Esce dal bagno e viene a coricarsi vicino a me, passano molti secondi di silenzio, nessuno dei due ha il coraggio di parlare dopo tutto quello che è successo, "io ti devo delle scuse" dice "non è ve-" mi mette una mano sulla bocca "si invece, te lo avrei dovuto dire subito e mi dispiace" tolgo la sua mano da sopra le mie labbra e incrocio le nostre dita, "cosa di ha detto Cristin?" chiedo serio, lei abbassa la testa ma inizia a parlare, "dopo averle raccontato il sogno ha fatto alcuni ragionamenti, ed è arrivata alla conclusione i miei incubi erano una specie di avviso che il mio cervello mi stava dando"
Non capisco molto di quello che ha detto, "che cosa dicevano?" alza la testa e mi guarda dritto negli occhi, li analizza, cercando di leggerci qualcosa "mi volevano dire qual'è la mia più grande paura" sospira e prende coraggio "Cristin ha detto che il mio sogno significa che io ho paura che la persona a cui tengo di più mi abbandoni e che questo scateni in me un senso di vuoto, come se morissi" ci rifletto un attimo, "sono io, hai paura di perdere me.."
RECHEL'POV
Abbasso la testa, la paura che sto provando in questo momento è troppa, e se non mi volesse più? e se il suo amore cambiasse in compassione? non voglio che guardandomi lui provi compassione, io voglio che quando lui mi guarda i suoi occhi si riempano d'amore, passione e felicità, voglio che continui a guardarmi come ha sempre fatto, voglio che parlando non debba stare attento a quello che dice per paura di ferirmi, perché entrambi che le cose che diciamo non sono niente in confronto a quello che proviamo l'un l'altra, purtroppo, la cosa deve essere a scelta di entrambi.
Una lacrima riga la mia guancia e Jon si affretta a raccoglierla, mi prende il mento costringendomi ad alzare la testa, "Prima quanto ti ho difesa, anche se tu non mi avevi detto niente" sorride contagiandomi "ti ho detto che niente e nessuno riuscirà a separarci, e quando l'ho detto lo pensavo davvero, tu sei l'unica cosa bella che mi è capitata nella vita e l'ultima che vorrei fare è lasciarti perché questo farebbe morire anche me" inizio a piangere
"Non ti libererai mai di me" dice sincero, lo abbraccio forte a me,
Nella stanza regna il silenzio, avvolte il silenzio è in grado di esprimere più parole di quelle che si possono dire a voce,
Il nostro silenzio è pieno di amore e di ti amo non detti, perché sarebbe inutile dirlo, quando il momento è già perfetto così com'è.
Mi alzo dal letto e vado nella scrivania per studiare prima che si svegli Jon, quando è sveglio mi distraggo sempre, manca poco più di un mese alla fine della scuola e ci stanno letteralmente riempiendo di verifiche, non posso credere che non rivedrò tutte le mattine i soliti professori, i soliti corridoi, i soliti compagni, e non potrò vedere tutti i santi giorni quella psicopatica che ho come migliore amica,
finisco di studiare e chiudo il libro esausta, non ho ancora fatto colazione e sto morendo di fame, il telefono inizia a squillare e io mi lancio nel comodino per togliere la suoneria prima di svegliare Jon, giro la caviglia cado, "accidenti" sussurro tra i denti, allungo la mano e prendo il telefono rispondendo alla chiamata, zoppicante entro in bagno e mi chiudo dentro.
"pronto?" mi siedo sul water e mi guardo la caviglia, "Rechel sono io! Rebby! possibile che non guardi mai con chi parli?" allontano il telefono dal orecchio visto che urla "comunque dobbiamo vederci" annuisco come se potesse vedermi "quando?" le chiedo "ora! ci incontriamo al solito bar" chiude la chiamata e vado subito a prepararmi.
Jon è ancora addormentato quindi prendo la roba e inizio a vestirmi li, "ti sei fatta male?" mi chiede ad un tratto, mi spavento e faccio un salto indietro "non girarti! stai immobile!" mi vesto velocemente e gli salto addosso, lui ride e mi abbraccia anche se è ancora sotto alle coperte "ti sei fatta male?" ripete per la seconda volta, sorrido e gli do un bacio sul naso, "no sono solo caduta" ride di gusto e mi da un bacio a fior di labbra, "almeno sei riuscita a prendere il telefono" rido e lo lascio alzare.
Esco di casa e vado ad incontrare Rebby al bar, è seduta in angolo ben illuminato, e sta bevendo un cappuccino, la saluto con un abbraccio e mi siedo con lei, "stamattina mi è arrivata una lettera" le sorrido e do un morso alla mia pizzetta "mi hanno accettato alla Columbia University!" quasi mi strozzo, era da quando ha fatto la richiesta che mi assillava, " ma è fantastico!" ci alziamo in piedi e iniziamo ad abbracciarci.
"anche a me hanno accettato alla Texas A&M University" ci abbracciamo di nuovo fregandocene egli sguardi delle altre persone, "Liam dove andrà? te lo ha detto?" chiedo con un sorrido stampato in faccia.
"si lo hanno accettato all'Università di Stanford, siamo un po' lontano ma ce la possiamo fare" penso che lo dica più per se stessa che per me, so bene che quando Rebby si mette una cosa in testa non rinuncia mai, "invece Jon?" mi chiede curiosa "Lo hanno preso da qualche parte?"
"che io sappia no, non mi ha voluto dire neanche in quali scuole si è iscritto, ha detto che non vuole illudersi" sarà una sorpresa penso, "in quali scuole pensi si sia iscritto? magari è una lontana" lancio un occhiataccia alla mia migliore amica "vuoi per caso mettermi le paranoie?" le chiedo divertita "non so in che scuola si sia iscritto ma non è quello il problema" non ci sono ostacoli che non possiamo superare insieme, dopo tutto quello che abbiamo passato essere lontani non è niente in confronto, finiamo di mangiare e di bere e continuiamo a parlare per un po' di tempo.
Torno a casa e mi stendo nel divano, mi guardo un po' di tv e quando inizio ad annoiarmi vado in camera a studiare per l'esame, per fortuna sono sempre andata bene a scuola e questo esame non mi preoccupa, inizio a pensare a questo e arrivo alla conclusione che non è vero che l'esame non mi spaventa, sono spaventata a morte, ricomincio a studiare e dopo un ora vado in cucina per mangiare qualcosa, mi preparo un panino e inizio a mangiarlo, sento il campanello e mi metto un giubbotto per uscire ad aprire il cancello, si non ho ancora imparato ad aprire il cancello.
Angolo autrice: Il libro è praticamente finito e dopo un anno era ormai tempo, come la state prendendo? Penso che mi mancherà un po' scrivere delle strane gelosie di Jon e delle figuracce di Rechel, grazie alle persone che hanno seguito la storia, che l'hanno criticata in modo costruttivo e che mi hanno supportata a continuare, un bacione! Passate a leggere anche le altre.
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~Sex Or Love?~
RomanceSto revisionando la storia. Rechel è una ragazza che non ha mai creduto in se stessa, che ha perso suo padre da piccola e che ha dovuto imparare a contare solo su se stessa e su sua madre. Verranno distrutti tutti i muri che con il tempo si è creata...