Per tutta la notte Benjamin non aveva fatto altro che controllare la temperatura al ragazzo disteso accanto a lui che a momenti lo allontanava togliendosi le coperte di dosso e a momenti lo cercava per calore, così come avrebbe fatto un qualsiasi bambino con la febbre.
Per tutta la notte aveva vegliato su di lui, lo aveva accarezzato, lo aveva stretto a sé, gli aveva dato da bere, gli aveva rimboccato le coperte e, si, aveva anche avuto il tempo di pensare a quanto bello fosse Federico: i suoi lineamenti erano perfetti, lo aveva osservato bene di giorno e aveva tracciato i suoi contorni di notte, ormai conosceva ogni suo minimo particolare a memoria, avrebbe potuto fargli un ritratto anche se lui fosse stato a chilometri di distanza, ormai era impresso dentro di lui. Benjamin svegliò Federico all'alba, il cocchiere aveva riparato la ruota e sarebbe potuto già ripartire e nonostante il ragazzo si sentisse ancora poco bene, Benjamin sapeva che a casa sua avrebbe potuto ricevere delle cure migliori che in una locanda: "heyy, suu, sveglia, dobbiamo ripartire" Federico si rigirò per la terza volta "mh, si.. aspetta" mormorò, prima di mettersi seduto sul letto per poi guardarsi attorno "ma.. dove siamo?" Il maggiore, che stava rimettendo la giacca nera, non poté fare a meno di sorridere a quelle parole e soprattutto all'espressione buffa del biondo sul letto: "non ricordi proprio niente di quello che è successo stanotte?" Scherzò strizzando l'occhio il maggiordomo "cosa?! Cosa è successo??" Federico sgranò gli occhi togliendosi in fretta le coperte di dosso e tirando un sospiro di sollievo quando realizzò di essere ancora del tutto vestito, Benjamin, dal canto suo, rise e si avvicinò allo specchio per mettere a posto i capelli "tranquillo, hai solo avuto febbre molto alta, la carrozza si è rotta e ho dovuto prendere questa stanza. Non c'è stato niente tra di noi, a meno che tu non giudichi compromettenti degli impacchi di acqua fredda, ma ora sbrigati che ti riporto a casa." Replicò, prima di fare di nuovo l'occhiolino e uscire dalla stanza.
Per un paio di minuti Federico rimase immobile sul letto: non ricordava il 90% delle cose successe, ricordava però il suo maggiordomo che lo copriva, che gli carezzava i capelli, e che gli sorrideva quando lui stesso cercava di dirgli qualcosa senza il minimo significato.Il suo cuore cominciò a battere più veloce del dovuto.
Per una frazione di secondo aveva pensato che tra lui e quel ragazzo ci fosse stato qualcosa di intimo, che andasse oltre il semplice dormire nello stesso letto, aveva pensato di aver consumato con lui, in uno squallido letto di una locanda e la cosa peggiore, è che non gli dispiaceva tanto l'averlo fatto con quel ragazzo, ma piuttosto l'averlo fatto in un posto che non riteneva per niente all'altezza di loro due, e tutto ciò preoccupava Federico.
Il viaggio fu silenzioso: Benjamin dormiva, stanco com'era per la lunga notte in bianco mentre Federico era immerso -come al solito- nei suoi pensieri.
Una volta a casa, Federico si rinchiuse -letteralmente- nella sua camera, chiedendo alle cameriere il pranzo a letto, le sue condizioni non erano quelle della notte precedente, ma non stava ancora del tutto bene, e per questo decise di passare la giornata a poltrire come meglio gli sembrava.
Nel primo pomeriggio, Annette preoccupata per l'assenza prolungata del fratello, si recò in camera sua: "Fede? Posso?" Chiese, aprendo un quarto della porta "si, entra" gli rispose Federico, sistemandosi le coperte, Annette entrò e si lanciò sul letto accanto al fratello "mi sono preoccupata non vedendoti a pranzo, che ore hai fatto ieri? Non ti ho sentito rientrare.." Federico sorrise al ricordo, poi rispose: "sono andato in città, la carrozza ha avuto un problema, avevo la febbre alta e Ben ha ritenuto opportuno fermarci lì" la sorella strizzò gli occhi a quel nomignolo "cosa? B-Ben?" Federico avvampò "si, ehm, si Benjamin" "ho capito che è lui, ma... Federico, volevo dirti una cosa su di lui." Il ragazzo non riusciva a capire, ad Annette sembrava piacere Benjamin più di quanto piacesse a lui, cosa aveva di tanto preoccupante da dirgli? "Dimmi" disse "ho sentito due cameriere parlare di lui, si dice che in passato abbia avuto vari problemi con la legge.. per via..." Annette si bloccò per un momento, non sapeva se quello che stava per dire avrebbe potuto infastidire o in qualche modo turbare il fratello, ma ritenne giusto parlare: ".. per via di alcune relazioni con degli uomini." Federico non era sorpreso, sapeva già di cosa stesse parlando, ma per quale motivo Annette era così preoccupata? "E allora?" Chiese Federico serenamente "allora.. allora tu passi molto tempo con lui, anche da solo e addirittura ieri notte avete dormito insieme.. sai che le voci corrono veloci! Io ho paura che voi.. che voi possiate piacervi perché anche tu.. anche tu sei.. e allora io.. non voglio che tu venga arrestato per questo."
"Che cosa?? Annette quante volte devo ripeterti di non parlarne mai più?"
Federico era infastidito, quasi arrabbiato per l'atteggiamento e le supposizioni della sorella, tanto che infuriato come non mai, la cacciò dalla stanza.
Una serie di domande presero posto nella mente del ragazzo:
Come aveva potuto Annette avere quei pensieri su di lui e il maggiordomo? Come avrebbe potuto la gente sospettare di una relazione tanto stramba e sbagliata? E se Benjamin provasse qualcosa per lui? E se Benjamin stesse cominciando a piacergli? Cosa avrebbe dovuto fare? Da cosa avrebbe dovuto iniziare?Come al solito Federico non riusciva a ragionare, non riusciva a trovare un compromesso, l'unica via d'uscita che gli si presentava davanti agli occhi era quella di chiudere tutti i rapporti con quel ragazzo, mandarlo via, mandarlo lontano e non vederlo più, ma non era così facile: era consapevole del fatto che non sarebbe mai riuscito a farlo, sapeva -forse più di ogni altra cosa- che quel ragazzo non sarebbe potuto uscire dalla sua vita così facilmente come ci era entrato, e non sapeva che fare.
Verso le cinque di pomeriggio, il maggiordomo pensò andare a controllare lo stato di salute del ragazzo che aveva vegliato tutta la notte e portato in camera quella stessa mattina: "Federico? Sei sveglio? Posso entrare?"
Una voce dall'altra parte della porta fece sussultare il ragazzo disteso, troppo nervoso per dormire "entra" disse freddo, Benjamin fece come ordinato e si sedette accanto a lui sul letto con tutta la naturalezza possibile, come due amici che si conoscono da anni: "perché ti sei seduto? Ti ho forse dato il permesso?" Le parole di Federico partirono come una freccia diretta al cuore del maggiordomo. Il moro pensava di aver istaurato col ragazzo un rapporto di amicizia tale da poter quantomeno sedersi senza chiedere il permesso ma Federico era strano e infondo non lo aveva ancora capito del tutto, quindi non diede a quelle parole il giusto peso: "ti da problemi?" Chiese il moro ancora col sorriso sulle labbra "si, alzati." Replicò Federico se è possibile ancora più freddo. Benjamin a quel punto si alzò, mettendosi composto accanto al letto; il sorriso si era spento, come la luce negli occhi, cosa aveva fatto per perdere la fiducia di Federico in quel modo?"Cosa vuoi?" Chiese Federico non riuscendo a guardarlo, "solo sapere come stai" quasi sussurrò quelle parole il ragazzo in piedi accanto a lui "bene, non vedi? Puoi andare." Benjamin non capiva il suo atteggiamento, pensava di essere diventato amico del ragazzo, di avere un rapporto tale da poter chiacchierare tranquillamente con lui, ma così non sembrava: "ma che ti prende? Che ti ho fatto?" Sbottò Benjamin "che hai fatto? Beh ancora niente a quanto pare, ma chissà cosa vuoi fare." Commentò avido Federico, "cosa voglio fare?! Ma di che parli?" Federico si alzò dal letto mettendosi di fronte al maggiordomo: "secondo te posso vivere un rapporto normale di amicizia con un invertito? Eh Benjamin?"
Benjamin sentì il cuore spezzarsi in mille pezzi, il ragazzo di fronte a lui, colui che riteneva un amico sincero, uno sul quale avrebbe scommesso tutto, lo stava accusando di voler in qualche strano modo abusare di lui, ma mai, neanche per un secondo, Benjamin aveva pensato di farlo, né con lui, né con nessun altro.
"C-che.. che stai dicendo? T-tu... come sai.." Benjamin sbiancò mentre cercava di spiegarsi
"Non ci vuole molto a scoprire delle cose sul tuo conto, Benjamin. A quanto pare sei famosissimo per tutte le storielle sporche che hai avuto." Il tono di Federico era se è possibile ancora più freddo, i suoi occhi non brillavano, erano puro ghiaccio.
"F-Federico io t..ti giuro che non ho mai pensato di.." tentò di spiegarsi il maggiordomo, prima di essere bloccato dall'altro "non mi interessa quello che hai pensato o quello che non hai pensato. Da ora in poi avremo un rapporto servo-padrone e non ho più intenzione di farmi vedere in giro con te, soprattutto da solo. Quindi ora vai in cucina, in giardino, dove vuoi, ma non farti vedere più da me e soprattutto con me, è chiaro?" Benjamin, amareggiato, andò via piangendo.
Non si meritava il disprezzo di Federico, e glielo avrebbe dimostrato.
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1901// fenji.
FanfictionNel 1901 avere un sogno è difficile, quasi impossibile realizzarlo. Nel 1901 i ragazzi si amavano proprio come ai giorni nostri, ma quasi nessuno era così fortunato da poter veramente amare. Nel 1901 non puoi ribellarti alla società, rischi di mett...