Capitolo 27

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RECHEL'POV
La giornata passa in fretta e conosco un nuovo ragazzo di nome Dominic che da quanto mi ha detto Rebeccah le piace molto ma anche lui è un donnaiolo ed è appena entrata nella squadra, dopo aver ascoltato tutte le fantasie di Rebeccah riguardanti il fatto che lo vedrà durante le partite, sono andata da Jon per farmi accompagnare ma aveva appuntamento e dopo aver litigato un po' me ne sono andata per aspettare il pullman, mi siedo in una panchina e ascolto i messaggi in segreteria.
"Rechel dimmi dove sei ho disdetto l'appuntamento ti vengo a prendere" alzo gli occhi al cielo con un piccolo ghigno
"Rechel mi sto preoccupando per favore chiamami e dimmi dove sei" sto per chiamarlo quando mi arriva un altro messaggio
"Rechel sto andando alla polizia" lo chiamo.
*inizio chiamata*
J "pronto? Rechel?"
R "si sono io, cosa vuoi?"
J "che mi dici dove sei?!"
R "dove pensi che sia! Sto aspettando il pullman perché qualcuno sapendo che non posso ancora avere la patente ha deciso di abbandonarmi davanti al parcheggio semi-vuoto della scuola!"
J "mi dispiace sto arrivando"
R "no! Sta arrivando il pullman e non ci rimango ad aspettarti visto che stanno arrivando un gruppo di ragazzi strani e prepotenti"
*fine chiamata*
Nel gruppo di ragazzi dal fare prepotente riconosco Tyler, gli sorrido ma prima che possa raggiungermi salgo nel pullman che parte subito, lui rincorre per qualche metro il veicolo poi si ferma in mezzo alla strada mettendosi una mano dietro la testa e grattandosela sorridendo nella mia direzione, subito gli amici lo guardano stranito. Entro dentro casa dove seduto nel divano c'è Jon che evidentemente mi stava aspettando visto che appena i suoi occhi incrociano i miei di alza e mi raggiunge. "Rechel mi dispiace, ti avrei dovuto avvisare" sorrido, un po' mi dispiace che abbia perso l'appuntamento a causa mia,  ma solo un po', è un bel ragazzo non penso dovrà faticare a trovare una ragazza che esca con lui, dopotutto tutte le ragazze della scuola vorrebbero uscirci, anzi mi correggo, quasi tutte. "Sta tranquillo, tutto dimenticato".
Per il giorno seguente ho due verifiche di francese e anche di inglese perciò vado in camera mia e inizio con la prima materia, ovvero quella dove la professoressa mi spaventa di più, e che so che mi interrogherà sicuramente. Le ore passano e tra una pagina e un altra sono già le 20, decido di ripassare un altra mezz'ora e di ripetermi tutte le trenta pagine prima di andare a cenare e iniziare con la successiva materie, ovvero inglese, anche se  questa scuola è più difficile rispetto in quella dove andavo prima devo dire che mi trovo abbastanza bene con i professori, sono delle persone in gamba e riescono a farti entrare il concetto in testa perciò non ci impiego  molto a studiare. Scendo giù in cucina per cenare e mi metto ad aiutare ad apparecchiare la tavola, sta volta Cole e la mamma hanno preparato la pasta al pesto, che io amo, e le bistecche, poi siccome Cole sta insegnando a Giselle qualcosa di nuovo da cucinare stavolta hanno preparato le ciambelle con la nutella.
Le ciambelle sono finite subito a causa di Jon che si è ingozzato talmente tanto che tra un po' affogava, per fortuna Cole conoscendo il figlio e il suo rapporto con i dolci me ne ha conservato un paio che ora mi sto portando in camera per mangiare tranquilla. Pendo il libro dallo zaino e mi siedo, inizio a leggere e a leggere mangiando i miei biscotti, mia mamma sta volta si è davvero superata! Sono buonissimi domani le chiederò se ne facciamo degli altri, mi ricordo che quando ero piccola mia mamma aveva provato a fare una torta al cioccolato ma la cucina aveva iniziato a fare fumo e poco dopo preso fuoco, avevamo dovuto chiamare i vigili del fuoco e l'unica cosa che era uscita dal forno era un rettangolo nero per metà carbonizzato, quando era tornato a casa mio padre si era messo a ridere, avevamo dovuto riverniciare la cucina e comprare nuovi mobili. Mi accorgo che i biscotti sono finiti e a causa di un po' di sete, mi alzo per andare in cucina, ne approfitto per prendere una piccola pausa dallo studio, arrivo in cucina dove trovo Jon con un grembiule intento a preparare qualcosa, "cosa stai facendo?" lui non avendomi sentita arrivare fa un piccolo salto per lo spavento per poi girarsi e lanciarmi una occhiataccia, "avevo fame e sono sceso per cercare di preparare un paio  biscotti" fa una piccola pausa e io cerco di trattenere una risata, ma mi sfugge un piccolo sorriso, "perché tu sei sveglia a..."  si gira il polso dove tiene l'orologio e controlla l'ora,
"... a mezzanotte?" alzo le spalle e vado verso di lui "avevo sete, hai studiato per le verifiche di domani?" Avendo appena messo i biscotti nel forno si toglie i guanti e li poggia vicino, "le verifiche erano state programmate una settimana fa, e certo che ho studiato" appoggio il bicchiere e mi siedo " poi ci manca un altro anno per finire le scuole perché mai dovrei farmi bocciare, anche se sono bello non vuol dire che sia stupido" in effetti ci manca un ultimo anno prima di andare all'università, sempre se ci accettano, "chi ti ha detto di essere bello" "non ce bisogno che me lo dicano si vede quando mi seguono o mi invitano a casa loro" okay forse non sarei dovuta entrare in questo argomento mi alzo dalla sedia per andarmene a dormire, "dove vai?" Si è rimesso i guanti per togliere dal forno i biscotti "a dormire" sbadiglio coprendomi la bocca con la mano "che ne dici di rimanere a parlare?" Sorrido "va bene".
La notte è lunga, io e Jon parliamo del più e del meno, raccontandoci vecchi aneddoti, alcuni sulle sue partite, e io sulla mia precedente vita a Londra con l'aggiunta di qualche aneddoto  divertente sulla nostra infanzia, non pensavo che Jon potesse diventare un ragazzo serio e ben educato, qualche volta quando lo guardavo mentre parlava riuscivo a vedere un nuovo Jonathan, un Jonathan che da piccolo voleva fare l'astronauta, un Jonathan dolce e gentile, ma purtruppo queste qualità le nasconde e solo in pochi possono assaggiarne una piccola parte, e la cosa che mi fa star bene e che questa piccola parte, Jon la sta condividendo con me.

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