Capitolo 40

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Saluto Simon con un sorriso complice ed entro dentro casa cercando di ignorare Jon che invece continua a seguirmi "mi spieghi cosa vuoi fare?" Continuo per la mia strada, cerco di sorpassarlo per la terza volta ma stavolta mi afferra al braccio "lasciami! Non ti devo spiegazioni di ciò che faccio" continua a tenermi il braccio ma qualcosa nel suo sguardo cambia, sembra quasi... deluso? Cerco di liberarmi ma non ci riesco "cosa vuoi da me?! Me lo vuoi spiegare?!" Gli urlo contro, non so perché ho accettato di aiutare Simon visto che non lo conosco, forse perché sono inconsapevolmente attratta da ciò che mi distrugge, non capisco perché dopo tutte le volte che sono rimasta ferita questa volta mi sto ferendo da sola, dopo tutto quello che ho passato continuo sempre a sbagliare, voglio solo trovare la persona che smetta di farmi soffrire e che mi aiuti, ma Jon non me lo permette, quando sto con lui ci sono momenti in cui sono in paradiso mentre altri in cui mi sembra di stare all'inferno, nonostante ciò non faccio altro che pensare a lui quando non c'è, mi scombussola le cose e quando lo vedo mi si ferma il cuore, non so se chiamarlo amore, ma come si può amare il proprio fratellastro, no, sicuramente è perché gli voglio un gran bene, "io non voglio niente da te! Se tu che mi stai facendo impazzire!" Faccio uno scatto e mi libero il braccio, tutte le lacrime trattenute che avevo minacciano di uscire, ma non posso crollare, non ora, non adesso, non davanti a lui.
Corro in camera mia, non so come potrò anche solo guardarlo nuovamente in faccia, ci stavo già provando prima di uscire con Simon, e alla fine sono praticamente scappata di casa, come posso vivere con la persona che odio e amo allo stesso tempo? Ho represso per troppo tempo questo sentimento nei suoi confronti e ora che è venuto allo scoperto non riesco a controllarlo, chiudo a chiave la porta e mi butto sul letto, Rebeccah mi raggiunge e si avvicina da me, a quel punto le lacrime fin ora trattenute escono e si riversano come fiumi sulle mie guance. Ho deciso di raccontarle tutto e lei si è offerta di ospitarmi per qualche giorno e io senza pensarci ho accettato, per ora non riesco a guardarlo negli occhi, ma sono sicura che con il tempo riuscirò a controllarmi, non riuscendo a tenere gli occhi aperti, appoggio la testa al cuscino e crollo.

JONATHAN'POV
Il sole splende e riflette sui vetri delle finestre, quei due cretini dei miei amici non hanno fatto altro che chiedermi che cosa è successo ieri e alla fine non abbiamo quasi dormito, ieri sera ho capito una cosa, amo Rechel anche se lei ora non mi può neanche vedere, quando ho aperto la porta e ho visto le labbra di Simon su quelle di Rechel... Sono come impazzito, mi dava fastidio e allo stesso tempo mi si è spezzato di cuore, e ora che ci penso, anche solo pensare che per tutta la sera un altro ragazzo l'ha guardata e toccata mi fa adirare. Mi arriva un cuscino in faccia e mi alzo di scatto "a cosa stai pensando?" mi chiede Erick, li ho fatti dormire nel mio divano in camera mia, Peter da una pacca sul petto al amico "ma non è ovvio?! Guardarlo negli occhi?!" Erick strizza gli occhi e si avvicina "si si è come dicevi tu... È completamente  cotto bisogna farlo curare" ridono di me e io alzo gli occhi al cielo mentre loro continuano con le loro battutine. Scendiamo in cucina per prepararci qualcosa da mangiare e trovo Rebeccah e Rechel sul uscio della porta con una valigia, non voglio discutere ancora con lei, da come cerca di evitarmi e da come mi ha guardato noto che è ancora infuriata con me, e anche io d'altronde lo sono, so che passerà molto tempo prima di riprendere anche solo a guardarci... figuriamoci a perdonarci l'un l'altra visto che siamo entrambi molto orgogliosi, interviene Peter al posto mio "dove andate di bello?" Rechel esce completamente dalla porta e al posto suo risponde Rebeccah "viene a casa mia per un bel po' di tempo" ci fa un falso sorriso per salutarci e quando posa lo sguardo su di me ritorna seria e chiude la porta sbattendo. Giochiamo a turno con la play e nonostante provi a non pensarla, qualsiasi cosa io guardi in questa casa, mi ricorda lei, stacco la presa della play e i miei due amici mi guardano in cagnesco, "che ne dite di fare un giretto?" Cerco di essere il più positivo possibile nonostante tutto, i miei amici comprendendo il mio stato d'animo e dopo aver sbuffato varie volte accettano, uno alla volta ci laviamo e quando abbiamo finito tutti quanti usciamo di casa. Entriamo in macchina dove al posto del guidatore ci sono io, come al solito, abbiamo deciso di andare a farci una birra e mangiarci qualcosa, nonostante sia ancora stanco psicologicamente ho deciso di staccare la spina dai miei contorti pensieri, sono arrivato alla conclusione che magari Rechel ha fatto bene ad andare dalla sua amica per qualche giorno, così avrò il tempo di pensare e schiarirmi le idee su ciò che voglio e su ciò che non voglio. Arriviamo al centro commerciale e ci fiondiamo al bar, ci accomodiamo in un tavolino del solito colore rosso in plastica e la cameriera ci raggiunge appena ci nota, quest'ultima comincia a lanciare occhiatine al mio amico Erick, ordiniamo le birre e io in più una pizzetta, la ragazza se ne va e arriva subito il commento del mio amico, "vado io a pagare vi sto avvisando" ridiamo, sappiamo benissimo com'è fatto il nostro amico ed entrambi ci aspettavamo un commento, la ragazza arriva con il conto ed Erick si alza dalla sedia facendola strisciare rumorosamente "vengo a pagare alla cassa... tanto devo prendere un altra cosa" la ragazza annuisce e si allontanano, il nostro amico si gira verso di noi e ci fa l'occhiolino, iniziano a parlare e dopo qualche minuto ritorna, si siede frettoloso nella sedia per raccontarci "allora si chiama Chiara e mi ha dato il numero" ridiamo "non so perché ma non avevo dubbi al riguardo" Erick è sempre stato così, energico e solare, porta positività ed è in grado di illuminare la tua giornata se buia, tutto ciò aggiunto al suo fascino diventa molto attraente per le ragazze. Facciamo un giro nei negozi e compriamo qualcosa, oggi i miei due amici se ne vanno perciò andrò a trovare Giselle e poi mi dovrò vedere con Liam, il mio migliore amico da ben più di dieci anni, passo prenderlo verso le diciannove e poi andremo a casa a mangiare, devo dire... serata interessante.

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