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Harry se ne andò senza neanche darmi il tempo di spiegare, poteva esserci rimasto male, forse ci stava molto male o forse avrebbe potuto fare qualcosa di impulsivo, nonostante ci provassi in tutti i modi, non riuscivo a togliermi quei pensieri dalla testa, ormai erano ore ed ore che mi tormentavo. L'unico pensiero che mi faceva distrarre era il fatto di non trovare il mio bracciale, non era quello che Harry aveva fatto aggiustare, era un altro molto più semplice, era un filo rosa spesso con un ciondolo a forma di S. Lo stavo cercando da giorni, ma in tutta la camera non riuscivo a trovarlo. Era uno dei miei preferiti e ci tenevo molto. Erano passati parecchi giorni da quando mi ero accorta di non averlo più al polso, ma nessuno dei domestici l'aveva trovato e avevo seriamente paura di non ritrovarlo più. Andai da l'unica persona con cui ero stata molto tempo in questo periodo e che mi poteva aiutare. Jean era seduto su una vecchia sedia e da come si muoveva sembrava agitato e arrabbiato. Si passava spesso le mani fra i capelli e sussurrava cose fra sè e sè per poi mettere la testa fra le mani. Mi avvicinai lentamente cercando di capire cosa fosse successo. Appena mi notò alzò lo sguardo verso di me.

"Ehy" dissi accennando un sorriso. Non era molto semplice dopo quello che era successo al ballo.

"Ciao" si alzò distrattamente. Camminò in avanti, poi si girò indietro e mi sorrise, ma poi camminò davanti, sembrava non esserci con la mente. Iniziò a prendere degli attrezzi e a sistemarli dandomi le spalle, aspettai che si girasse, ma non lo fece, così iniziai a parlare.

"Uhm, io volevo chiederti una cosa" iniziai "sai è da un po' che non trovo uno dei miei braccialetti e ci tengo molto." Continuava a darmi le spalle armeggiando con gli attrezzi davanti a lui, dato che non mi rispondeva continuai. "Abbiamo passato molto tempo insieme questo periodo e mi chiedevo se per caso l'avessi visto, è molto semplice, è un filo rosa con un piccolo ciondolo, non è nulla di importante, ma significa molto per me. Forse l'hai visto..." Non mi rispose. "Forse nelle stalle o da qualche parte qui intorno... come ti ripeto per me è importantissimo, magari se cerchi o addirittura se lo trovi..." Continuava a non filarmi e mi arrabbiai. "Ma mi stai ascolt" urlai ma fui interrotta da lui che si girò improvvisamente.

"Non mi interessa nulla del tuo bracciale!" Urlò ed io rimasi spiazzata non sapendo cosa dire "ho problemi ben maggiori" Continuò mettendosi una mano fra i capelli. "Forse l'hai perso con il tuo amichetto eh!" Si riferì ad Harry. "Sì, quel tuo caro, carissimo amico. Quella brava persona che ha deciso di licenziarmi!" Urlò lanciandomi un foglio leggermente accartocciato.

"Cosa?" Chiesi in un sussurro. Aprii il foglio, ma non lo lessi. Harry non era così vendicativo, non avrebbe mai fatto una cosa del genere, il giorno prima era molto arrabbiato, ma non pensavo arrivasse a tanto...

"Sì, hai capito bene! E sai qual è la motivazione che ha dato? Ha scritto che la mia presenza in questa casa è superflua e non adatta! In poche parole ha scritto che gli do fastidio!" Urlò. Scosse la testa. Conoscevo la situazione economica di Jean e mi sentii in colpa, era tutta colpa mia.

"Calmati" Sussurrai prendendogli il braccio. "È tutta colpa mia." Ammisi.

"Infatti." Puntualizzò ricevendo da parte mia un'occhiataccia.

"Ma magari non è stato lui, forse è stato Dan o Kimberley o Samantha." Provai a discolpare Harry. Il pensiero che avesse fatto tutto questo solo per allontanarlo da me, mi dava fastidio, non si doveva permettere.

"No, la firma è sua. E sai come si è firmato?! Harry Styles. È una provocazione bella e buona."

"Calmati, proverò a parlarci io." Gli dissi una soluzione a caso, anche se non penso che dopo aver litigato per via sua potevo chiedergli un favore per lui. Ma questo non lo dissi a Jean.

