Fin da bambina Cristina non aveva mai avuto paura prima di dire una bugia, l'immaginazione certamente non le mancava e aveva tutte le volte una scusa pronta per ogni suo sbaglio fatto o ancora da fare. Nonostante il fatto che fosse oramai una donna cresciuta, Cristina continuava a mentire spudoratamente a suo padre per farsi prestare dei soldi per altri fini, a suo fratello, quando gli diceva di essere felice del fatto che si fosse sposato e avesse trovato una brava donna, alle sue "amiche" quando gli raccontava dei lunghi baci -inesistenti - che quotidianamente scambiava con Federico, e a se stessa quando fingeva che la sua vita fosse più bella di qualsiasi altra persona.
Tutte le bugie che aveva detto, però, le erano servite nel corso della sua esistenza per mostrare una Cristina diversa, la Cristina che sarebbe voluta essere.
Nelle menzogne aveva trovato l'unico modo per non soffrire e di conseguenza, di non arrecare disturbo a nessuno: non avrebbe certamente mai osato mentire per esser causa di sofferenze, dolore e soprattutto odio.C'era qualcosa però che questa volta non avrebbe potuto fare, non avrebbe in alcun modo potuto proteggere tutti, qualcuno non ne sarebbe uscito col sorriso sulle labbra.
Ciò che in assoluto aveva notato di più nel viaggio verso la locanda per accompagnare i due ragazzi erano stati i loro sguardi.
Cristina avrebbe potuto giurare di non aver mai visto qualcuno essere tanto preso dagli occhi di qualcuno: Federico, solamente guardando il suo amato, sembrava sciogliersi totalmente e ricomporsi nel giro di pochi secondi, e questo gli accadeva più o meno ogni qual volta il ragazzo accanto a lui lo guardasse, gli parlasse o semplicemente gli sfiorasse con le dita sottili il viso leggermente pallido.
Si era presa qualche ora nella sua camera in totale solitudine per immaginare quanto dolci sarebbero potute essere le loro notti d'amore, quanto amore avessero potuto sprigionare i loro corpi la prima volta che si erano sfiorati, quanti baci nascosti si erano dati e quanti singhiozzi avevano dovuto nascondere per paura di essere trovati e che qualcuno avesse potuto chiedere: "perché?".Cristina non avrebbe mai più voluto rivedere gli occhi spaventati di Federico all'idea di perdere il suo amore, per una volta nella sua vita avrebbe voluto fare la cosa più difficile e non prendere la strada più facile e più "giusta", per un'unica volta nella sua vita aveva tutte le intenzioni di sacrificare se stessa per il bene di qualcun altro.
E quel qualcun altro era, inaspettatamente, qualcuno che in cambio non avrebbe potuto darle nulla, ma che senza accorgersi di fare niente, l'aveva cambiata e anzi l'aveva migliorata: Federico.Così, Cristina a pochi minuti dalla cena si cambiò d'abito e raccolse le sue cose più importanti in una borsa. Si guardò allo specchio e respirò profondamente 3 volte, poi sorrise al suo riflesso e scese al piano di sotto, diretta verso lo studio di suo padre, decisa a fare la cosa giusta:
"Papà, ho bisogno di parlarti del matrimonio" iniziò, mettendosi in piedi proprio di fronte alla scrivania sulla quale stava lavorando.
"Non ora Cristina, sto aspettando una telefonata, ne parleremo a cena" rispose, non degnandola di uno sguardo
"No." Disse fermamente, suo padre, Umberto, alzò lo sguardo
"Ho detto che ne voglio parlare ora." Continuò
"Smettila di fare capricci" "smettila tu di trattarmi da bambina!" Esclamò, suo padre iniziò ad alterarsi: "che vuoi?" Chiese, Cristina deglutì: "non mi sposo più." Affermò, suo padre alzò gli occhi al cielo "Federico è morto?" Scherzò "..no" rispose "allora ti sposerai. Fine della storia." Concluse aprendo una cartellina con dei documenti.
"papà, sto facendo sul serio. Non mi sposerò più, non posso farlo. Mi dispiace, mi dispiace tantissimo ma.." sentì improvvisamene un nodo alla gola "...lui non vuole più sposarmi e..." il cuore cominciò a batterle velocemente "io lo capisco, ha ragione.." gli occhi le si inumidirono "io devo andare via, sono la rovina della vostra famiglia. Ti prego mandami via, non posso restare qu.." il suo discorso confuso venne interrotto da suo padre "Cristina mi puoi spiegare che cosa stai cercando di dire?" Si mise in piedi, Cristina annuì, una lacrima le rigò il viso: "io.. sono rimasta incinta." Confessò, suo padre portò le mani ai fianchi "facciamo così, avviciniamo la data del matrimonio e nessuno saprà..." "no, non è possibile" lo interruppe Cristina "io ho abortito. È avvenuto per cause naturali, la levatrice ha detto che.." suo padre le si avvicinò "allora se lo hai perso qual è il problema?! Nessuno saprà che non sei arrivata vergine al matrimonio, nessuno a parte.."
"no! Non è possibile, papà!" Urlò ormai quasi piangendo "questo figlio che aspettavo non era suo, non era del mio promesso sposo!" Scoppiò a piangere definitivamente, suo padre spalancò gli occhi "e questo Federico lo ha saputo?" Domandò, Cristina annuì tra le lacrime "sì, ed è per questo che non vuole più sposarmi, ha detto che non mi vuole più vedere e che l'ho disonorato e che... che andrà via prima possibile perché non vuole vivere con una tale vergogna e..." Umberto la zittì con uno schiaffo sulla guancia, poi ancora un altro e un altro ancora, fino a quando non cadde sul pavimento. Era infuriato, non poteva credere che sua figlia avesse messo in una tale vergogna tutta la famiglia dei Sebastiani e che per di più si era messa contro una delle famiglie più importanti di tutta Modena: i Rossi. Non sapeva cosa fare.Dopo qualche attimo di silenzio Cristina si alzò dal pavimento, suo padre non lasciò però che dicesse una parola perché parlò lui per primo: "fai le valigie. Domani ti mando in uno dei conventi di clausura più isolati che io conosca. Sei la vergogna di questa famiglia, ti meriti di marcire da sola." Sputò avido, spingendola fuori dallo studio per poi chiudere la porta.
Cristina respirò profondamente una volta fuori da quella stanza, asciugò le lacrime e poi sorrise incamminandosi verso camera sua.
Era riuscita a salvare Federico.
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1901// fenji.
FanfictionNel 1901 avere un sogno è difficile, quasi impossibile realizzarlo. Nel 1901 i ragazzi si amavano proprio come ai giorni nostri, ma quasi nessuno era così fortunato da poter veramente amare. Nel 1901 non puoi ribellarti alla società, rischi di mett...