Solo 30 minuti più tardi Benjamin ritornò al tavolo, non mangiando nemmeno la metà di ciò che aveva ordinato e non rivolgendo più la parola a Federico.
Quando uscirono era ormai quasi mezzanotte: nonostante le bassissime temperature, nonostante il vento gelido, nonostante il buio pesto e anche se nessuno dei due si era detto cosa volesse fare né si erano solo guardati, erano finiti a passeggiare insieme per le stradine vuote di Modena.
Federico ogni tanto cercava di attirare la sua attenzione scalciando delle pietre o tossendo, ma Benjamin sembrava assente, come se stesse camminando da solo, sembrava non si accorgesse di nulla: "Ben, ti va se ci fermiamo un po' qui?" Gli chiese dolcemente il biondo indicando una panchina isolata, Benjamin fece qualche altro passo, si fermò a guardare la panchina e si avvicinò per sedersi, Federico lo seguì sedendosi accanto a lui a cavalcioni della panca e stringendogli le braccia attorno al busto. Benjamin non si era mosso, né si era ribellato alla sua stretta e ciò gli faceva pensare che probabilmente non lo volesse.
Provò a girargli il viso per baciarlo ma fu evidentemente troppo azzardato, dal momento che il moro si scostò subito, lasciando Federico col braccio a mezz'aria e quel bacio già sulle labbra che aspettava solo di incontrare le sue.E di nuovo il silenzio li avvolse.
Solo i dodici rintocchi delle campane che segnavano la mezzanotte riuscirono a catapultare Benjamin fuori da quello stato di ipnosi in cui si trovava da ormai qualche ora.
Federico gli baciò ripetutamente la spalla e lo strinse ancora di più a sé "buon compleanno, Ben" gli sussurrò, Benjamin si girò per guardarlo negli occhi e sorrise a sua volta quando vide il biondo farlo."Non abbiamo preso il dolce" si ricordò Benjamin "beh non ci sarà mai niente di più dolce delle tue labbra quindi in tutta sincerità se posso avere loro potrei evitare dolci per tutta la mia vita" rispose il più piccolo più che convinto, Benjamin alzò gli occhi al cielo "che adulatore fallito che sei" commentò sforzandosi di non ridere "tanto lo so che ti piace quando lo faccio" scherzò Federico pizzicandogli la pancia e provocandogli solletico "e smettila, dai, mi fai male" "e tu dammi un bacio" Federico sporse il labbro inferiore, Benjamin rimase a guardarlo per una manciata di secondi, poi scosse la testa regalandogli un bacio breve e delicato, come se fosse solo un assaggio di una prelibatezza che probabilmente avrebbe avuto più tardi, ma evidentemente Federico non aveva poi così tanta voglia di aspettare dal momento in cui, bloccandogli il volto tra le mani, lo avvolse in un caldo e travolgente bacio a cui neanche Benjamin, arrabbiato com'era, avrebbe potuto dire basta.
Per tutto il viaggio di ritorno a casa Federico cercò di tenergli la mano, di parlargli d'altro, di abbracciarlo ogni tanto, ma Benjamin sembrava solamente fingere di esserci con la mente; come se stesse pensando ad altro, come se stesse facendo di tutto per evitarlo. Federico se ne era accorto, sapeva però che gli sarebbe passato quando a casa gli avrebbe chiesto di fare un bagno caldo insieme, e gli avrebbe detto di voler fare l'amore con lui, magari nella vasca o dove avrebbe preferito.
Non andò così come aveva mentalmente progettato.
"Amore, se ci facciamo un bagno caldo? Che dici?" Chiese Federico sussurrando mentre entrambi si incamminavano nella direzione delle scale, Benjamin non lo guardò "credo che almeno per questa notte.. o a partire da questa, insomma, avrò bisogno di ristabilire i miei spazi. Vorrei ricominciare a dormire da solo. Forse ti dispiacerà, ma probabilmente è la cosa migliore da fare." Affermò. Federico rimase spiazzato: non se lo sarebbe mai aspettato, tutto avrebbe pensato tranne di rimanere a dormire da solo quella stessa notte. Avrebbe potuto impedirglielo, rifiutarsi, arrabbiarsi o qualsiasi altra cosa che lo avrebbe convinto a ritornare sui suoi passi, ma non lo fece. Accettò la sua scelta e, una volta salutatolo con un bacio sulla guancia, si chiuse in camera sua.Per la prima volta, quella notte, avrebbero ripreso possesso dei loro spazi notturni.
Federico passò la notte a pensare: non era arrabbiato né deluso per quella scelta di Benjamin. Stava cercando di capire come si fosse sentito lui, perché avesse avuto quella reazione e le ore passarono senza nemmeno che se ne accorgesse. Aveva probabilmente sbagliato a rivelare con pochi gesti a Cristina qualcosa che ormai da mesi tentavano insieme di preservare e custodire meglio possibile nel loro piccolo senza però prima averne discusso con lui, senza aver ascoltato il parere di chi c'era dentro quanto lui stesso, senza pensare nemmeno a quale sarebbe stata la sua decisione.
Aveva agito di testa sua, anche se con tutta l'innocenza possibile.
Non aveva calcolato il piccolissimo dettaglio che fosse stata proprio Cristina a voler Benjamin fuori da casa sua quando lavorava per loro, non aveva calcolato che lui non si fidasse di lei e che non poteva sapere il discorso che aveva portato Federico a non aver paura di parlargli delle sue iridi blu, che poi solo del colore dei suoi occhi aveva parlato, il resto lo aveva interpretato da sola.Le ore passarono e le parole di Benjamin continuavano a rimbombargli nella mente: era così tanto sicuro di conoscere Cristina? Era così sicuro che non fosse andata a spifferarlo ai quattro venti? Era così sicuro del fatto che non ci sarebbero state ripercussioni sul loro futuro matrimonio e soprattutto su Benjamin? La preoccupazione cominciò a salire e pian pano si impossessò di Federico rendendolo agitato, forse fin troppo agitato.
"Buongiorno signorino Federico, è strano vederti qui a quest'ora."
Erano da poco passate le sei, Federico aveva dormito giusto qualche ora e si era appena recato in cucina con tutte le intenzioni di preparare le frittelle per Benjamin: "buongiorno Elisa, lo so, è strano anche per me" disse avvicinandosi a lei e poggiandogli la mano sulla spalla "hai fame?" Gli chiese la donna "uhm.. non molta in realtà, ho intenzione di preparare qualcosa però" la donna, stranita, aggrottò la fronte "vuoi preparare tu?" Chiese, Federico rise "sì.. dovresti aiutarmi a fare quelle frittelle buonissime che mi facevi quando ero bambino.. è possibile?" Gli chiese con un sorriso a 32 denti, Elisa sorrise a sua volta "certo che è possibile! Come mai vuoi imparare? Se posso saperlo" "sai, vorrei vantarmi di averle fatte con queste mani" scherzò mostrandogli le mani "ah, e per chi sono?" Domandò "beh! Che domande! Per me!" "Va bene dai, facciamo che ti credo!"Federico preparò il vassoio con le frittelle, il latte, una spremuta d'arancia rossa, qualche biscotto e un paio di cioccolatini. Stette attento a mantenere l'equilibrio sulle scale e nell'aprire la porta della camera del maggiordomo silenziosamente, si avvicinò al letto e poggiò il vassoio sul comodino affianco, mentre si sedeva accanto al ragazzo che ancora dormiva.
Gli passò una mano sul viso gelido provocando un leggero movimento del corpo, poi gli baciò ripetutamente una tempia, fino a quando non si svegliò del tutto.
"Che ci fai qui?" Chiese con voce impastata dal sonno Benjamin, mentre si stiracchiava
"ti ho portato una cosa" rispose il biondo prendendo il vassoio e posandolo sul suo ventre, Benjamin sorrise
"e a cosa lo devo?" Domandò ancora, Federico non rispose, lasciò che Benjamin si accorgesse del bigliettino sotto al bicchiere "aspetta aspetta, cosa abbiamo qui? Cosa c'è scritto?.. 'in realtà è solo una scusa per vederti prima possibile'" lesse, poi rise "sei proprio stupido" aggiunse "dai mangia le frittelle, le ho fatte io!" Esclamò eccitato il ragazzo "mi vuoi avvelenare?" "In quel caso sarei già morto per quante ne ho mangiate prima di portarle qui" disse.
Benjamin cercò la sua mano e intrecciò le dita con le sue "mi sei mancato" sussurrò lasciandolo a bocca aperta "mi dispiace Benjamin, ti sei scelto il fidanzato più incapace e inadeguato che esista, non so fare niente e quando faccio una cosa ne rovino un'altra. E credimi se ti dico che amarti è l'unica cosa che mi riesce bene, quindi per favore lasciami farlo per sempre, fatti amare" lo supplicò, Benjamin si morse le labbra e annuì spostandosi verso sinistra, lasciandogli così lo spazio per farlo stendere accanto a lui "l'unica cosa che ho capito questa notte è che questo spazio è anche tuo, anche se è piccolo. Non posso fare a meno di te, in nessuna occasione, quindi ora stenditi e dormi perché hai delle occhiaie bruttissime" ironizzò, Federico sorrise e mai fu più felice di sdraiarsi di nuovo su quel letto, accanto all'amore della sua vita.
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1901// fenji.
FanfictionNel 1901 avere un sogno è difficile, quasi impossibile realizzarlo. Nel 1901 i ragazzi si amavano proprio come ai giorni nostri, ma quasi nessuno era così fortunato da poter veramente amare. Nel 1901 non puoi ribellarti alla società, rischi di mett...