Capitolo 39

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Inizio chiamata:
S;- pronto? Chi parla?
R;- em sono io, Rechel, la ragazza del altra sera
S;- oh si ciao come va?
R;- bene tu? Volevo sapere quando potevo restituirti la tua felpa
S;- tutto apposto grazie, per me va bene anche sta sera, ceniamo fuori ti va?.
Guardo l'orologio, le otto di sera, si tanto non ho nulla da fare per oggi, spero che a Rebby non dia fastidio
R;-si va bene, mi preparo e poi dove ci incontriamo?
S;- facciamo che tra un ora ti vengo a prendere?
R;- va benissimo
S;- a dopo Rechel
R;- a tra poco Simon
Fine chiamata
Mi chiedo come faccia a sapere dove abito, scendo e ritorno dagli altri, "Rebby io devo uscire a cena fuori, tu rimani qui con loro?" Mi fa un sorriso, "si rimango qui, ti serve aiuto per prepararti?" Annuisco colpevole, sono una frana con queste cose, saliamo di nuovo in camera e mentre io mi faccio una doccia veloce Rebby sceglie la roba, esco fuori in accappatoio e mi siedo nel letto, Rebeccah mi lancia dei vestiti e io me li metto, lascia i miei boccoli naturali e mi trucca leggermente (foto in alto) usciamo dalla camera e siccome manca ancora un quarto d'ora mi siedo nel divano insieme agli altri, "beh dove vai di bello?" Mi chiede Erick, "devo andare a cena fuori" ho già detto tutto a Rebby e non è stata molto entusiasta, perlomeno non quanto avrei voluto, "ww e chi sarà il fortunato?" Mi mordo la guancia, non capisco perché tutte queste domande, "è Simon" tutti rimangono zitti, vedo la vene del collo di Jon pulsare e la mascella serrarsi, è arrabbiato, suona il campanello, mi alzo velocemente e prendo lo zaino, siccome non so ancora aprire il cancello esco a piedi, maledetti stivaletti alti, esco dal cancelletto e mi avvio verso la macchina, apro lo sportello e con un sorriso mi siedo "ciao Simon!" Mi saluta anche lui e gli do la sua giacca, ne indossa una nera e anche da lontano si può sentire il profumo di menta, per tutto il viaggio rimandiamo zitti e ascoltiamo le varie canzoni che passano alla radio. Simon parcheggia vicino al ristorante, l'aria è fresca ne troppo fredda ne troppo calda, spero che rimanga così altrimenti morirò di freddo visto che per la fretta ho preso al volo una giacchetta molto leggera, un cameriere si avvicina a noi per chiederci se abbiamo prenotato, "si ho prenotato un tavolo per due" il ragazzo annuisce e ci fa segno di seguirlo, noto che il cameriere mentre parla mi lancia alcuni sguardi ma non ci faccio molto caso, a differenza di Simon che per fargli un dispetto mi prende il braccetto, ci sediamo in dei divanetti uno di fronte al altro, in mezzo al tavolo c'è un piccolo vaso con una rosa dentro e i piatti con le posate, tutto il ristorante è sui colori del dorato, bianco e nero, infatti questo ristorante mi piace molto ed è molto accogliente, anche il personale è molto tranquillo ed educato. Ordiniamo la prima portata e prima che portino i piatti con i nostri cibi si avvicina una banda  di musicisti e iniziano a suonare con i violini, la musica riempie l'aria e le risate di qualche bambino ribelle che corre per il ristorante occupano l'intera sala, arrivano le nostre ordinazioni e iniziamo a mangiare. Finita la cena iniziamo a parlare del più e del meno, ma ancora una domanda mi affolla la testa e così decido di chiedergliela, "come facevi a sapere dove abito?" Suona così stupida ora che l'ho detto, mi fa un sorriso comprensivo, "Jon è molto conosciuto a scuola e poi è anche il capitano della squadra, in più sono stato a varie feste che ha organizzato anche se ora non ne fa più" che stupida, avrei dovuto pensarci dopotutto è normale che sappiano tutti dove abita visto che è come un vip nella nostra scuola. "Sai che a scuola sei la chiacchiera del momento?" Appoggio il mento sopra la mano, "ah si? E perché?" Lui annuisce, "sei la sorella di Jon e nessuno sa ancora niente su di te, sei come un mistero, povero Jon si deve sorbire tutte le domande dei ragazzi nello spogliatoio" chissà perché Jon non mi ha detto niente, un altro cameriere passa e fa un occhiolino a Simon, rimango sorpresa, e il ragazzo seduto davanti a me notando che io ho visto tutto inizia ad agitarsi, "lo conosci?" Cerca di rimanere fermo sulla sedia, "si...volevo dire... no...forse" rimane zitto e anche io faccio lo stesso "mi dispiace per quello che sto per dirti..  fosse stato per me non lo avrei mai fatto...ma ne avevo bisogno" non capendo lo incito a continuare, tutto in torno a noi si fa completamente nero, sono totalmente concentrata ad ascoltare solo lui, "sono gay, ma gli altri stavano iniziando a sospettare e dovevo fare qualcosa... tu eri nuova e perciò non sapevi niente sul mio conto, perciò eri adatta...qui ci vengono molti studenti della nostra scuola ed era il posto giusto per far vedere che uscivo con una ragazza... mi dispiace" rimango sorpresa, "e la tua ex? Quella che hai lasciato per far mettere con Dom?" Aggrotta le sopracciglia "è successo molti anni fa e ancora non ero cosciente di essere gay" assimilo il tutto "va bene.. lo accetto" lui rimane sorpreso "cosa vuoi dire?" Mi accomodo meglio "farò finta che ci stiamo frequentando fino a quando tu non vorrai dichiararti.. se ti può aiutare, lo farò a me non crea nessun disturbo" Simon per la felicità mi prende la mani e le stringe fon le sue "non so come ringraziarti" gli sorrido e alcuni ragazzi della nostra età ci guardano sorpresi, "dobbiamo organizzarci...".
Ora che Simon si è completamente aperto con me abbiamo iniziato a parlare molto di più, e abbiamo scoperto più cose l'uno dall'altra, scendiamo dalla macchina e come programmato io ho la sua giacca sulle spalle, ci mettiamo davanti l portone e suono, "pronto?" Lui annuisce e appena la porta si apre ci baciamo, purtroppo le cose non vanno come programmato visto che invece di aprire i due amici di Jon apre direttamente lui, l'unico che speravo rimanesse fuori da tutta questa storia.

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