"Mi dispiace interrompervi ragazzi" disse il commissario rientrando, mentre i due si separarono frettolosamente "questo è tutto ciò che di materiale aveva con sé il suo maggiordomo" si rivolse a Federico passandogli una scatola di cartone aperta e una borsa che di solito utilizzava per viaggiare "vi pregherei di attendere fuori, le guardie stanno andando a prenderlo" disse, prima di uscire.Federico non stava più nella pelle: erano usciti da qualche minuto, il posto era abbastanza isolato dalla città e nelle vicinanze non c'era proprio niente dove potessero aspettare al coperto. Cristina si era seduta sul muretto in attesa di Benjamin, Federico aveva poggiato la scatola accanto a lei, che la tratteneva per non farla scivolare all'indietro.
"Ma quanto ci mettono?" Continuava a chiedere, mentre camminava avanti e indietro, talvolta più velocemente, talvolta più lentamente. Cristina rise, portò la scatola sulle gambe e si accorse subito di un foglietto ripiegato "ma secondo te ha mangiato in questo periodo? Cioè nel senso gli hanno dato del cibo commestibile o.." Chiese agitato Federico, Cristina alzò le spalle "da quanto so, pane duro e acqua" rispose, Federico sbuffò e ricominciò a girare a vuoto, Cristina prese il foglietto, sul retro c'era una scritta: "per favore, lo metta tra i miei effetti personali, non ceno. La prego."
La ragazza alzò lo sguardo per guardare Federico, lo chiamò: "Fede, credo che questo sia per te" gli disse, Federico si avvicinò e prese tra le mani il foglietto leggendo ciò che aveva già precedentemente letto la ragazza, poi la guardò quasi spaventato, lo aprì velocemente: sembrava una lettera, o forse no, forse una poesia:Tu portami via
Dalle ostilità dei giorni che verranno
Dai riflessi del passato perché torneranno
Dai sospiri lunghi per tradire il panico che provoca l'ipocondria
Tu portami via
Dalla convinzione di non essere abbastanza forte
Quando cado contro un mostro più grande di me
Consapevole che a volte basta prendere la vita così com'è
Così com'è
Imprevedibile
Portami via dai momenti
Da questi anni invadenti
Da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia
Amore mio portami viaTu portami via
Quando torna la paura e non so più reagire
Dai rimorsi degli errori che continuo a fare
Mentre lotto a denti stretti nascondendo l'amarezza dentro a una bugiaTu portami via
Se c'è un muro troppo alto per vedere il mio domani
E mi trovi lì ai suoi piedi con la testa fra le mani
Se fra tante vie d'uscita mi domando "quella giusta chissà dov'è?"
Chissà dov'è
È imprevedibile
Portami via dai momenti
Da tutto il vuoto che senti
Dove niente potrà farmi più del male, ovunque sia
Amore mio portami viaTu, Federico
Tu sai comprendere
Questo silenzio che determina il confine fra i miei dubbi e la realtà
Da qui all'eternità, tu non ti arrendere
Portami via dai momenti
Da questi anni violenti
Da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia
Amore mio, portami via.Non fare troppo tardi.
Non se ne era accorto, ma aveva iniziato a piangere già dalla prima metà, nonostante si fosse più volte promesso di non farlo più, le lacrime correvano veloci sul suo volto e il cuore gli batteva all'impazzata. L'immagine di Benjamin che chiede di poter scrivere un biglietto rinunciando alla misera cena gli spezzava il cuore.
Benjamin, se pur spaventato poiché probabilmente nessuno lo avrebbe tirato fuori, confidava nel fatto che il suo amato lo avrebbe cercato, che lo avrebbe portato via, e voleva farglielo sapere anche se Federico non avrebbe potuto mai aiutarlo, anche se non sarebbe riuscito in alcun modo a sapere dove si trovasse, anche quando sarebbe stato troppo tardi, anche quando tutto ciò che possedeva non gli sarebbe servito più, quando qualcuno si sarebbe deciso a mandare via il contenuto della scatola al suo ultimo domicilio, Benjamin voleva far sapere a Federico che lo aveva aspettato, e che aveva sperato con tutte le sue forze che lui stesso lo avesse portato via."Fede?" Una voce fragile e tremante lo chiamò, si girò a guardare, c'era Benjamin a qualche passo dalla porta, il viso stanco, i pantaloni in origine neri sembravano ormai grigiastri, la camicia strappata in qualche punto, ma cosa gli avevano fatto?
Gettò a caso il foglietto nella scatola: "Ben!" Pensò di urlare, ma tutto ciò che uscì fuori dalla sua bocca fu un sussurro. Asciugò le lacrime e corse verso di lui, Benjamin aprì le braccia, Federico lo prese per il busto e lo sollevò, portandogli le gambe attorno al suo bacino. Si strinsero forte, Benjamin singhiozzava e tremava probabilmente per il freddo, dato il suo abbigliamento troppo leggero per quelle temperature, Federico lo teneva stretto al suo corpo sussurrandogli ogni tanto: "va tutto bene, va tutto bene, Ben, sono qui", e anche se sta volta piangeva non si sentiva stupido per farlo: aveva ritrovato Benjamin e le lacrime in quel momento erano l'ultimo dei suoi pensieri.
Portò il ragazzo coi piedi sul terreno, si tolse il cappotto e glielo poggiò sulle spalle, Benjamin sorrise, aveva sperato con tutto il cuore di poter incrociare di nuovo quegli occhi blu, e di nuovo si fiondò tra le sue braccia, beandosi del suo calore e del suo profumo, sentendosi finalmente di nuovo a casa. Federico gli poggiò le mani sul collo strofinandogli i pollici sulle guance, poi velocemente disse: "Non hai idea di quanto mi sei mancato, è stato terribile, credo di essere stato sul punto di impazzire, ti ho cercato praticamente ovunque! Oh, quanto t'amo non puoi capire. Ben, dobbiamo andare via, ce ne andiamo presto, te lo giuro. Ho tante cose da raccontarti e.." "Federico" Lo interruppe il moro, il suo sguardo si spostò su Cristina per qualche momento, poi ritornò su di lui. Federico si aspettava delle domande da parte sua, si aspettava che chiedesse spiegazioni, si aspettava qualsiasi cosa, e invece Benjamin lo spiazzò tirandolo verso di sé per poi baciarlo con tutta la naturalezza possibile, senza nascondersi, senza limitarsi, senza pensarci. C'erano solo loro, e nient'altro.
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1901// fenji.
FanfictionNel 1901 avere un sogno è difficile, quasi impossibile realizzarlo. Nel 1901 i ragazzi si amavano proprio come ai giorni nostri, ma quasi nessuno era così fortunato da poter veramente amare. Nel 1901 non puoi ribellarti alla società, rischi di mett...