Capitolo 47

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RECHEL'POV

Mi alzo dal letto con un mal d testa allucinante, mi metto le mani in testa e mi massaggio leggermente le tempie, non ricordo quasi niente di ieri notte, solo qualche spezzone della serata, io che mi ballo su Kevin e che poi usciamo fuori, nient'altro, la cosa che più mi da fastidio del dopo-sbronza è che non capisci ma come sei tornata a casa, esco dalla mia stanza e vado a fare colazione, prendo il telefono per mandare un messaggio ad Alex nel frattempo che il cappuccino finisce di scendere,

: hey Alex, ci vediamo oggi?

;si, mandami la tua posizione e ci vediamo per pranzo.

Spengo il telefono e inizio a bere il mio cappuccino ancora caldo, ieri le altre ragazze sono andate a fare un giro di tutto l'hotel, per scoprire qualche nuova stanza, a me sembra una cosa un po' strana, okay che hanno guardato un film horror, ma io sarei andata sicuramente a dormire, si ho una tremenda paura per questo genere di film, però quando i miei amici si mettono a guardarlo, sono costretta anche io, prendo una bustina per farmi passare questo mal di testa che continua a martellarmi le tempie, apro il mio armadio e prendo un semplice maglioncino bordò e un paio di jeans, avviso Rebby che sto uscendo e anche se all'inizio si è lamentata di averla svegliata solo per questo, mi ha detto "va bene, stai attenta, e non ti azzardare mai più a svegliarmi per una cosa del genere, soprattutto quando il giorno prima abbiamo fatto festa" rido al pensiero di cosa è appena successo pochi minuti fa, da quando mi sono svegliata ho una strana sensazione che mi attanaglia il petto, penso che ieri sera non mi sono divertita così tanto, prima ho mandato la posizione ad Alex e mi ha detto che stava arrivando, rimango ancora qualche minuto da sola sul ciglio della strada, una macchina totalmente nera mi si ferma davanti non riesco a capire di chi si tratta visto che i finestrini sono oscurati, mi avvicino e busso subito i finestrini si abbassano e riesco a vedere la faccia di Alex divertita dal mio comportamento, apro lo sportello, e salgo in macchina e mi siedo a lato passeggero, mi giro nella sua direzione e ci abbracciamo, "da quanto tempo" ci stacchiamo e sorridiamo entrambi al altro, "da troppo tempo" rispondo alla sua affermazione, anche se quest anno ho dovuto impegnarmi molto a scuola, in più con tutte le cose che sono successe con Tyler e mia madre, accende il motore e partiamo anche se non so bene dove, al'inizio non parliamo molto infatti il rumore delle canzoni che passano alla radio riempiono l'aria, "dove stiamo andando?" mi pulisco i jeans e ripongo l'attenzione di nuovo su di lui, "ti sto portando a casa mia, come va con Jon?" rimango sorpresa da questa domanda, "non lo so" non si gira a guardarmi ma tenendo lo sguardo fisso nella strada ride e allo stesso tempo sbuffa, come e lo fosse aspettato, "e mio padre con Giselle?" sorrido al pensiero di quei due "oh loro stanno più che bene, sono felicissimi" trasmetto la mia gioia anche al mio fratellastro, mi sembra molto strano chiamarlo fratellastro, io lo reputo come un amico, arriviamo davanti a una piccola casetta e parcheggiamo, "purtroppo rispetto alla casa di mio padre, e mi dispiace ma la mia è una casetta molto più piccola, e in più è tutta disordinata quindi mi scuso in anticipo" apre la porta e a me non sembra tanto disordinata, è vero, ogni tanto c'è qualche camicia sparsa sulla sedia, mobile o divano ma  per il resto è abbastanza ordinata "sto cercando di trasferirmi definitivamente qui, non è molto lontano dai nostri genitori, e anche se mi mancherebbe molto viaggiare, voglio vivere qui, che te ne pare?" ho sempre ammirato il lato responsabile di Alex, anche se è poco più grande di me, Cole gli ha sempre permesso di viaggiare e di fare le sue esperienze ed è grazie a lui che sono qui  a Las Vegas, mi ha detto che Alex fin da piccolo voleva viaggiare e fare nuove esperienze e alla mia età, si è dimostrato abbastanza affidabile da poter realizzare questo suo sogno, al contrario, Jon non ha dimostrato grande interesse, da quando sua madre se ne andata, è sempre stato contrario al cambiamento, per questo non hanno mai cambiato casa, mentre tutto restava esattamente uguale lui ha iniziato a cambiare, è diventato un egoista, pensava solo a se stesso e alle scommesse che gli venivano fatte, "ho notato che mio fratello è cambiato molto da quando ci sei tu" alzo le spalle mentre lui mi porta la cioccolata, "io non ho notato niente di diverso, a parte che è diventato strano negli ultimi tempi ed è un rompiscatole seriale" scherziamo ancora un po' su vari argomenti e quando lui cerca di andare sul argomento, Jon, io lo devio sempre scherzandoci sopra, "ora basta Rechel" rimango sorpresa, e allo stesso tempo scocciata, è la quarta volta che cerca di parlare di Jon, se non voglio parlarne, non voglio e basta, e lui dovrebbe capire "perché non vuoi parlare di Jon?, cosa è successo?" sbuffo evidentemente infastidita dal fatto che mi voglia mettere alle strette "non è successo niente, perché dovrei parlare di lui?" non mi accorgo di aver alzato leggermente il tono di voce e quindi mi riaccomodo nella poltrona, "scusa, davvero Alex cosa vuoi? ti ha detto qualcosa vero?" il ragazzo davanti a me sorride mordendosi il labbro e annuendo "cosa ti ha detto?" si mette quasi a ridere e inizia a parlare "beh, ha detto di farti qualche domanda sul suo conto, se fossi ancora arrabbiata con lui per quello che è successo e poi non ti posso dire altro" rimango sbigottita "come non puoi dirmi altro?" sorride cercando di fare lo gnorri "cose tra fratelli, mi spiace sorellina" mi accarezza la testa e scompigliandomi i capelli, posa le scodelle di entrambi sul lavello, lo guardo male mentre lui continua a prendersi gioco di me "ora devo tornare in hotel, comunque domani forse vado al mare con tutte le altre, se vuoi sei invitato, porta qualche tuo amico" strizzo l'occhio e rido, prendo la roba e ci incamminiamo alla macchina "certo che non mancherò!" rido visto che so benissimo che Alex non si perderebbe l'occasione di vedere una ventina di ragazze in costume.

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