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Alcuni giorni, io semplicemente non voglio parlare con nessuno. E in quei giorni è davvero bello averti accanto.

***

Capita a volte che qualcuno ti dica qualcosa che ti saresti perfettamente aspettato o messo in conto. Qualcosa che ti fa stare male, o almeno dovrebbe. Il pensiero o la supposizione che si concretizza non è mai una bella cosa. L'analizzare la situazione ti fa rattristire certamente, ma diventa strano quando non provi più emozioni. Quando il cervello diventa triste e l'emozione che manda nei nervi non fa nessun effetto al cuore. Come se parlassero e si dicessero "ehy dovresti stare male! Diamine rattristisciti!" E il cuore rispondesse: "Abbiamo sofferto dolori peggiori."
È talmente strana una sensazione del genere. Ti fa pensare. Se si arriva a quel punto non è bello, almeno non dovrebbe esserlo. Nel mio caso è una rassicurazione. Vuol dire che l'armatura creata, funziona.

Iniziammo a servire la cena. Il mio cervello era così impegnato che non prestavo ascolto ai discorsi che stavano facendo.

"Fermatevi un secondo." Ci disse dolcemente Gemma. "Voglio consegnare i regali prima del dolce." Finì.

Io e Jade ci fermammo e aspettammo in piedi davanti a loro. Continuavo a guardare quella bambina. Assomigliava così tanto a Zayn. Zayn non era al tavolo, era come sparito.

"Questo è per te, papà." Disse estraendo un pacchetto dalla borsa. Era una penna.

"Per te, Haz." Prese un bracciale di cuoio. "In India dicono che aiuta a prendere delle decisioni importanti e giuste." Disse lanciando uno sguardo a Kimberley.

"Questo è per voi." Prese un pacco e lo diede a Samantha e Kimberley. "È un soggiorno di due giorni nella SPA più bella della città." Spiegò.

Kimberley e Samantha emisero un suono di felicità. "È magnifico!" Urlarono. "Per quando è la prenotazione?" Chiese Samantha.

"Quando volete. Anche ora." Sorrise Gemma. Mi piaceva questa ragazza.

Le due si lanciarono uno sguardo. "Des-" iniziò Samantha. "Vai tranquilla." La interruppe Dan capendo tutto. Kimberley guardò Harry che annuì. Di fretta si alzarono e ringraziando Gemma andarono in camera per preparare le valigie suppongo.

Io e Jade iniziammo a servire il dolce. Ad Harry piaceva la zuppa inglese. Al tavolo rimasero solo in tre. Harry, Gemma e quel ragazzo che non avevo capito chi fosse. Dan era andavo a giocare con la nipotina.

"Harry, noi dobbiamo parlare." Disse con un tono autoritario Gemma.

"Sì? E di cosa?" Chiese Harry con voce sarcastica, sapeva evidentemente bene di cosa la sorella voleva parlargli.

"Della scemenza che stai per fare." Continuò lei. Sembrava molto decisa e sicura di sè. Penso che si riferisse al matrimonio tra il fratello e Kimberley. Anche secondo lei non erano fatti l'uno per l'altra.

"Hai detto bene Gemma. Che STO per fare. È una decisione mia, non tua nè di nessun altro." Alzò il tono Harry. Non so bene perché ma mi sentivo inclusa in quel 'nè di nessun altro'.

"È una decisione sbagliata e mi sento in dovere di dirtelo!" Alzò anche lei la voce.

Io e Jade eravamo lì davanti a goderci lo spettacolo, aspettando che ci ordinassero di fare qualcosa. Anche il ragazzo al tavolo era nella nostra stessa posizione. Non avevo ben capito chi fosse o quale carica ricoprisse.

"L'argomento non ti riguarda." Affermò Harry con tono tagliente immergendo il suo cucchiaino nella zuppa inglese.

"Sì che mi riguarda dato che si tratta della mia famiglia." Continuò ad urlare Gemma. Era infastidita dal comportamento del fratello.

The house H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora