Sarah's pov
Terribilmente strano. Strano e diverso. Come poteva un vestito cambiare tutto? Mi sentivo come loro, come Samantha quando camminava per i corridoi come se stesse sfilando per Versace, come Kimberley che faceva invidia a tutte le ragazze per via dei suoi stupendi vestiti. Mi sentivo così, finalmente bella e all'altezza. Penso che siano stati i tacchi alti, non li indossavo da molto, oppure il vestito stretto e scollato. Mi sentivo bene, ma non sapevo dove andare, stavo ferma in un punto del corridoio sperando che nessuno passasse. Cosa avrebbero pensato? Non potevo stare lì per sempre, dovevo raggiungere la mia camera senza farmi vedere da nessuno. Sì, ma come?
Feci mente locale, c'erano alcune parti della casa in cui non passava quasi nessuno, mi avrebbero portato all'uscita secondaria e da lì sarei stata in giardino. Iniziai a camminare.Di questa casa amavo la moquette, sembrava un enorme tappeto e metteva calore, soprattutto quando fuori pioveva. Allungai molto, scesi le scale secondarie, non dovevano passarci da anni, non erano molto pulite e scricchiolavano. Mancava solo un piano, all'improvviso andò via la luce, doveva essere per colpa del temporale fuori. Non potevo fermarmi o tornare indietro, avrei trovato un modo.
Cominciai a scendere sui gradini bui, andai più piano e cercai di individuare la porta d'uscita. Con le mani tastai il muro fino a sentirla, doveva essere di legno, tirai la maniglia ma non si apriva, era chiusa a chiave. Sospirai e appoggiai la testa sulla porta.
Sentii un respiro dietro di me e mi congelai. Qualcuno era dietro di me, poteva essere chiunque e poteva essere l'assassino. Nella mia testa cercai di fare spazio tra la paura e l'adrenalina, l'unica soluzione era correre su, ma mi avrebbe inseguita e forse sarei potuta cadere.
Sentii una mano fredda posarsi sulla mia spalla è di scatto urlai e mi girai. Mentre mi girai tornò la luce e in fretta presi la prima cosa che vidi: un candelabro mezzo rotto. Alzai gli occhi verso la figura di fronte a me, era un ragazzo che non avevo mai visto, aveva dei capelli lisci tra il castano e il biondo, due occhi verdi ed era su per giù alto come me.
"Chi sei?" Urlai a pieni polmoni tenendo il candelabro nella mia mano di fronte a lui. Sembrava quasi spaventato e teneva le mani alzate come per ripararsi da me. "Parla!" Continuai ad urlare.
"Calmati non ti voglio fare nulla." Disse piano.
"Bugiardo." Urlai. "Assassino." Continuai ad urlare.
"Calmati, io lavoro qui." Continuò. Sembrava più spaventato di me.
"Bugiardo!" Continuai ad urlare contro di lui.
"È-è vero, mi occupo delle stalle e d-dei cavalli degli Styles." Sicuramente stava mentendo, ero stata molte volte alle stalle e non lo avevo mai visto, c'era qualcosa di lui che mi incuriosiva, ma non mi fidavo.
"Anche io lavoro qui e non ti ho mai visto." Urlai. Un po' mi stavo calmando, ma leggermente, la paura non c'era quasi più, ma di adrenalina ce ne avevo molta.
Mi squadrò da testa a piedi, in questo abito non davo l'impressione di una ragazza che lavorava, ma più di un'aristocratica. "Ed io sarei il bugiardo?!" Rise indicando il mio abbigliamento.
"Senti, io lavoro qui davvero, ho questo abito perché... perchè... ma perché ti devo dare spiegazioni?!" Mi arrabbiai.
"Stai facendo tutto da sola." Rise. "Se ti sposti apro la porta e usciamo da qui." Incrociò le braccia al petto, non era più intimorito dal mio candelabro.
"Io non mi muovo." Affermai decisa.
"Va bene, come vuoi." Disse e voltandosi indietro si mise a sedere scomposto su una vecchia poltrona impolverata. Era così sfacciato. Non era vestito molto bene. I suoi stivali erano sporcati di fango ed i suoi vestiti un po' umidi.
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The house H.S.
FanfictionIl matrimonio era ormai fissato, pur di salvare la sua famiglia Harry era disposto a sposare una donna che non amava...anche se qualcuno provò a fargli cambiare idea, facendogli capire cosa fosse il vero amore. Si trovò davanti una terribile scelta...