14 (per davvero)

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Il 31 dicembre 1899 quasi tutti pensavano di star per morire: l'inizio del 900' era diventato l'argomento più discusso negli ultimi mesi, e molte credenze popolane sulla fine del mondo con la fine dell'800', sembravano star girando anche nei salotti più importanti e tra i signorotti più razionali di tutta la Spagna.
Federico non era mai stato superstizioso, non aveva mai creduto che con la fine del 800' il mondo sarebbe finto, non era nemmeno preoccupato di non vedere l'alba del 900', ma quando nell'ultima ora dell'anno tutti si erano riuniti nella grande sala da pranzo per mangiare "l'ultimo dolce della vita", Federico decise che fosse il momento giusto per restare da solo a pensare: se fosse stata davvero l'ultima ora della sua vita, cosa avrebbe voluto davvero?

"Dai, ci divertiamo, le temperature non sono tanto basse!" Benjamin era entusiasta nel proporre qualcosa a Federico che non comportasse però la necessità di denaro "ehm.. s..stavo.. stavo studiando prima, dovrei continuare, prima o poi dovrò prendere la laurea.." Benjamin sapeva che Federico era molto indietro con gli studi, lui stesso glielo aveva riferito in qualche occasione e non avrebbe voluto certamente che il ragazzo perdesse un altro pomeriggio, ma quel rifiuto non gli sembrava naturale, era sicuramente successo qualcosa che lo turbava: "okay.. se non ti va vado da solo." Benjamin si allontanò dal ragazzo e si avviò verso l'uscita, dove incrociò Annette che lo salutò saltellando e che poi si avvicinò al fratello "dove va Benjamin?" Chiese sedendosi sul divano "al fiume, dice che vuole fare un bagno" "carino, perché non vai con lui?" Federico si sedette sul bordo del divano facendo scoccare le dita "Anni, io ho paura." Confessò "paura? Del fiume?" Federico portò una mano alla fronte "no, scema, ho paura di restare da solo con lui, non riesco più a non pensarlo in ogni momento, in ogni occasione e... vederlo.. vederlo senza vestiti peggiorerà le cose. Tutto qui." Abbassò la testa sbuffando "sono un disastro." Commentò ancora, prima di alzarsi e salire al piano di sopra.

Per tutta la sera, per tutta la notte, Federico non fece altro che alternare il sonno al pensiero che avesse pochi giorni per cambiare qualcosa nella su vita: a breve avrebbe dovuto sposare Cristina, che era sicuramente un buon partito, ma che non lo avrebbe reso felice e che anzi, avrebbe reso la sua vita più monotona di quanto in realtà già fosse.
Si ricordò di quel giorno in Spagna, l'ultimo del 1899, quando tutti pensavano che il mondo sarebbe sparito da un momento all'altro, e si ricordò che -messo alle strette da sé stesso- capì che tutto sommato se avesse potuto fare qualcosa per cambiare la sua vita in quell'ultima ora, sarebbe uscito e avrebbe cercato l'amore, perché era amare e donare tutto se stesso quello che più desiderava.
Quando alle 7:15 spaccate del mattino seguente il maggiordomo bussò alla sua porta, Federico si era già svegliato da qualche minuto e lo attendeva seduto con le gambe incrociate sul letto: "entra" rispose prima che il moro potesse smettere di bussare dall'altra parte della porta e, sorpreso, aprì la porta entrando nella stanza con un sacchetto tra le mani, richiudendo poi la porta alle sue spalle. "Ma buongiorno" sussurrò "come mai siamo già svegli?" Continuò il moro "ti aspettavo" Federico rispose con lo stesso tono del ragazzo, poi si tolse le coperte di dosso e gattonando si avvicinò a Benjamin che si era seduto su un angolo del letto "cos'hai lì?" Chiese indicando il sacchetto del maggiordomo "uhm, ti ricordi quando ti ho parlato di quella pasticceria in cui andavo a fare colazione tutti i giorni?" Federico annuì "beh stamattina mi sono alzato un po' prima e sono passato a prenderti una brioche al cioccolato" continuò Benjamin abbozzando un sorriso. Federico sorrise e afferrò la confezione che il ragazzo di fronte a lui gli tendeva: "non dovevi, veramente, sei.. nessuno lo aveva mai fatto per me." disse, Benjamin alzò le spalle "non ti ci abituare, non ho intenzione di perdere 2 ore di sono ogni notte per vederti sorridermi" Federico fissò Benjamin e boccheggiò per qualche secondo prima di prendere parola "ti basta una margherita, o puoi semplicemente chiedermelo, o.. o semplicemente non fare niente" Benjamin si alzò dal letto "ai suoi ordini" disse "io vado, mi raccomando mangiala ora che è calda" ammonì, prima di allontanarsi e sparire dietro alla porta.

Il giorno passò troppo velocemente, forse perché Federico dormì per i 3/4, forse perché la pioggia insistente non diede modo a nessuno di uscire o forse perché semplicemente le giornate erano ormai più corte.
Annette entrò nella camera di Federico verso le 19, "Fede! non ti vedo da pranzo, che fai?" Chiese "studio, che succede?" "È quasi ora di cena, devi scendere, lo sai?" "Sono già le 7?" Chiese incredulo il biondo controllando la sveglia "si, e sono venuta ad anticiparti una cosa che sta per succedere" Federico aggrottò la fronte "cosa dovrebbe succedere?" Annette si sedette sulla poltrona di fronte al ragazzo "i nostri genitori hanno appena finito di parlare con un gioielliere, ha portato qui degli anelli di fidanzamento e.. hanno deciso alcuni da mostrarti. Pare che nostro padre abbia parlato con i Sebastiani, dicono che ti hanno invogliato a fare la proposta." Federico sentì un vuoto dentro, sentiva come se le lancette di quell'ora prima della mezzanotte stessero scorrendo piano, sentiva come se il mondo stesse per finire, e lui non stava facendo niente per realizzare il suo desiderio. "Va bene." Rispose, prima di indossare la giacca e scendere nella sala da pranzo accompagnato dalla sorella.

La cena, a differenza di tutta la giornata, fu estremamente lunga, estremamente noiosa e estremamente irritante per Federico. Odiava quando il turno per servire la cena non era del maggiordomo, odiava quando la zuppa era troppo densa e odiava quando i suoi facevano finta di niente, mentre sapeva già cosa doveva accadere. Subito dopo il pasto, Ettore chiese a Federico di seguirlo nel suo studio: "figliolo, ne abbiamo scelti 4, decidi quale preferisci" disse Carolina cercando di rendere più semplice il discorso che aveva iniziato Ettore, mostrandogli direttamente gli anelli. Federico rimase inerte, impassibile a quella vista "mh, questo qui" disse, indicando quello più semplice, Ettore si alzò dalla sua poltrona "Federico, sei un uomo, ma non un cretino. Tu conosci Cristina meglio di tutti noi, saprai un po' i suoi gusti, no?" Federico sbuffò "ok, ci posso pensare?" Chiese, i due genitori si guardarono per qualche secondo, poi Carolina chiuse le confezioni e le consegnò sorridendo, ma con un velo di preoccupazione, al ragazzo.

Qualche ora dopo, Federico si trovava seduto davanti alla scrivania con 4 cofanetti davanti, ancora chiusi. Non aveva il coraggio di aprire nemmeno uno di loro e dentro di lui si faceva sempre più forte il desiderio di scegliere a caso, non pensando davvero ai gusti della ragazza. D'un tratto sentì qualcuno bussare alla porta che si aprì lentamente, Federico si girò di scatto, Benjamin entrò con una faccia abbastanza preoccupata, non dicendo però una parola prima di sedersi sul bracciolo della poltrona: "a che punto sei?" Chiese "tu che ne sai?" Chiese a sua volta Federico "Annette" rispose Benjamin sorridendo, Federico annuì "non mi va" disse, indicando con la testa i cofanetti, Benjamin ne aprì uno "carino" commentò "che dici?" Chiese al biondo che sembrava impassibile.
Federico non rispose, si limitava a guardare l'anello; "ho un idea" parlò il maggiordomo allungando la mano "proviamolo" disse, Federico sembrò riattivare il cervello "su di te?" Domandò "perché no?" Rispose Benjamin, Federico estrasse l'anello e lo inserì all'anulare di Benjamin, "allora?" Chiese il biondo "mi sta un po' stretto ma è carino, si è carino. Tu che dici?" Federico sorrise a quella vista "carino" ripetè.
-"va bene proviamone un altro" continuò il maggiordomo, tentando di togliere l'anello "ehm.. Federico.. ehm" Benjamin non riusciva a sfilare l'anello "aiutami" disse ridendo, "no ti prego, non dirmi che si è incastrato!" Federico sorrise a sua volta e tentò di sfilarlo senza successo. Solo dopo qualche minuto, Benjamin riuscì a tirarlo via, sul viso di Federico era tornato il sorriso e le risate avevano riempito la stanza cupa. Benjamin si fermò un attimo a guardare la sua mano sotto gli occhi curiosi di Federico, poi lo guardò negli occhi e deglutì: "io ti avrei detto di sì."

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora