ma preferii rispondermi da sola. Mi precipitai verso le scale e corsi velocemente fino ad arrivare davanti la porta della sua stanza e spalancarla. Avevo così paura di cosa avesse potuto avere, forse era irrimediabile. Fino a quell'istante non avevo ancora realizzato che nella stanza avrei potuto trovare chiunque e per quanto avrei potuto fingere, non sarebbe passata inosservata una cameriera che si fionda nella stanza del padrone. Tutti si voltarono verso di me abbastanza confusi ed io mi tranquillizzai nel vedere che si trattava solo di Louis e Gemma. Il mio sguardo cadde sul letto dove un Harry appoggiato alla spalliera del letto mi stava fissando con un'espressione indecifrabile. Non sapevo cosa avrei dovuto dirgli, infondo noi eravamo ancora in lite e non ci eravamo visti da un bel po'. Probabilmente stavo sbagliando, avrei dovuto solo chiedere qualche informazione e non correre a vederlo di persona, ma ero lì e non potevo andarmene. Lui per quanto malato rimaneva sempre fastidioso e infatti alzò un sopracciglio per farmi capire che stava aspettando che dicessi qualcosa. Lo guardai male per aver subito preso la situazione a suo vantaggio vedendomi in difficoltà. Sicuramente Louis e Gemma erano a conoscenza di quanto successo. In tutto ciò ero ancora in silenzio così chiesi la cosa più semplice che avrei potuto dire.
"Come sta?" Mi rivolsi a Gemma e Louis che erano congelati sul posto. Lei aprì la bocca per dire qualcosa ma venne interrotta.
"Fino a prova contraria sono ancora vivo, sento e parlo benissimo, quindi puoi anche chiedere a me. Vedi? Sono qui." Disse sventolando il braccio in aria con lo sguardo ovvio. Presi aria per non rispondergli male e intervenì Gemma.
"Noi... vi lasciamo soli." Si alzò.
"Dov'è Kimberley?" Chiese Harry alla sorella.
"È appena andata via, stavi dormendo. sicuramente Sarah l'ha incontrata, era qui." Lei mi rivolse uno sguardo complice, io annuii, anche se non c'era assolutamente nessuno. Lui annuì credendoci e li salutò mentre chiusero la porta alle loro spalle. Eravamo rimasti noi due e la tensione si poteva percepire. Per quanto fossi ancora arrabbiata con lui, misi da parte il mio orgoglio e mi avvicinai al letto.
"Come stai?" Sorrisi piano.
"Bene, mi fa male la testa, ma il medico dice che tra poco mi passerà." Rispose in fretta. Ne constatai che fosse ancora arrabbiato con me. Ed io con lui.
"Bene, meglio così." Dissi e puntai il mio sguardo verso le mie mani. Non sapevo bene cosa dire. "Ma... cosa è successo?" Chiesi. Avrei frenato la mia curiosità, sarebbe stata la mia ultima domanda.
"Io, stavo... no, non ricordo." Si frenò dal dire. Ormai sapevo riconoscere quando mentiva così portai i miei occhi nei suoi, se stava mentendo avrebbe alzato le sopracciglia lentamente, ormai lo conoscevo e così fece.
"Mi stai mentendo." Affermai.
"Non credo di essere il primo qui a mentire." Mi sfidò ed io scossi la testa. Come poteva essere serio? Ancora si aggrappava al discorso di Jean, la realtà è che era in torto e non sapeva cosa dire.
"Smettila." Ringhiai. Lui si mise seduto meglio e si avvicinò a me.
"Oppure? Per dispetto mi rubi di nuovo la moto?" Chiese ironicamente.
"Non sapevo fosse la tua moto." Gli specificai, ancora una volta.
"Altrimenti avreste preso la macchina? Sicuramente sareste stati più comodi." Alzò gli occhi al cielo.

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The house H.S.
FanfictionIl matrimonio era ormai fissato, pur di salvare la sua famiglia Harry era disposto a sposare una donna che non amava...anche se qualcuno provò a fargli cambiare idea, facendogli capire cosa fosse il vero amore. Si trovò davanti una terribile scelta...