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Federico fu svegliato all'alba dai forti tuoni, non gli capitava molto spesso di svegliarsi prima di Benjamin e di vederlo dormire, di poterlo osservare senza dire niente, e per questo non aveva alcuna intenzione di svegliarlo.
I ricordi ancora vividi della sera precedente gli provocarono le farfalle nello stomaco, si sentiva innamorato come i primi giorni, spensierato e leggero, ma con qualche consapevolezza in più.
Erano nudi sotto le coperte di quel letto forse troppo piccolo per due persone, non c'era più imbarazzo, non c'era pudore. Federico ci stava bene lì, con le gambe intrecciate con quelle del suo maggiordomo, che poi era diventato suo amico, che poi era diventato il suo fidanzato, e pensava a tutte le volte che in quegli ultimi mesi si era svegliato con lui accanto, coi suoi occhi vispi addosso, il suo respiro che gli muoveva i capelli quando si addormentava sul suo petto e la sensazione che provava quando a svegliarlo non era il suono della sveglia, né il rumore delle nocche contro la porta di legno, ma lo schiocco dei suoi baci sul collo.
Federico voleva imparare a conoscere Benjamin proprio come Benjamin conosceva Federico, si chiedeva se anche lui avesse diverse fasi del sonno, si chiedeva se tutte le coppie lo facessero, se tutte le persone innamorate controllassero il respiro del proprio amato, si chiedeva in che fase fosse in quel momento. Aveva poggiato l'orecchio sul suo petto per controllargli i battiti, aveva provato a baciargli il collo per vedere la sua espressione, gli aveva sussurrato "ti amo" quasi venti volte, e Benjamin era rimasto immobile, con le labbra schiuse e il respiro regolare, non si era accorto di niente, Federico pensò che probabilmente quella fosse la fase del suo sonno più profondo, quindi provò a staccarsi da lui, secondo la sua teoria non avrebbe dovuto accorgersene.
Si ricordò che la macchina fotografica che gli aveva regalato era rimasta ancora sotto il suo letto, ci mise un po' per capire come funzionasse, ancora non si spiegava la pazzia che aveva fatto nel comprarla e lo amava forse anche di più nel ricordare il vuoto che aveva provato quando era partito per solo pochi giorni. Gli scattò una foto, non vedeva l'ora di svilupparla, ma doveva essere una sorpresa quindi rimise a posto tutto ciò che aveva preso e si sedette sul letto. "Quanto sei bello?" Chiese retoricamente, convinto che Benjamin non lo avesse sentito, invece Benjamin aprì gli occhi e aggrottò le sopracciglia quando notò Federico seduto sul letto: "che stai facendo?" Gli chiese con la voce impastata mentre si stiracchiava, Federico ritornò a stendersi accanto a lui "ma come, così? Né buongiorno, né come stai?.." scherzò baciandolo "buongiorno, come stai?" Federico rise "mai stato meglio, effettivamente." "Mh, e che ci facevi sveglio?" Chiese mentre gli sistemava come suo solito i capelli "niente, aspettavo che la persona più importante della mia vita si svegliasse" Benjamin sorrise "potevi svegliarmi tu" "e chi ti dice che sei tu?" "Il fatto che nonostante tu abbia un letto morbidissimo pur di stare con me dormi su questo pezzo di legno, forse" "beh che ti piaccia o no questo è il letto dove abbiamo fatto l'amore ieri sera, e dove lo rifarei altre mille volte" affermò baciandolo, Benjamin gli morse scherzosamente il mento, poi cominciò a baciargli il collo fino a concentrarsi su un punto in particolare, cominciando a succhiare quel lembo di pelle fino a quando non divenne rossastro, ci passò il dito sopra per asciugarlo e sorrise a Federico che era rimasto fermo tutto il tempo, senza dire una parola.
Era tutto nuovo, tutto stupendo per lui.

"Benjamin, mi dispiace, lo sai, ho fatto del mio meglio" Annette era andata in cucina per cercare Benjamin e scusarsi per non aver trattenuto Ramiro la sera precedente
"Tranquilla Annette, è andata comunque molto, moolto bene" rispose con sguardo malizioso Benjamin mentre pelava le patate
Annette aggrottò le sopracciglia "sei.. sei sicuro?"
"BUONGIORNO SORELLINA" Federico fece il suo ingresso in cucina lasciando un bacio sulla guancia ad Annette seduta al bancone
"Hey! Fermi tutti, cos'è tutta questa felicità?" Chiese indicandoli
"Beh, semplicemente... semplicemente siamo arrivati al 100% Annette, sai cosa intendo no?" Federico abbracciò Benjamin da dietro, appoggiando il mento sulla sua spalla, Benjamin sorrise con lo sguardo basso, Annette arrossì violentemente, per poi finire di bere il suo succo e uscire in giardino velocemente, accompagnata dagli sguardi confusi dei due.

Pioveva a Modena, non aveva smesso nemmeno per un minuto, Ramiro aveva insistito affinché Federico prendesse una tazza di cioccolata con lui nel salone, mentre chiacchieravano (o per meglio dire, faceva un monologo) di qualcosa di apparentemente insignificante. La mente di Federico era però troppo occupata dalle immagini della sera precedente: non riusciva a togliersi dalla testa lo sguardo di Benjamin fisso su di lui, i loro corpi accaldati, le mani intrecciate.. "Federico mi stai ascoltando?" Chiese Ramiro poggiando sul tavolino la tazza vuota "eh? Si, sì certo, stavo ascoltando è che.." "se i signori gradiscono posso portare dei biscotti appena sfornati per accompagnare la cioccolata" Benjamin interruppe il discorso di Federico entrando in salotto, Federico si girò a guardarlo e sorrise istintivamente, mordendosi subito dopo le labbra "si, Benjamin, per me anche un po' d'acqua, grazie." Lo liquidò velocemente Ramiro, Benjamin fece per andarsene quando Ettore uscì dallo studio richiamandolo: "Mascolo, entra." disse serio, e Benjamin lo fece.
"Che hai?" Chiese Ramiro "ti si illuminano gli occhi quando lo vedi" Federico arrossì "sarà il freddo" rispose, abbassando lo sguardo sulla tazza "cosa è successo ieri? Perché lo cercavi?" "Io? Chi cercavo?" "Ma come chi, Benjamin! Lo cercavi ieri, alla festa." "Ah, si.. ehm lo cercavo perché.. perché.." all'improvviso delle urla provenienti dallo studio di Ettore distolsero l'attenzione di entrambi da quello che stavano facendo, Federico si alzò istintivamente e si diresse verso lo studio "Federico, non entrare sta solo richiamando un domestico!" Lo avvertì Ramiro
...."DA OGGI IN POI TU ESEGUI SOLO I MIEI ORDINI, È CHIARO?"...
Federico avanzò di un metro e spalancò la porta dello studio "si può sapere che gli stai dicendo?" Domandò abbastanza infastidito al padre, Benjamin era in piedi accanto a lui, le mani giunte dietro la schiena, il mento alto e le labbra strette di chi sa che non può parlare, Ettore era in piedi dietro la scrivania, infuriato come poche volte; rise di gusto quando Federico entrò "ecco, è arrivato l'angelo custode! il tuo amichetto, qui, mi ha fatto deridere da quasi tutti ieri sera, e sai perché?" Federico aggrottò la fronte "perché lo conoscono tutti qui a Modena per la sua fama di rotto in cu..." "BASTA!" Federico urlò bloccandolo "L'HO INVITATO IO A QUELLA FESTA, PRENDITELA CON ME SE QUALCOSA È ANDATO STORTO NEI TUOI PIANI." Ettore rise ancora "mi fai ridere, Federico, sei sempre stato un debole. È proprio perché lo hai invitato tu che da questo momento lui fa solo ciò che gli chiedo io!" Disse sbattendo i pugni sul tavolo di legno, Federico si avvicinò ancora di più "e allora licenzialo, no? Che stai aspettando? Licenzialo così lo ospito qui e potrò finalmente trattarlo come un amico e non come dipendente! Che stai aspettando? Licenzialo! Hai paura che dicano di tuo figlio che è un rotto in culo? CHE LO DICANO, che lo dicano tutti!" Esclamò, prima di prendere Benjamin per il braccio e tirarlo fuori.

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora