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Perdonate il ritardo, avevo un diploma da prendere ❤️🙏🏼
Mi faccio perdonare con un capitolo un po' più lungo:

Era martedì, le 21:30 di sera, il cielo sereno, qualche nuvola ogni tanto oscurava le stelle, non faceva nemmeno troppo freddo, si stava bene in giardino, non c'era bisogno di abiti più pesanti, forse di calore umano si, ma non di abiti. Federico apprezzava il freddo, stava meglio col suo Benjamin accanto però. Stava per decidere di alzarsi e provare a parlargli quando "sei un coglione" sentì, si girò a guardare "eh?" Annette si sedette accanto a lui "sei con coglione, sei d'accordo?" "Ma per cosa?" "Come per cosa? Fè ti rendi conto che quel povero ragazzo è tornato da Roma completamente sfinito e la prima cosa che ha fatto è stata chiedere di te e che ho dovuto dirgli che eri a pranzo con un altro?" Federico ragionò qualche secondo "ehm.. ma è un contabile, neanche un mio amico, dovevo fare.." "Federico, no. Benjamin non c'era, Benjamin non ne sapeva niente e tu non potevi chiedere il suo parere." "Dovevo chiedergli se potevo pranzare con un contabile?" "È il tuo ragazzo!!" "Ma non è vero!" Annette si bloccò, Federico fece lo stesso, aveva parlato senza riflettere, ma Benjamin sul serio non era il suo ragazzo. "Devo parlare con lui" disse serio "subito." Annette si alzò e ritornò dentro, mentre Federico prese le scale secondarie per arrivare in camera di Benjamin più velocemente.

"Ben, sei dentro?" Bussò una volta Federico alla sua porta, nessuna risposta "Benjamin, posso entrare?" Bussò una seconda volta, da dentro ancora nessuna risposta, Federico aprì chiudendo subito la porta alle sue spalle "non ti ho dato il permesso di entrare" Benjamin stava sistemando i bagagli "è casa mia" "ah fantastico, ora passi a fare il prepotente" Federico sbuffò: "va bene, Ben, ho sbagliato. Non me ne sono reso conto ma ho sbagliato." "Lo stai facendo per accontentarmi?" Benjamin continuava a fare avanti e indietro nella stanza "Ben, Cristo, la vuoi smettere un attimo?" Il moro si fermò a guardarlo: "pensavo che tu stessi male, quando sono partito eri totalmente distrutto e hai distrutto anche me. Per tutto il tempo non ho fatto altro che pentirmi di essere partito da solo, se ho avuto del tempo in cui non facevo niente ti ho comprato regali, volevo farti sorprese su sorprese, ti volevo con me, mi sei mancato da morire, avevo bisogno di starti accanto e quando finalmente torno a casa.. tu sei fuori tutto il giorno con un altro e lo porti anche a pranzo dove IO e TE, NOI due abbiamo cenato insieme?" Federico sentì il suo cuore spezzarsi in mille pezzi, aveva fatto stare male l'unica persona che voleva felice sulla faccia della terra "mi dispiace." Disse avvicinandosi a lui "non ho riflettuto abbastanza" Benjamin si sedette sul suo letto, portando le ginocchia alla testa, Federico si sedette di fronte a lui "però ti giuro Ben, non è successo niente. Lavora per mio padre, l'ho portato un po' in giro, non è successo niente!" Cercò di scusarsi "lo so" sussurrò "solo che credevo che mi stessi aspettando a braccia aperte, tutto qui." Era già più tranquillo, probabilmente aveva solo bisogno di sfogarsi e scaricare un po' di rabbia. Federico sorrise e spalancò le braccia "vale lo stesso con qualche ora di ritardo?" Benjamin alzò gli occhi al cielo e annuì, fiondandosi tra le sue braccia. Federico si sdraiò portando con sé Benjamin, si beò per minuti interi del suo odore lasciandogli continui baci sul collo e tra i capelli. Benjamin stava quasi per addormentarsi, le coccole gli facevano quasi sempre questo effetto, ma non aveva voglia di dormire, quindi si divincolò leggermente per stare naso a naso col più piccolo "vuoi baciarmi come gli eschimesi?" Chiese Federico, Ben scosse la testa "voglio baciarti come Benjamin" disse, prima di cominciare a baciarlo appassionatamente.
"Non me la conti giusta" si staccò dopo circa 5 secondi Benjamin, Federico sorrise "va bene, cosa vuoi che ti racconti?" Strinse un po' di più a sé il ragazzo "innanzitutto voglio sapere chi.." Federico gli tappò la bocca con la mano "ti ricordi che ti amo vero? Sono passati 3 giorni, non una vita, ti amo come prima e forse più di prima e ti amo incondizionatamente, la smetti con questa gelosia o no?" Gli occhi di Benjamin diventarono dolci, quasi il loro azzurro freddo diventò liquido, quasi gli stava bene che Federico gli stesse tappando la bocca, quasi sentiva di sciogliersi tra io calore profondo delle sue braccia e il calore delle parole del biondo, che gli allontanò la mano dal volto solo per accarezzargli i capelli. Benjamin rimase un paio di minuti in totale contemplazione dei gesti del suo innamorato, avrebbe potuto restare ore intere e guardarlo, poi però sussurrò: "tu sei mio, vero?" Federico sorrise ancora, poi annuì "e non importa se teoricamente tu sei già fidanzato?" Federico scosse la testa "mi importi solo tu" sussurrò ad un centimetro dalle sue labbra "ora ti fai baciare o no?".

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora