2018

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2018

"Papà? Sei in camera?"
"Si tesoro, sto prendendo dei documenti, ho una riunione tra mezz'ora" rispose
"Hai due minuti per me?"
"Penso di si, parla, ti ascolto" disse, mentre leggeva dei nomi sulle cartelline.
La ragazza si sedette sul letto:
"Tu conosci Annette Rossi?" Chiese, suo padre la guardò curioso "come mai ti interessa?" Domandò, la ragazza mostrò un libro che aveva tra le mani "ho trovato questo libro tra gli scaffali della libreria, si chiama 1901.. non c'è il nome di un editore.. né.. non c'è nulla, solo nell'ultima pagina è firmato a penna "Annette Rossi"."
Emilio annuì "ti sarai resa conto che hai il suo nome, vero?" Chiese sorridendo "si, è per questo che vorrei sapere chi è, per favore" fece gli occhi dolci
Emilio lesse un messaggio sul cellulare
"Non ora, Annette, puoi parlare con nonna Camilla, lei ne sa sicuramente più di me." Disse, le diede un bacio sulla fronte e lasciò la camera.

"Mammaaaa dov'è l'albero genealogico?"
"Dovrebbe essere nell'armadio del corridoio, non rovinarlo se lo prendi"
"Sta tranquilla"

"Allora.. questo è papà, nonna Camilla.. Uh, il bisnonno Ettore, figlio di.. A.. Annette Rossi. Cazzo. Ma allora è esistita davvero, devo andare dalla nonna."

Annette bussò al campanello della porta più di tre volte, era impaziente, molto:
"Annette! Che ci fai qui?! Non dovresti essere a scuola?" Le chiese sua nonna quando andò ad aprirla, invitandola ad entrare "si, si è che avevo la febbre in questi giorni e ho iniziato a leggere un libro che ho trovato in giro e vorrei sapere qualcosa di più sull'autrice, per favore." Disse, mentre toglieva il giubbotto di pelle e estraeva il libro dalla borsa per mostrarlo a sua nonna.

Subito notò i suoi occhi lucidi e la cura con cui toccava la copertina. Poi si sedette sulla poltrona.
Annette si illuminò, sedendosi a sua volta, pensava di aver fatto centro: "sul retro c'è scritto.." "Annette Rossi, lo so, l'ho letto tante volte anche io da ragazza. Era mia nonna, è per lei che hai questo nome, ho convinto io tuo padre a chiamarti così nella speranza che somigliassi in qualche modo a lei.."
Annette annuì lasciandole qualche attimo di silenzio per permetterle di ricordare la sua gioventù:
"E.. nonna.. mi sai dire se ciò che racconta è successo davvero?"
Camilla sorrise, si prese un momento, poi alzò gli occhi per guardarla:

"non sono andati via per sempre, sono venuti a trovare mia nonna molte volte, io me li ricordo bene."
Il cuore della ragazza cominciò a battere più velocemente
"Mi ricordo di Federico, dei suoi occhi azzurrissimi, mi ricordo di Benjamin, era davvero bello come il sole anche in età avanzata. Oh Annette quanto avrei voluto che tu li conoscessi." Una lacrima rigò il suo viso "non si sono separati mai, nemmeno per un minuto. Si sono amati con anima e corpo nel modo più sincero e pulito possibile. Erano sempre discreti, almeno per come li ricordo io."

"Dopo che li incontrai per la prima volta, ero poco più che una bambina, tredici anni al massimo, prima si iniziava a fare figli da giovanissimi e dunque ho la fortuna di aver avuto nonni abbastanza giovani.. nonna Annette mi diede un libro, raccomandandomi fortemente di leggerlo. All'inizio non potevo nemmeno credere all'amore tra due uomini, pensai che fosse uno scherzo, non potevo nemmeno immaginare una cosa del genere. Poi due giorni dopo ritornai a casa della nonna, finii il libro, lo divorai, avevo bisogno di rivederli, dovevo guardare i loro volti e capire se tutto ciò era vero, se nonna aveva scritto la verità, se sul serio Benjamin Mascolo e Federico Rossi corrispondevano ai protagonisti del libro. E fu così. Scoppiai a piangere non appena li ebbi di fronte, Federico si alzò preoccupato che mi fosse successo qualcosa, Benjamin gli prese la mano per fargli notare il libro che tenevo stretto tra le braccia, si tranquillizzò.
Mi raccontarono di aver aiutato la nonna nella scrittura, che c'erano state anche situazioni spiacevoli che non avevano menzionato, che ogni singola parola citata c'era stata, che avevano pianto rileggendolo come bambini una volta terminato. Mi raccontarono dell'inizio della loro nuova vita insieme in Spagna, che andarono a vivere nella vecchia casa di Federico, che i primi giorni li passarono a fare l'amore, che la prospettiva di una vita sempre insieme li innamorava sempre di più. Mi raccontarono che Benjamin era diventato un dottore, che ci era riuscito con le sue forze, che Federico completò finalmente gli studi d'avvocato e che esercitò a lungo. Mi raccontarono che Benjamin riuscì a salvare la vita ad un uomo che stava per strozzarsi in un ristorante, durante una cena per raccolta fondi per un orfanotrofio, che in cambio quest'uomo, proprietario dell'orfanotrofio, gli aveva promesso tutto ciò che era nelle sue possibilità, qualsiasi ricompensa, che Benjamin prontamente rifiutava. Mi raccontarono che quest'uomo si presentò a casa loro tre giorni dopo, con un bambino di più o meno quattro anni e una serie di carte da compilare, che riuscì in qualche strano modo e con carte fasulle a farglielo adottare, e che amarono loro figlio con tutto il cuore." Pianse.

"Sai nonna, mi sarebbe davvero tanto piaciuto conoscerli. Sono sicura che siano stati delle persone stupende, è così bello sapere che tutto quello che ho letto e che mi ha emozionato così tanto è esistito davvero."

Camilla asciugò le lacrime, si alzò dalla poltrona e si avvicinò al televisore, aprendo uno dei cassetti del mobile sul quale poggiava. Aprì una serie di scatole e quando ebbe trovato ciò che cercava, si avvicinò ad Annette per mostrarglielo. Era una vecchia foto di un ragazzo a letto mentre dormiva, che lei aveva sempre conservato gelosamente.
Annette la guardò attentamente, poi, all'improvviso, capì:
Era la foto che Federico aveva scattato quel giorno a Benjamin con la macchina fotografica che gli aveva regalato, era stata proprio Annette sua sorella a farla sviluppare quando trovò l'oggetto custodito ancora in camera sua.
Un'infinità di emozioni esplosero nel corpo della ragazzina, non poteva credere di star toccando con mano qualcosa appartenuta a loro, di star guardando per la prima volta il volto di un ragazzo che aveva solamente immaginato per tutto quel tempo. Sembrava tutto più reale in quel momento.
Pianse, la portò al petto.
"Nonna, ti prego, portami nella tua vecchia casa." La pregò "Annette, lo sai, dopo il terremoto non è più agibile, potrebbe cadere d'improvviso qualcosa e.." "non importa, nonna, ha solo qualche crepa, non è caduto niente in tutti questi anni, non succederà nulla, ci staremo solo pochi minuti, ti giuro."

"Fai attenzione Annette, per favore" disse, aprendo la porta.
Annette rimase come incantata, tutto le sembrava familiare, le sembrava di aver già vissuto quella casa, quei mobili.
Corse su per le scale senza aspettare che sua nonna l'accompagnasse, il cuore le batteva all'impazzata.
Trovò quella che doveva essere la camera di Federico, stravolta dai cambiamenti fatti negli anni seguenti, ma ancora così simile a come veniva descritta nel libro.
Accanto al letto, sul pavimento, una cornice girata, probabilmente rotta, custodiva una foto in bianco e nero di quattro persone, una famiglia a vedersi. Cercò di toglierla dalla cornice, il vetro spaccato non le permetteva di vedere i loro volti: erano loro, erano sicuramente loro. Rimase impressionata dalla somiglianza che aveva con la ragazzina nella foto, era Annette Rossi, ne era convinta, mentre quello accanto a lei doveva essere Federico. Non sapeva perché ma lo aveva immaginato completamente diverso, e invece era così.. semplice, l'aria spensierata, il sorriso tranquillo. Più bello di quello che pensava.

Poi si ricordò della loro stanza, quella dei libri.
Corse su in soffitta, la porta era senza chiave, l'avevano persa, si ricordò del libro.
Una grande finestra
Scatoloni qua e là
I cuscini, i libri.
E poi un libro proprio sotto la finestra, illuminato dalla luce. Sembrava vecchio, molto vecchio.
Lo raccolse dal pavimento togliendo con la mano lo spesso strato di polvere.
Lo aprì alla prima pagina.
Una dedica scritta in alto:
                  "finiscilo tu per me, tuo Ben."

Il cuore gli saltò in gola, non poteva credere ai suoi occhi.
Guardò il cielo attraverso la finestra:

"Non avete idea di quanto io sia grata di avervi in qualche modo conosciuti e riportati in vita, ragazzi."

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora