19

932 93 33
                                    

Mi spiace tantissimo per il ritardo, la scuola mi prende molto tempo. ❤️

Federico si sistemò l'abito, aggiustò i fiori e bussò al campanello dei Sebastiani.
Le emozioni che avrebbe dovuto provare sarebbero dovute essere indescrivibili, e invece Federico poteva spiegare bene come si sentiva: vuoto.

La cameriera annunciò il ragazzo e Cristina fu felice di vederlo in quella mise: probabilmente aveva già capito tutto.

"Questi sono per te" esordì Federico più scocciato che emozionato
"Ti ringrazio, sono molto molto belli" sorrise la ragazza passandoli subito alla domestica
"Che stile che hai!" Rise sedendosi sul divano "accomodati!" Poi disse
Federico decise che forse sarebbe stato opportuno fare un piccolo discorso, che ovviamente non aveva preparato
"Ehm, Cristina.. devo dirti delle cose" disse
"Fai pure" rispose
"Probabilmente penserai che ci conosciamo da poco e queste mie parole sono più che azzardate in questo momento.. ti volevo chiedere, ecco... ti.." si inginocchiò e tirò fuori la scatoletta di velluto "vuoi sposarmi?" Chiese aprendola.
Non sarebbe dovuto essere così. Avrebbe dovuto fare il discorso più smielato di tutti i romanzi di Annette, avrebbe dovuto farla emozionare e piangere di gioia, ma così non poteva essere, perché Federico non l'amava.

Cristina si sistemò i capelli dietro all'orecchio prima di prendere l'anello "è bellissimo!" Disse, "come facevi a sapere che mi piacciono da morire così?" Lo indossò guardandosi la mano in ogni direzione, Federico si sedette accanto a lei ripensando a quando quella sera aveva visto lo stesso anello sul dito di Benjamin, a quando gli aveva detto che se invece avesse chiesto a lui di sposarlo avrebbe detto si senza esitare, pensava a quell'anello che non voleva saperne di togliersi dal dito del ragazzo e alle sensazioni che aveva provato quando, una volta tolto, su quella mano era rimasto il segno di un anello che non era destinato a lui, ma che meritava certamente più di ogni altra persona.
A lui avrebbe fatto qualsiasi tipo di discorso, sapeva benissimo cosa dire e anche se non lo avesse saputo, avrebbe detto le prime cose che gli sarebbero passate per la testa e sarebbero state comunque perfette, perché sincere.
Benjamin era un pensiero costante, non poteva, non voleva che andasse via.
"Comunque si, voglio sposarti" si ricordò Cristina, prima di prendere tra le mani il viso di Federico e stampargli un bacio sulle labbra.
Federico rimase per qualche secondo sotto shock, finanche i suoi baci gli davano noia, mentre avrebbe, in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo baciato Benjamin.
"P-perché lo hai fatto?" Chiese
"Siamo fidanzati, ehm, si fa di solito, no?"

La serata si concluse nella noia più totale dei discorsi politici del padre, Cristina non aveva più aperto bocca -forse annoiata anche lei-, mentre Federico era costretto ad annuire e a dire la sua.
Non ne poteva più, doveva evadere. Ma come?
"Scusate, avrei bisogno del bagno.." interruppe il discorso Federico "certo!" Parlò finalmente Cristina "ti ci accompagno, andiamo"
Forse che servisse a qualcosa?
Il tragitto fino al bagno fu silenzioso, fino a quando, fuori alla porta, lo bloccò prendendogli la mano e dicendo "Federico, volevo solo.. volevo solo dirti che è difficile anche per me. Non sei l'unico che non ha diritto di parola." Disse, poi aprì la porta del bagno e si allontanò.
Federico si sciacquò più volte il viso riflettendo su quelle parole: nonostante tutto si sentiva fortunato, perché anche se come Cristina avrebbe dovuto sposare qualcuno che non amava, a differenza della ragazza lui aveva conosciuto quel sentimento, lo aveva vissuto: stava amando.
Federico, nonostante tutto, era già innamorato.
Il signor Sebastiani gli offrì da bere: Federico non era molto abituato a bere a quell'ora della sera, ma non rifiutò comunque "ora dovremmo decidere una data prima possibile, vorrei avere dei pargoletti qui in giro prima che io sia troppo vecchio per rincorrerli!" Disse mentre versava del brandy, Federico si sentì del tutto fuori luogo, non doveva esserci lui, non doveva toccare a lui renderlo nonno, quella famiglia non si meritava Federico e Federico non si meritava quella famiglia, ma il destino o forse qualcuno con intenti materiali, aveva voluto farli incontrare e stava cercando in tutti i modi di renderlo parte di un progetto di cui si sentiva estraneo. Sicuramente quel futuro toccava a qualcuno, ma non poteva, non voleva essere lui.
Si assentò per qualche minuto rifugiandosi nei suoi pensieri "e quindi avevo intenzione di vendere quel terreno e comprarne... ragazzo? Stai bene?" "Si-si, sto bene, solo che è tardi, dovrei ritornare, credo" disse guardando l'orologio da taschino.

Bussò due volte alla porta della camera di Benjamin, senza risposta.
Poi una terza, e ancora nessuna risposta.
Il ritmo dei battiti cominciava a farsi più veloce.
Una quarta volta.
Una quinta.
Scese le scale e corse in camera di Annette:
"Federico? Perché sei così agitato?" Chiese Annette aprendo la porta ormai già in vestaglia da notte
"Benjamin?? Benjamin dov'è?" Chiese affannato entrando
"Non lo so, presumo stia dormendo"
"No, non è in camera sua" Federico cominciò a girare la stanza velocemente con le mani dietro alla nuca
"In giro per casa?" Chiese ancora Annette
"È tutto spento" disse ovvio Federico
Annette si ricordò di un posto che Federico non aveva di sicuro mai visto, ma che Benjamin si e a suo dire se ne era perdutamente innamorato, forse che era lì?
"Fede, calmati"
"NON MI CALMO" urlò "NON SO DO.."
"FEDERICO BASTA!" lo fermò la ragazza
"Prendi le scale di servizio, devi andare al ripostiglio"
"Al ripostiglio? Ma che.."
"È troppo lungo da spiegare, vacci e basta" disse.
Federico fece come detto dalla sorella, aprì la porta del ripostiglio e la prima cosa che notò fu una piccola candela consumata poggiata sul davanzale della finestra da cui entrava la luce della luna, qualche libro qua e là, cuscini di ogni tipo sparsi e grovigli di coperte.
Chiuse la porta dietro di lui e si avvicinò al groviglio di coperte russante, sorrise quando capì, abbassò leggermente le coperte: Benjamin dormiva con un libro stretto al petto e nella posizione più scomoda che avesse mai potuto assumere.
"Hey.. Ben" sussurrò Federico, "mi senti? Ben?" Continuò togliendogli il libro tra le braccia, Benjamin spalancò gli occhi mettendosi seduto, gesto che scatenò una breve risata in Federico "che..che.." provò a dire, ancora stordito, "tranquillo Ben, sono io" il moro portò una mano al viso strofinando gli occhi "che ci fai qua?" Federico si sedette di fronte a lui e sistemò un cuscino accanto al suo "ti cercavo, Ben, è difficile da comprendere?" Chiese, Benjamin seguì i movimenti di Federico con lo sguardo "vuoi dormire qui?" Chiese "mh mh, se tu vuoi dormire qui si, altrimenti possiamo anche andare in camera mia, o in camera tua, o dove ti pare, mi basta che stai con me" disse sistemandogli i capelli che gli ricadevano sul viso, Benjamin annuì sdraiandosi, Federico fece lo stesso rimboccando le coperte a entrambi, si guardarono negli occhi qualche minuto fino a che Benjamin non decise di stringersi a lui, poggiando la testa sul braccio disteso del biondo che gli faceva da cuscino: "lo hai fatto?" Sussurrò "sì" rispose Federico disegnando cerchi immaginari sulla schiena del moro "come è stato?" Chiese ancora "ha detto si, niente di emozionante." Benjamin si spostò leggermente per guardare negli occhi il ragazzo "tu cosa le hai detto?" Chiese serio, Federico sorrise e si schiarì la voce "amore mio, sei il mio primo pensiero quando la mattina mi sveglio e l'ultimo quando vado a dormire. Quando sono con te il mondo si colora, rendi tutto più bello, rendi tutto vivo. I tuoi occhi sono l'esatto completamento dei miei anche se non ho mai capito se sono blu o verdi, nonostante io mi sforzi e non c'è giorno in cui io non desideri guardarli intensamente, perché solo così io riesco ad entrare nella tua anima e a..."
"Basta." Benjamin si allontanò di nuovo "non ho intenzione di continuare a sentire." Federico rise prendendo il moro per la vita e portandolo ancora una volta verso di lui "..non c'è momento in cui io non desideri le tue labbra sulle mie, Benjamin. Tu sei tutto quello che desidero. Ho bisogno di te, in ogni momento della giornata, e in ogni momento della mia vita ti voglio accanto, Ben." Benjamin boccheggiò qualche istante, poi, con gli occhi lucidi sorrise e si avvicinò per baciare Federico, che ricambiò.

"Ben, promettimi che non te ne vai" disse Federico ormai più addormentato che sveglio, Benjamin gli baciò la tempia "sarai con me sempre, ovunque andrò." sussurrò.

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora