"Ragazzo, tra un quarto d'ora chiudiamo. Prendi l'ultimo treno o vuoi restare qui fino a domani mattina?" Un uomo in divisa e con un orologio da taschino tra le mani si avvicinò a Benjamin, seduto ormai da tutto il pomeriggio sulla panca di legno in stazione.
"No, mi scusi, vado via. Aspettavo una persona ma.. probabilmente ho sbagliato a capire. Buonanotte." Disse, col volto senza espressione. Prese il borsone e uscì dalla stazione. Non voleva ritornare a casa, non voleva nemmeno più camminare, voleva solamente parlare con Federico, guardarlo negli occhi e capire perché, cosa fosse successo.
Quella stessa mattina si erano salutati nel modo più dolce possibile, avevano fatto l'amore tra le lenzuola del suo letto, si erano amati ancora una volta dopo la sera precedente e Federico gli aveva dato appuntamento lì, per andare via insieme, ma lui non si era fatto vedere.
Era buio, faceva freddo e i brividi attraversavano continuamente il corpo di Benjamin. Non più una carrozza era rimasta fuori alla stazione, non più una persona tra quelle strade."Ben?" Sentì, pensava di stare immaginando la sua voce.
"Benjamin!" Sentì più chiaramente, si girò verso la voce.
Federico correva impacciato nella sua direzione, stringeva due valige pesanti a vedersi, quando fu a pochi metri dal suo ragazzo le poggiò nel bel mezzo della strada, inginocchiandosi accanto ad esse.
Non riusciva a parlare per l'affanno, Benjamin si avvicinò a lui inginocchiandosi per arrivare alla sua stessa altezza "che è successo?" Chiese serio "niente.... Ben... ti amo..... oddio, non respiro" rise, si portò una mano al petto, Benjamin gli prese il volto tra le mani "vuoi prendere l'ultimo treno? Guardami negli occhi e rispondimi sinceramente per favore" gli chiese, ancora più serio, Federico si ricompose, lo guardò fisso negli occhi "perché credi che sia qui? Prendiamo questo cazzo di treno e andiamocene, ti prego." Gli disse, ed era convinto. Il moro poggiò la sua fronte a quella di Federico "sei un coglione, sei un grandissimo coglione" gli sussurrò mentre con le mani gli stringeva i capelli, Federico si sporse per dargli un bacio veloce, ma il più grande si allontanò: "hai ragione.. saliamo sul treno e ti racconto, dai.""Non ho mai pensato di non partire con te, stavo solo riflettendo su come avrei lasciato loro qui" Federico stava spiegando a Benjamin cosa fosse successo, mentre lo stringeva tra le sue braccia "facciamo che ti credo, ci hai pensato bene, spero" il biondo annuì "non so se prima avrei dovuto parlare con te di questa cosa, dato che sei tu la mia famiglia da questo momento in poi.."
Benjamin aveva le gambe poggiate sulle gambe dell'altro, le braccia dentro il suo cappotto caldo e il viso incastrato nello spazio tra il collo e la spalla destra, alzò la testa per guardarlo negli occhi confuso "ho deciso di dividere a metà ciò che ho ricavato dalla vendita. Ho dato loro il 50%, non sarei riuscito ad andare avanti con un peso del genere sul petto." Confessò, Benjamin sorrise mentre gli carezzava una guancia "hai fatto bene, non avresti dovuto parlarne con me, non c'entro niente" "ti avevo promesso una vita senza nessuna preoccupazione e nel lusso.. e ora... beh dai perlomeno staremo bene economicamente, ma senza strafare" si morse le labbra preoccupato "Federico, cosa vuoi che mi importi? Per me potevi dargli anche tutto, tu questo già lo sai, se sono contento che tu abbia tenuto per te qualcosa è perché tu non sei abituato a scocciarti le maniche nella vita, non sarebbe stato facile per te."
Federico strinse le mani di Benjamin tra le sue: "sono prontissimo a ricominciare da zero. Con te." Affermò, per poi baciarlo, stavolta senza essere respinto, ma durò poco:Per un attimo Benjamin si sentì come perso, si sedette al suo posto poggiando la testa allo schienale e mettendo le mani in tasca, con lo sguardo perso verso un punto indefinito.
Federico non sapeva spiegarsi quel comportamento, non si era mai comportato così per un bacio. Ma forse non era il bacio il motivo, forse non era lui il motivo. Forse il motivo era ripartire da zero.
Restò a fissarlo senza dire niente, giocherellava con il bordo del suo cappotto cercando in qualche modo di attirare la sua attenzione, ma sembrò inutile.
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1901// fenji.
FanfictionNel 1901 avere un sogno è difficile, quasi impossibile realizzarlo. Nel 1901 i ragazzi si amavano proprio come ai giorni nostri, ma quasi nessuno era così fortunato da poter veramente amare. Nel 1901 non puoi ribellarti alla società, rischi di mett...