"Ora!" Affermò con un lampo di genio. I suoi occhi erano leggermente lucidi, mi si strinse il cuore ed il senso di colpa mi invase, ero io la causa. Annuii ma gli intimai di calmarsi e dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua ed essersi seduto un po', decidemmo di andare a cercare Harry.

"Non passiamo dall'entrata principale, ho le scarpe sporche e ci manca solo che mi mettano a pulire." Alzò gli occhi al cielo. Avrei voluto dirgli che non lo potevano mettere a pulire dato che non lavorava più lì, ma non lo feci. "Passiamo per l'entrata secondaria." Affermò iniziando a cambiare strada.

"Qual è?" Chiesi mentre camminavo dietro di lui, quasi correva e non riuscivo a tenere il passo.

"Quella in cui ci siamo conosciuti." Si fermò e mi sorrise, feci lo stesso, ma la pausa durò un secondo perché iniziò di nuovo a correre.

Arrivammo davanti la porta e mi ricordai subito di quel posto e soprattutto ricordai il mio spavento. Si passò le mani nelle tasche della giacca e poi dei pantaloni, imprecando tra sè e sè.

"Ho dimenticato le chiavi!" Disse buttando la testa indietro e chiudendo gli occhi.

"Dai torniamo a prenderle." Proposi ma lui subito scosse la testa.

"Ci metteremo troppo, passiamo dal garage." Disse prendendomi la mano e iniziando a camminare.

C'è un garage?

                             Harry's pov

No. Non era possibile. Non può dare fastidio anche solo l'esistenza di un'altra persona, a me quella di Jean, sì. Non lo sopportavo ed era abbastanza intuibile, mi urtava la sua faccia polemica, il suo modo arrogante di fare, il suo modo di vestire, di muoversi, di vivere e anche di respirare, ma soprattutto non sopportavo il fatto che lui volesse qualcosa che apparteneva a me e non a lui. Ci sono milione di persone in tutto il mondo, se ne doveva trovare un'altra perché lei appartiene a me. Ero arrabbiato, totalmente, un solo bigliettino mi mandò in collera, probabilmente erano ore che camminavo avanti e indietro nella mia stanza pensando a come farlo scomparire, solo io avevo potuto assumere qualcuno con un nome simile a dei pantaloni. Mille film mi balenavano in mente. E se lei volesse stare con lui? Magari preferiva lui a me? No. Non era possibile che stessi in quel modo. Almeno da ora non sarebbe stato più un problema.

Qualcuno bussò alla porta. "Che c'è?!" Urlai a chiunque fosse. Mi girai e Kimberley con una faccia sconvolta provocata dal mio urlo entrò.
"Che vuoi?!" Urlai meno forte.

"Ti sembra il modo di rivolgersi?" Esclamò probabilmente non capendo la mia reazione. Era strano che ancora non mi avesse detto nulla del ballo.

"Vattene, non è il momento." Esordii, non mi ero mai rivolto così a lei, ma oggi era una giornata particolare. Di solito era la persona con cui cercavo di essere il più gentile possibile, fino a qualche mese fa, per questo riuscivo a capire la sua espressione dubbiosa e arrabbiata. Mi girai dandole le spalle sperando che se ne andasse.

"Ti volevo avvertire che sono arrivate le bomboniere." Continuò.

"Che bomboniere?!" Chiesi girandomi, in quel momento non ragionavo neanche.

"Del matrimonio!" Si arrabbiò. Nonostante le mille creme che si metteva e la maschera di trucco che si faceva in faccia, ogni volta che si arrabbiava le spuntava una ruga in fronte.

"Senti non mi interessa nulla del tuo stupido matrimonio! Lasciami in pace!" Urlai sfogandomi. Fino a quel momento aveva trattenuto la rabbia, ma evidentemente le stava tornando fuori.

"Che cosa?! Cosa hai appena osato dire?! Sei impazzito!" Urlò facendo dei passi avanti verso di me.

"Ho detto che non mi interessa nulla del matrimonio!" Ripetei e vidi i suoi occhi scurirsi.

"Sì?! E allora vediamo se ti interessa più questo!" Urlò tirandomi qualcosa fra le mani, che a prima vista sembrava un bracciale. "Era sulla tua moto."

Se ne andò sbattendo la porta. Osservai il bracciale fra le mani e quando vidi la S, non ci misi molto a capire di chi fosse. Mi precipitai in garage...

The house H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora