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Giorgio si svegliò di buon ora, si vestì con molta calma e andò in cucina per preparare un caffè a suo figlio. Non si aspettava che Benjamin lo seguisse di sua spontanea volontà, ma voleva perlomeno provare a chiedergli se gli andasse di lavorare il vetro con lui quella mattina.
Fece per aprire la porta della sua camera, ma era bloccata da qualcosa sul pavimento.
Spinse più forte e la porta si aprì, a terra c'erano un paio di pantaloni, scosse la testa, Benjamin era ordinato di solito, cosa era successo? Alzò la testa per portare i pantaloni su una sedia e si accorse che gli indumenti sul pavimento erano fin troppi per una sola persona, confuso guardò Benjamin nel suo letto: non era solo.
Federico era accanto a lui, lo stringeva tra le sue braccia e tra il suo corpo, erano stretti in un abbraccio con tale forza che sembrava quasi impossibile che fossero addormentati.
La schiena di Benjamin contro il petto di Federico e le sue braccia attorno al suo magro busto, strette a loro volta da quelle di Benjamin, che dormiva con una tranquillità che lo stesso Giorgio non aveva mai visto sul suo volto.
Sorrise. Fu in quel momento che si accorse davvero dell'amore che provavano.
Capì che Federico era la cosa più giusta per Benjamin. Il modo in cui lo stringeva gli metteva i brividi, come se gli stesse dando una protezione tale da difenderlo dal mondo, da ogni essere vivente.
Giorgio dovette riconoscere che neanche lui stesso sarebbe mai stato in grado di difendere i suoi figli, di difendere e amare Benjamin nel modo in cui quel ragazzo con un solo gesto stava dimostrando di poter fare.

Benjamin aprì gli occhi lentamente, il profumo della pelle di Federico gli invase le narici, aveva il corpo completamente intrappolato dagli arti del suo ragazzo e il suo respiro pesante sul collo.
Si sentiva nel posto più giusto del mondo.

Cercò di girarsi per baciarlo, era così bello che neanche poteva credere che fosse suo, tutto suo.
Gli baciò delicatamente il viso e poi il collo, sembrava essersi svegliato: indietreggiò per guardarlo in viso "perché non apri gli occhi?" Sussurrò "perché se è un sogno non ho alcuna intenzione di svegliarmi" rispose, Benjamin rise e gli morse il lobo dell'orecchio "ahi!" Esclamò il più piccolo aprendo gli occhi "sei pazzo?" Chiese sorridendo "non è un sogno, vedi?" "Mhmh, ma ora li chiudo di nuovo, credo che la tua bellezza mi stia accecando" scherzò, Benjamin gli diede un colpo sulla spalla e di tutta risposta Federico  gli diede dei baci tra i capelli, mentre guardava fuori dalla finestra. Non c'era nemmeno una nuvola, il cielo era azzurrissimo e il sole era alto, nonostante riscaldasse poco: "tu non credi che sia la giornata perfetta?" Chiese, mentre prese il volto del moro tra le mani "per fare cosa?" Chiese l'altro "per andarcene, io e te, per sempre."

Annette era seduta sul letto del fratello mentre lo osservava fare avanti e indietro nella sua stanza, riempendo i borsoni fino all'orlo:
"Non c'è bisogno che porti tutto ora, mi dirai l'indirizzo e ti spedisco ciò che rimane" disse, Federico si sedette accanto a lei:
"Hai ragione, porterò il necessario.. è che.. mi sento come se stessi per iniziare una nuova vita, da capo. Vorrei portare tutto.."
Annette annuì e lo abbracciò "ti voglio bene, Fede." Federico le diede un bacio sulla fronte "ascolta bene, sorellina: non è stato venduto tutto, c'è una parte, piccola rispetto al tutto ma comunque con un valore abbastanza importante, che è tutta tua. Deciderai tu cosa farne." Annette rimase senza parole "Federico io.. non so cosa..." "non dire niente e aiutami a chiudere i bagagli!" Disse alzandosi.
"Perché fai le valige, Federico?"
Carolina era sulla soglia della porta che Annette aveva lasciato aperta entrando
"que piensas hacer?" Chiese ancora, facendo qualche passo nella stanza "me ne vado" rispose Federico, più freddo che mai.
"Annette, vai in camera tua." Ordinò la madre e Annette lo fece, chiudendo la porta alle sue spalle: "stai pensando ad un altro modo per rovinarci ancora di più la vita?"
Federico rimase impassibile
"non ti è bastato mandare a monte un matrimonio che ci avrebbe aiutato tanto, dal momento in cui il padre di tuo padre, il tuo amato nonno, ha deciso di non lasciare nulla a suo figlio in eredità? Non ti è bastato vendere tutto ciò che avevi e che consisteva in tutto ciò che aveva la tua famiglia, lasciandoci neanche la casa in cui viviamo? Non ti è bastato, Federico, rendere la famiglia che ti ha cresciuto nell'oro e ti ha viziato come nessuno al mondo dei semplici dipendenti? Non ti è bastato questo, Federico? Cosa altro vuoi fare?"
Il ragazzo deglutì e spostò lo sguardo sulle sue mani che stringevano, tremanti, il nulla:
"Sappiamo che continui a vederlo, sappiamo che ti stai togliendo il cuore dal petto per quel ragazzo, sappiamo tutto Federico, e non ti stiamo dicendo niente! Ti lasciamo fare ciò che ti rende felice, lo abbiamo sempre fatto e tu lo sai, ma come puoi pretendere che i tuoi genitori accettino che tu non voglia sposarti con una donna benestante e assecondare le tue assurde perversioni nei confronti di quel ragazzo??" Urlò quasi "non ti permetto di definire il mio sentimento una perversione." Rispose, sua madre si innervosì -se è possibile- ancora di più: "è tutto quello che hai da dire? Ci stai mandando in rovina, Federico. Perché tutto questo odio nei nostri confronti? Perché stai facendo tutto questo alla tua famiglia, a tua sorella? Le stai negando un futuro! Non le permetterai di studiare come tu invece hai fatto! Tu hai avuto un'istruzione eccellente, ti hanno seguito i migliori professori, hai rifiutato di arruolarti e seguire la strada di tuo padre, ti sei rifiutato di amministrare i terreni di tuo nonno, hai voluto fortemente studiare per diventare un avvocato e noi ti abbiamo lasciato scegliere! Ti abbiamo capito quando hai deciso di non vedere più gli insegnati e studiare da solo e abbiamo visto senza dire una parola come giorno per giorno tu ti sia allontanato da quello che era il tuo obiettivo per fare cosa? Il nulla. Di cosa vorrai vivere? Come vivrai? Con i soldi ricavati dalla vendita di proprietà che non vuoi, che non hai mai voluto, che ti erano talmente indifferenti da non aver mai neanche voluto sapere quanto grandi fossero?"

Federico si sedette sul letto, senza le forze per controbattere.

"Pensaci bene, Federico. Non ti ho mai neanche lontanamente insegnato cosa fosse l'egoismo me tu lo sei sempre stato. Sei egoista. Sei l'uomo più egoista che io conosca. Per una volta, una sola volta nella tua vita, pensa alla tua famiglia." Concluse, uscendo dalla camera.

Salutare suo padre, per Benjamin, era stato difficile. Si erano ritrovati da poco ed era convinto che avesse bisogno di suo figlio più di quanto desse a vedere.
"Va tutto bene, stai tranquillo, a me basta che mi scrivi ogni tanto.." gli aveva ripetuto più volte abbracciandolo "non ti dispiace?" Aveva chiesto Benjamin "certo che mi dispiace, mi stavo già riabituando ad averti qui come ai vecchi tempi.. ma quel ragazzo è il tuo futuro. Devi pensare a lui, a stare bene con lui. E, Benjamin, non dubitarne mai: è la persona giusta per te." Lo rassicurò.
Seduto su una panchina in stazione, Benjamin non faceva altro che ripensare alle sue parole, mentre aspettava Federico con il cuore a mille, come uno sposo aspetta la sua sposa all'altare.

Ma Federico non si presentò.

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora