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Federico non era più riuscito a riaddormentarsi, per qualche strano motivo il pensiero di aver avuto gli occhi di quel ragazzo addosso mentre dormiva lo rendeva inquieto.

"Buongiorno" salutò pimpante Federico mentre si avvicinava al tavolo della colazione dove suo padre leggeva il giornale e sua sorella sfidava la forza di gravità per tenere le palpebre aperte; "buongiorno a te" salutò la madre che stava quasi per alzarsi, "sei in ritardo" commentò il padre "perché ieri non sei sceso a cenare?" Chiese mentre ancora non aveva staccato gli occhi dal giornale "avevo mal di testa. Sai, non ho mai amato viaggiare così tante ore" disse semplicemente mentre si versava del succo nel bicchiere.
Suo padre c'era, sua madre anche, Annette era accanto a lui, la domestica stava versando del the, sembrava esserci tutto, eppure Federico non si spiegava questa sensazione di aver scordato qualcosa, si sentiva quasi incompleto e forse per questo stava guardando ovunque, cercando con lo sguardo qualcosa che neanche sapeva che cosa fosse, cercava qualcosa o, forse, qualcuno.
"Mamma, papà, potreste spiegarci questa novità di avere un maggiordomo?" Chiese Annette risvegliando Federico dai suoi pensieri "chiedi a tua madre" rispose freddo il padre "dice che è all'ultima moda" continuò virgolettando le ultime parole "oh non dargli retta tesoro" intervenne sua madre mentre chiudeva la zuccheriera "l'ho fatto innanzitutto per voi: il ragazzo è del posto e voi qui non conoscete quasi nessuno, potrà portarvi un po' in giro, è a vostra completa disposizione" "uhm, e come mai hai voluto un ragazzo? L'Italia manca di domestiche donne?" Chiese sarcastico Federico "a me va bene che sia un ragazzo, come dice la mamma è 'alla moda' e poi non puoi negarlo" intervenne Annette rivolgendosi a Federico "è un gran bel ragazzo" continuò ridendo, "la ringrazio signorina Annette" una voce alle sue spalle fece impallidire Annette e subito dopo il suo volto diventò dello stesso colore di un pomodoro di stagione, Federico rise coprendosi il volto con un tovagliolo prima di essere colpito con un calcio dalla sorella.
"Signor Rossi, ho appena finito di parlare con il ragazzo della corrispondenza, è tutto apposto per il momento. Se ha bisogno di altro chieda pure." Benjamin era solo un ragazzo, ma nonostante ciò svolgeva il suo lavoro come se fosse ormai abituato a farlo da anni, sempre preciso e puntuale sotto ogni aspetto; "grazie, Mascolo. È già pronta la carrozza?" Chiese Ettore "si, vi aspetta per andare in città" rispose il maggiordomo "perfetto, Annette vai a prendere la borsa, tu caro sei pronto?" Si alzò la moglie prendendo la borsetta appesa alla sedia "si, comincia ad uscire, vi raggiungo tra un attimo". Mentre Carolina usciva accompagnata dalla domestica dai capelli biondi e seguita da Annette che stava per recarsi nella sua camera, Ettore poggiò il giornale sulla sedia alzandosi e infilò la giacca nera: "Federico" disse con tono sicuro "mi raccomando, pensa a ciò che ti ho detto ieri." "Ma state andando via tutti?" Chiese Federico quasi per cambiare argomento "e io? Che faccio io?" "Federico non sei un bambino, dobbiamo iscrivere tua sorella al corso di balletto. Non serve che venga anche tu, se ti senti solo c'è qui Benjamin, chiacchierate." Disse indicando il maggiordomo, per poi allontanarsi e lasciarli da soli.
"Perfetto" disse tra sé e sé "ora devo chiacchierare con i domestici, ci mancava solo questa" continuò, "mi scusi signorino, non sono riuscito a capire" Benjamin si avvicinò a Federico pensando ad un nuovo ordine "niente, parlavo da solo" rispose alzandosi per tornare in camera "aspetti" lo fermò Benjamin prima che potesse essere troppo lontano "se vuole le parlo un po' dei Sebastiani, ho prestato servizio in quella casa per qualche mese". Federico era stranito, non pensava che suo padre avesse parlato dei Sebastiani al maggiordomo prima di parlarne con lui, eppure lui sapeva: "ti ha chiesto mio padre di farlo?" "No.. ehm.. in realtà sua sorella mi ha.." "avrei dovuto capirlo, è sempre stata un'impicciona" "no, si calmi, voglio dire, sua sorella mi ha detto che siete a pranzo da loro e che le avrebbe fatto piacere sapere come comportarsi, deduco voglia sapere anche lei qualche abitudine di questa famiglia."
Benjamin sperava davvero che il ragazzo di fronte a lui si fermasse ad ascoltarlo, voleva essere d'aiuto, voleva svolgere bene il suo lavoro a 360 gradi, non poteva essere licenziato di nuovo, suo padre non gli avrebbe permesso di partire per la Francia per studiare medicina se non avesse svolto almeno altri due anni di lavoro. Benjamin doveva lavorare, doveva farlo bene e per farlo doveva far si che i suoi signori si fidassero di lui, e per guadagnare la loro fiducia doveva entrare nel personale ma nel frattempo doveva stare attento a non mostrarsi indisponente.

"Quindi tu hai lavorato da loro?" Chiese Federico mentre faceva dei passi indietro "si, signore" annuì Benjamin, Federico gli fece segno di accomodarsi di fronte a lui sul divano e dopo un attimo di titubanza, il maggiordomo fece come ordinato; il tono di Federico sembrava più calmo, come se avesse capito le intenzioni di Benjamin "e come mai ti hanno licenziato? Sempre se posso chiedere, ovviamente" Benjamin sembrava essersi accorto del cambiamento dei modi di Federico e un sorriso, seppure troppo breve e nascosto, apparve sulle sue labbra: "ecco, in realtà, sono andato via di mia spontanea volontà, signore" "e come mai? Non ti pagavano bene?" "No, no, non è per questo.. è.. loro volevano offrirmi un contratto di 5 anni ma io conto di essere a Parigi non appena avrò compiuto i 26 anni e.. ecco.. come tempistica.." "Parigi?" "Si! Studierò medicina a Parigi" Benjamin sembrava fiero di star raccontando se pure in minima parte un pezzo della sua vita ad una persona tanto importante nella sfera sociale quale era Federico, il quale però, alle parole del povero maggiordomo rise di gusto "tu? Un domestico da 4 soldi che studia medicina a Parigi? Ma in che mondo vivi, Mascolo?" Il cuore di Benjamin perse anche quell'ultimo briciolo di speranza che quella conversazione sarebbe potuta andare per il meglio. Oramai aveva capito che neanche quella famiglia lo avrebbe accettato, aveva capito che Federico non aveva alcuna intenzione di parlare con lui e, arreso, chiese il permesso e si allontanò dal salotto.
Lui e Federico non sarebbero mai andati d'accordo.

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora