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"Sono un contabile, probabilmente ci siamo visti qualche volta da piccoli, i nostri genitori si sono frequentati molto in passato.." Federico aggrottò la fronte "comunque ho una lettera in cui Ettore Rossi mi chiede esplicitamente di passare qualche settimana qui a Modena perché.."
"Ah.. si mi scusi, è mio padre, me ne aveva parlato.. entri pure! Non so dove farle lasciare la vettura però.." il moro sorrise soddisfatto "non si preoccupi, la lascio qui, domani mattina vedremo come sistemarla." disse cordialmente.
Federico lo accompagnò fino alla camera degli ospiti spiegandogli via via il percorso e dove poteva trovare ciò che desiderava, gli diede la buonanotte e si diresse di nuovo verso la camera di Benjamin.
Non fu una brutta notte infondo.
L'indomani Federico fece in modo che al risveglio del ragazzo suo padre sapesse già della sua presenza, lo attesero per la colazione e subito dopo le presentazioni, Ettore cominciò a parlargli di lavoro.
Federico non riusciva a togliergli gli occhi di dosso: Ramiro aveva gli occhi grandi di un verde smeraldo, ricci capelli neri, il naso all'insù, le labbra sottili e gli abiti troppo stretti che gli fasciavano il corpo perfettamente, non lasciando quasi nulla all'immaginazione. Doveva sapere qualcosa di più.
"Ehm, scusatemi, non vorrei intromettermi nei vostri affari ma.. papà il signor Ramiro è arrivato tardi questa notte, penso che più che tartassarlo di lavoro abbia bisogno di riposo, no?" Annette lo fulminò con lo sguardo, Ettore annuì stranamente felice "Hai ragione.. mi scusi, potremmo parlarne questo pomeriggio, se vuole lei può andare a riposare!" "Ma no! Figuratevi! Sono qui per lavorare non per riposare!" Esclamò il moro "insisto! Se proprio non vuole riposare Federico può farle fare un giro dei dintorni! Avete la stessa età, non vi annoierete di sicuro!" Ettore era quasi entusiasta, Annette tossì pesantemente ma Federico sembrò non accorgersene "ma si! Magari può farmi vedere come si guida quella vettura!"

"Quindi lei è arrivato questa notte dalla Spagna?" Chiese Federico mentre passeggiava per le tenute nelle vicinanze della villa accanto a Ramiro "no, vivo a Milano da qualche anno ormai.. Ehm.. possiamo darci del tu?" Chiese l'altro un po' imbarazzato "credo di avere la tua stessa età più o meno, non ti da fastidio, giusto?" Federico sorrise "ma assolutamente, diamoci pure del tu!" "Sono più sollevato adesso!" Esclamò il moro provocando una leggera risata da parte di Federico "allora? Me la fai guidare?" Federico si trovava abbastanza bene con il ragazzo, sentiva che tra di loro c'era molta affinità e tra l'altro non vedeva l'ora di poter guidare una vettura, Ramiro alzò gli occhi al cielo "sai che ti servirebbe una patente, vero?" "Si certo che lo so ma è solo per provare!" Fremeva già "va bene, ma solo su questo viottolo, non sono sicuro tu sappia distinguere i pedali.." il moro era leggermente preoccupato, Federico si sistemò al posto del guidatore e aspettò che Ramiro salisse per spiegargli le funzioni, dopodiché con calma accese e fece qualche metro, ma il veicolo si spense provocando una risata molto colorita da parte del moro. Federico era leggermente imbarazzato, aveva studiato e bramato così tanto quel mezzo ma non si era reso conto che non era poi così tanto facile farlo muovere "beh? È la prima volta, sono sicuro che anche tu.." "dai tranquillo riprova, ce la puoi fare" Ramiro con gli occhi lucidi per le risate cercava di ritornare serio, Federico riaccese e questa volta riuscì a guidare un po' in più.
"Impari in fretta, noto!"
"Si! Hai visto?" Chiese ironico Federico fermandosi alla fine della strada
"Si, ma ora fai guidare me"
"Daaaai, andiamo in città, ti prego!" Federico non aveva intenzione di scendere dalla vettura
"Federico non hai l'autorizzazione per guidarla!"
"Lo so, dai, è vicino!" Lo pregò ancora
"E va bene, però facciamo subito perché è ora di pranzo"
"Per me possiamo anche pranzare lì, conosco una locanda che cucina troppo bene!"

Una manciata di minuti più tardi Federico stava guidando in città, sotto gli occhi invidiosi e a tratti furiosi dei modenesi più nobili.
Non gli era mai piaciuto sentirsi superiore, ma doveva ammette che avere qualcosa più degli altri era assolutamente una bella sensazione.
Parcheggiarono la vettura proprio nelle vicinanze della locanda in cui volevano sostare e scendendo si beccarono forse più di qualche occhiataccia, ma la vita era così.
"Sei fortunato" parlò Ramiro
"Come?" Federico distratto non aveva capito a cosa si riferisse
"Sei fortunato, dico. Sei bello, sei ricco, hai un futuro già segnato, hai l'amore.." Elencò Ramiro e sulla sua faccia non traspariva altro che sincerità
"Uhm, si.. l'amore forse è la cosa più importante" tutti i suoi pensieri si catapultarono su Benjamin, lo aveva lasciato in disparte per tutto questo tempo e ora si sentiva quasi male nel pensarlo da solo, magari in viaggio.
"La voglio conoscere un giorno eh!"
Federico aggrottò la fronte "chi?"
Ramiro sussultò "come chi? La tua fidanzata!"
Federico sbiancò, stava per rivelare a Ramiro il nome del suo amore, del suo vero amore. Non si era reso conto del fatto che anche lui parlasse di Cristina, sebbene non la conoscesse. Molto probabilmente era stato il padre a dirglielo.
"C-certo, la conoscerai" balbettò, per poi entrare nella locanda.

"Carino, non proprio un posto in cui portare una signora ma.."
Federico rise "infatti non l'ho portata mai qui"
"E con chi sei venuto?" Ramiro era curioso, Federico era felice di rispondere, ma si erano conosciuti poche ore prima, il suo atteggiamento gli sembrava alquanto esagerato.
"Col mio maggiordomo" rispose
"Si ma mi chiedevo con chi avessi cenato"
"Beh con lui" Ramiro rise "cioè il tuo maggiordomo mangia con te? Bella questa" Federico aggrottò la fronte, si stava leggermente infastidendo "è più un amico per me, che un maggiordomo." Si fece serio tutto d'un colpo, Ramiro lo notò e stette in silenzio.

Circa un'ora più tardi i due ragazzi erano a casa: Ramiro aveva cominciato ad elencare tutte le brutte figure fatte con la lingua quando qualche anno prima si era trasferito dalla Spagna in Italia per lavoro, Federico aprì la porta ridendo: "sei pazzesco" disse tra le risate, poi si girò: Benjamin.
"Ben!" Esclamò, facendo qualche passo verso di lui, Benjamin non smetteva di spostare lo sguardo prima su Ramiro e poi su Federico, era visibilmente stanco e nervoso, nonostante ciò sorrise portando le mani dietro la schiena e si avvicinò all'ospite ancora sul ciglio della porta "signore" parlò inchinando leggermente il capo "sono il maggiordomo, può chiamarmi Benjamin, sono al suo servizio." Terminò e si diresse verso la cucina, Federico lasciò Ramiro ancora lì impalato e seguì Benjamin che camminava a passo svelto: "hey, hey, hey, dove vai?" Chiese il biondo sorridendo nel rivederlo, Benjamin si era seduto sul gradino della porta che portava fuori in giardino e dava le spalle al ragazzo che lo aveva rincorso, Federico si sedette accanto a lui cominciando a solleticarlo "smettila" lo bloccò il moro, il sorriso del più piccolo si trasformò in una smorfia "che è successo, Ben?" Chiese serio "dimmelo tu" non lo stava ancora guardando "niente, cosa sarebbe dovuto succedere?" Chiese ancora "devo dire che hai saputo ammazzare il tempo senza di me" Benjamin cominciò a torturarsi le mani, Federico collegò l'atteggiamento del suo maggiordomo alla sua uscita con Ramiro "guarda che mi sei mancato tantissimo, ho dormito nel tuo letto queste sere per quanto mi sei mancato, Annette può dirtelo!" sussurrò quasi preoccupato "l'ho notato da solo, il letto non sai rifarlo." disse, Federico sorrise notando un pizzico di ironia nelle sue parole, si avvicinò ancora di più a lui e gli prese le mani, Benjamin finalmente spostò lo sguardo su di lui, Federico ne approfittò per avvicinarsi a baciarlo ma Benjamin lo allontanò "che avete fatto?" Chiese, Federico aggrottò la fronte "sei geloso?" "Dai ma che dici, voglio solo sapere che avete fatto" si innervosì "se te lo dico mi dai un bacio?" "No" "allora non lo saprai" Benjamin si liberò dalla presa, Federico era quasi divertito da quella scenetta "Federico non sto scherzando, mi stai dando sui nervi adesso" "niente Ben, abbiamo pranzato fuori, è tanto grave?" "Dove?" Chiese sicuro il moro "nella locanda dove siamo andati.." Benjamin si alzò "fantastico. Anzi no, 'pazzesco', no?" Disse, uscendo velocemente dalla cucina.

Mi state scrivendo in tantissime sia qui, sia su whatsapp sia su Twitter (louviis), dicendomi che la storia vi sta piacendo tanto e ne sono veramente, veramente felice.
Avviso che probabilmente non potrò aggiornare questa settimana a causa degli studi, ma tranquille perché prima o poi aggiorno, non vi abbandono 🤭.
Ancora tante grazie, vi voglio bene❤️

Ps fatela leggere alle vostre amiche!!

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora