Capitolo 3

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I miei pensieri vengono interrotti da...
Qualcuno che bussa alla porta, perciò decido ci rientrare dentro, spero non sia di nuovo lui, apro la porta e vedo Cole , gli faccio un sorriso "mi sono dimeticato di presentarti mio figlio, vieni!" mi trascina fuori dalla stanza per portarmi a quelle affianco "veramente io...." non finisco di parlare e Cole bussa alla porta,
subito davanti alla porta compare un ragazzo alto, è  Jonathan.
"Jonathan, ti presento Rechel" dopodiché Colo lo inizia a fissare come se riuscisse a capire quelle che passava nella mente del figlio.
Io e Jonathan ci guardiamo e come se niente fosse mi porge la mano sorridente, io sentendomi le guance prendere fuoco mi copro leggermente con i capelli e gli stringo la mano che al tatto è calda e accogliente ma leggermente secca, dopo esserci presentati per la seconda volta Jon si sposta un po' di lato come per lasciare libero il passaggio, Cole entra dentro la stanza guardare il figlio e stringendomi la mano e portandomi dentro, io e Cole ci sediamo nel letto mentre Jon si siede bella sedia della scrivania e iniziamo a parlare, dopo circa dieci minuti sentiamo il telefono in salotto squillare "scusatemi ragazzi vado a rispondere, potrebbe essere il lavoro" si alza in piedi e si stiracchia leggeremnte mettendo ben dritte le spalle, che sembrano ancora più larghe viste dal basso, esce chiudendo la porta dietro di sé e lasciando me li impalata nel letto a fissare la porta con Jon!
"Beh a questo punto io vado" mi alzo e mi avvio verso la porta e mi sento dire da dietro "perché?" Mi giro e rispondo con un semplice "sono stanca" metre sto per appoggiare la mano nella manigna sento ancora la sua voce "beh se ti va ti parlare più tardi bussa" mi giro lo guardo e me ne torno in camera mia,
"Iniziamo bene io non vado da nessuna parte domani!" Dico un po' troppo ad alta voce perché subito dopo sento una presenza dietro di me, e una voce che mi sussurra nel orecchio
"Si tu domani uscirai con me e i miei amici" mi giro di scatto per lanciare uno schiaffo dallo spavento e vengo fermata da un ragazzo che con un  braccio ferma il mio, mentre con l'altro mi tappa la bocca per non farmi urlare, dopo averlo visto mi sto zitta.
"Che cosa ci fai qui?!"
"Ti ho sentita urlare..."
"Non stavo urlando"
Mi gurada alzando un po' le sopracciglia
"Va bene ma non molto..."
Dopo qualche secondo di silenzio
"Scusa la mia scortesia prima in balcone" fa una piccola pausa nella quale io non lo interrompo aspettando che continui, "non avrei dovuto agredit..." lo inizio ad analizzare più attentamente ora che è vicino, ha delle ciglia lunghe che delineano l'esterno dell'occhio, la sua mascella e abbastanza dritta, i suoi capelli scuri alla luce si schiariscono leggermente danto un tocco da cattivo ragazzo a questa faccia da angelo, la sua voce calma e profonda di danno un senso di pace e di tranquillità. Non credo a quello che ho sentito, non mi era mai capitato che qualche ragazzo si scusasse per le cose che non erano niente o per lo meno, non mi era mai capitato che qualche ragazzo si scusasse con me per quello che diceva o faceva, e dal tono della sua voce neanche lui lo faceva spesso. Non volendo cedere semplicemente con delle scuse perciò gli risposi fredda:
"Grazie, ora te ne puoi andare"
lui non si mosse di un millimetro e continuando a fissarmi come sorpreso dal fatto che qualcuno lo mandasse via.
"ti devi preparare per cenare?"
Ormai rassegnata "si"
Prendo la roba per cambiarmi e lo guardo ripetendogli:
"ora te ne dovresti andare"
ma lui non si muove, perciò prendo la roba e mi chiudo in bagno ,da dietro la porta sento "comunque non ci sono mio padre e tua madre", faccio un sorriso
"E quindi?" "Ci guardiamo un film?" sorrido di nuovo.

Dopo cambiata esco e me lo ritrovo ancora dentro la camera che fruga tra le mie cose, prende in mano una foto e mi chiede
"chi e questo?"
Mi rattrisco un po' nel vedere chi sta indicando nel piccolo quadretto color argento.
"È mio padre"
"Ora dov'è?" Mi guarda incuriosito. Io senza rispondere e facendo finta di nulla prendo la foto e la ritiro
"Sono pronta, grazie per la compagnia"
Lui capisce al volo la situazione perciò cambiando discorso dice:
"Ti va se ti faccio fare il giro turistico per la casa e il giardino?"

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