35

178 5 3
                                    

                          Kimberley's pov

"Tu" lo indicai con il mio dito minacciatorio. "Ti ho pagato abbondantemente e non hai combinato nulla." Urlai e feci due passi avvicinandomi alla balla di fieno su cui era disteso. Nonostante gli urlai contro rimase estremamente composto e tranquillo, quando si accorse di me sollevò anche gli occhi al cielo come se fosse infastidito dalla mia presenza.

"Io ho fatto esattamente quello che lei mi aveva ordinato di fare." Con un abile salto scese e si posizionò davanti a me. "L'ho invitata ad uscire, l'ho fatta divertire, l'ho invitata a venire al ballo con me, sono stato simpatico e dolce" Iniziò ad elencare.

"Evidentemente non hai fatto abbastanza! Hai visto ieri cosa è successo!" Lo interruppi. Si mise bene il berretto e assottigliò gli occhi.

"Sì, ho visto." Esclamò irritato. "E se le interessa mi ha dato anche molto fastidio." Gesticolò. "Ma se suo 'marito' preferisce Sarah a lei, non ci posso fare nulla." Continuò.

Lo afferrai al collo con la mia mano e strinsi con tutta la forza che avevo. "Tu non sei nessuno e come sei venuto dal niente posso fartici riandare con un solo schiocco delle dita." La sua faccia era sconvolta dal mio gesto impulsivo, la bocca leggermente aperta, ma non riusciva nè a parlare nè a prendere ossigeno. Le sue mani si avvolsero sulla mia e cercarono invano di toglierla, la sua faccia stava diventando più scura e con i suoi occhi lucidi mi stava pregando di mollare la mia presa su di lui. "Sai Jean, non c'è niente che odio di più delle cose che non posso avere, io voglio lui ed io l'avrò ad ogni costo!" Lo lasciai quando vidi che i suoi movimenti avevano perso forza e rimasi a guardarlo cadere a terra e riprende fiato lentamente, tossendo e massaggiandosi il collo. Alzò gli occhi verso di me, ma non riuscì a dire nulla per prendere ancora fiato.

"Non ti permettere mai più." Dissi freddamente e me ne andai lasciandolo lì a boccheggiare.

Sarah's pov

Raccolsi l'ennesimo bigliettino del buongiorno di Jean e me lo misi in tasca, era diventata sua abitudine ormai scrivermi un biglietto del buongiorno e della buonanotte e lasciarlo davanti la porta della mia camera. Sorrisi al suo gesto e mi diressi verso la casa, il tragitto fu tranquillo e appena arrivai notai che oggi tutti erano al lavoro e si prospettava una giornataccia.

"Signorina Payne" mi venne incontro Barbara, sperai di non aver fatto nulla. "Mi deve fare un favore, ieri ho dimenticato tutti i bicchieri usati alla festa giù nel magazzino, dovevo farli pulire, ma me ne sono completamente dimenticata, può farlo lei?"

Pulire trecento bicchieri giù nel magazzino e quindi impiegare metà giornata a stare sola ed in pace?

"Certo!" Accettai. Fui talmente veloce che in circa dieci minuti mi ritrovai davanti la porta del magazzino. Aprii e non ci misi troppo a notare i bicchieri sporchi nell'angolo.
Iniziai a prenderne dieci alla volta e a portarli al lavabo lì accanto, li pulivo, li asciugavo e li sistemavo. Passai così un paio di ore.

Sentii un rumore strozzato e di scatto mi girai, ingoiai la saliva e posai il bicchiere che tenevo in mano. Cadde il silenzio e questo mi fece un po' rabbrividire, pensai di star perdere tempo ma appena mi rigirai per tornare al mio lavoro sentii un nuovo rumore, questa volta più forte e più vicino. Gli scatoloni e le altre cose in mezzo alla stanza non mi aiutavano a vedere.

"Sarah"

Urlai di scatto e feci cadere il bicchiere, quando vidi la figura di Harry mi portai una mano al cuore e lo guardai male.

"Tutto bene?" Chiese avvicinandosi. Indossava pantaloni neri e sopra un maglione rosso che sembrava abbastanza pesante.

"La prossima volta avvisami e non fare tutti quei rumori prima di entrare!" Gesticolai indicando il centro della stanza.

"Ma io non ho fatto nessun rumore." Crucciò le sopracciglia, il senso di inquietudine tornò, ma stavolta era di meno dato che non ero sola. Il mio sguardo vagò di nuovo al centro della stanza.

"Vado a controllare." Esclamò. "No" Urlai prendendolo per un braccio. Nei film la tizia che rimaneva sola faceva sempre una brutta fine. "Sicuramente non sarà stato nulla, magari un animaletto, stai tranquillo... ma perché sei qui?" Chiesi prendendo le sue mani nelle mie.

"Mi mancavi" cercai di non sciogliermi o non fare strane facce e per fortuna lui continuò. "Ieri non ci siamo visti e volevo vederti, mi da fastidio scambiarci solo sguardi quando c'è gente." Si passò una mano fra i capelli e poi avvolse le braccia intorno a me.

Provai ad aprire bocca, volevo ribattere che era colpa sua se eravamo in quella situazione e lui avrebbe potuto cambiare tutto ma non lo faceva, ma mi rivolse un'occhiataccia magari capendo che avrei voluto dire e così non dissi nulla.

"Questa sera andiamo fuori?" Propose.

"Devo lavorare e domani mi devo svegliare prima dato che la signora Barbara ha deciso di pulire tutta casa affondo" spiegai e lui alzò gli occhi al cielo.

"E se le dici che stai poco bene?" Continuò.

"Harry!" Lo sgridai e lui rise. C'erano quei momenti in cui rimanevamo fermi ad osservarci finché qualcuno diceva qualcosa.

"A che ora finisci oggi?" Continuava a chiederlo anche se doveva saperlo dato che era il mio capo.

"Nove." Risposi, il tempo che la famiglia Styles mangiava e sistemavamo. Annuì e si sedette accanto a me, continuai a pulire i bicchieri e lui mi diede una mano, scherzammo un po' e parlammo, così volo la prima mezza giornata.

                                        ***

Dopo il mio turno, la sera tornai in camera e trovai Harry lì con un vassoio per mangiare insieme, nonostante lui avesse già mangiato, avevo notato che aveva leggermente spizzicato a cena e dopo capii il perché.

"Sai non voglio cacciarti, ma io dovrei andare a dormire." Sorrisi. Erano due ore che stavamo insieme sul letto a sparlare dei dipendenti della casa che stavano antipatici ad entrambi. Lui annuì e si alzò dirigendosi verso la porta, lo seguii e la aprii per farlo uscire, mi sorrise e fece qualche passo, vidi che si bloccò e la sua espressione cambiò, seguii il suo sguardo fino a per terra dove un altro biglietto di Jean spiccava sul pavimento. Sgranai gli occhi, Harry si abbassò e prese il foglietto in mano leggendolo più volte. Si girò verso di me e mi guardò.

"Che cos'è questo?" Esclamò alzando un sopracciglio con il biglietto tra l'indice e il medio.

Ciao a tutti e buon Natale in ritardo! Questo capitolo è un po' corto e noioso lo so, ma è fondamentale per quello che accadrà dopo. La storia vi sta piacendo?

The house H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora