Capitolo 48

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Passo gli altri due mesi tra discoteca, spiaggia, nuovi amici, negozi e l'hotel più precisamente nella cabina armadio, questo è l'ultimo giorno qui a Las Vegas e abbiamo organizzato una mega festa di saluto, ho stretto amicizia con una ragazza di nome Sara, e anche a Rebeccah è molto simpatica, abbiamo fatto un mega gruppo sul telefono. Posso dire di stare bene, di essere felice, siccome siamo andati tantissimo al mare sono diventata molto scura, chiudo le valigie e mi arriva un messaggio quindi prendo il telefono in mano e leggo il nome di "Kevin" apro la chat e leggo il messaggio.

: ci vediamo stasera

; ci puoi contare! 

ho legato tantissimo anche con lui nonostante i continui interventi di Alex per separarci, stava diventando un vero stress, penso che mi mancheranno tutte queste persone e spero di vederle al più presto, anche non so quanto la scuola me lo permetterà visto che ormai solo al'ultimo anno, riguardo la questione Jon? sto benissimo, penso di aver messo da una parte, una parte ben nascosta, i sentimenti che provavo per lui, non so come reagirò quando lo rivedrò, non ci ho parlato quasi mai e da l'ultima volta che ne ho parlato con Alex è passato molto tempo, metto un paio di pantaloni rossi con delle strisce sottili bianche con un cinturino nero legato in vita, una felpa corta rossa, sotto ho una canottiera nera corta e nei piedi ho deciso di mettere un paio di stivaletti neri. Abbiamo affittato un locale e lo abbiamo addobbato con palloncini e una piccola torta, siamo circa quaranta persone, sento bussare alla porta e vado ad aprire, naturalmente è Rebby che senza neanche entrare mi fa vedere due pantaloni, uno rosa e l'altro uguale ai miei, indico quelli uguali ai miei e sparisce di nuovo nella sua stanza, mi pettino e mi trucco, dopo mezz'oretta siamo entrambe fuori, alla fine si è vestita uguale a me, sono le quattro di pomeriggio, alle sei e mezza partiamo e arriveremo a casa verso le nove e mezza, spero di tornare al più presto in questa città perché oltre a essere bellissimo ci sono delle persone davvero fantastiche. Decido di non bere niente di alcolico, in compenso mangio tutte le paste che hanno portato e due fette di torta, come al solito io e Rebby balliamo facendo sciogliere gli alti e farli venire con noi, posso dire che  quando Cole diceva che questo genere di esperienze ti cambiano e ti aiutano a crescere e maturare, penso di essere cambiata leggermente, una cosa che non mi importa più è dire ciò che penso senza trattenere tutto dentro e la seconda cosa che ho imparato è che farò ciò che voglio, tanto alla gente non importa quello che fai, e da ciò mi è passata leggermente l'imbarazzo di essere al centro del attenzione. La festa è andata molto bene, c'è stata qualche lacrima ma niente di più, prendo le mie tre valigie, si sono diventate tre a causa dei regali, vestiti, scarpe e altre cose, mi siedo nel sedile infondo al pullman e mi sdraio nello schienale, piano piano la testa scende giù fino a toccare il finestrino, e una volta toccato quello sprofondo nel sonno.

JONATHAN'POV

Giselle ha preparato per cena un bel pollo arrosto sto quasi sbavando per l'odore che emana ma lei continua a volerlo tenere ancora nel forno, "Jon ti ho detto che sta per arrivare" sbuffo e mi mangio un altro pezzo di pane, in questi due mesi devo dire che ho sentito veramente tanto la sua mancanza, tanto che ho iniziato ad odiarla per circa cinque giorni, poi però Giselle mi ha detto di avvicinarmi e quando mi ha passato il telefono ho sentito la sua voce che mi diceva un semplice "ciao", mi si è sciolto il cuore, poi però mi è passato, quando subito dopo ho sentito la voce di altri due ragazzi "hey Jon" il primo era mio fratello ma il secondo neanche si presentò visto che era troppo impegnato a parlare con lei, dopo aver fatto qualche domanda a mio fratello senza farmi sentire da Giselle avevo chiuso, e ora sono qui, seduto in una sedia il più vicino al forno, aspettandola per gustarmi un pollo cotto. Finalmente la porta si apre e subito sbuca la piccola Rechel con tre valigie dietro di lei, anche se io mi ricordo che al andata ne aveva solo una, tutti le saltano a dosso e anche io senza pensarci due volte mi avvicino per abbracciarla, si perché dopo due mesi senza vederla, neanche un litigio o un amore non ricambiato può impedirmelo, lei è l'unica ragazza che non mi è caduta ai piedi e questo mi affascina, la stringo al mio petto e anche se lei al inizio è sorpresa poco dopo si scioglie e ricambia l'abbraccio, mi inebrio del suo profumo e di quel breve contatto, breve contatto perché subito interviene Giselle  "chi ha fame?!" entrambi ci giriamo e ci andiamo a sedere a tavola, mio padre prende le valigie di Rechel e le porta in salotto mentre Giselle mette in tavola il pollo, io nel frattempo guardo lei, la ragazza che amo e che non riesco neanche a toccare per più di cinque secondi, il sole le ha scurito la palle, i capelli le sono diventati più chiari e gli occhi, sembrano trasmettere felicità da tutte le parti, "che profumino! comunque vi ho portati dei regali"guarda nella mia direzione e io subito sorrido felice che in questi due mesi abbia pensato anche a me. Finiamo la cena e ci sediamo tutti nel salotto, io, Giselle e mio padre nel divano più lungo mentre Rechel si mette nella poltrona davanti a noi, apre la prima valigia e consegna a ognuno di noi un regalo, mio padre apre il suo pacco e al interno c'è un profumo, quello che so che a Giselle piace molto a dosso di lui, la donna spacchetta il suo pacco che rispetto a quello di mio padre è più grande, al suo interno ve un vestito che arriva al ginocchio, aderente e allo stesso tempo elasticizzato, Rechel le consegna un altro un po' più piccolo, "grazie tesoro!" apre anche quello e dentro ci sono due paia di scarpe abbinate al vestito, lascia a sua madre i tempo di guardare e ammirare il suo vestito, poi rivolge tutta la sua attenzione su di me, inizio ad aprirlo, il mio è molto più piccolo rispetto agli altri tre quindi non so proprio cosa aspettarmi.

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