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Potrei dirvi che Federico non passò l'intera notte a cercare numeri di telefono nello studio del padre, per poi chiamare ininterrottamente tutti i numeri al confine e tutte le stazioni aperte dalle 4:30 di mattina, per sapere se avessero venduto un biglietto a nome di Benjamin Mascolo.
Potrei dirvi che dormì tranquillo nella sua stanza aspettando le primi luci dell'alba per farlo.
Potrei dirvi che si arrese non trovando niente, ma se ve lo dicessi - potrei metterci la mano sul fuoco - non ci credereste.
Avete ormai imparato a conoscere Federico e il suo amore infinito per il suo caro Benjamin, dunque sarà per voi facile capire che si, Federico era rimasto sveglio tutta la notte e che si, aveva provato a chiamare chiunque avesse potuto e che no, Federico non si era arreso. E non lo avrebbe mai fatto.

Erano le 7:30 ormai, gli occhi gli bruciavano, aveva sonno, non aveva dormito un minuto, non aveva cenato né aveva più riparlato con la sorella per sapere cosa fosse successo in quel frangente, eppure la sua unica preoccupazione era riuscire a trovare Benjamin in un qualsiasi modo. Esausto, si prese una pausa di pochi minuti per cambiarsi d'abito e magari farsi un bagno. Ringraziò per non aver incontrato qualcuno mentre saliva in camera sua e sbuffò lasciandosi cadere sul materasso morbido del suo letto, sapeva di essere solo, eppure sentiva così chiaramente la presenza di Benjamin che si avvicinava a baciargli il collo stringendolo da dietro. Era impossibile, ma quell'immagine era così tanto vivida nei suoi pensieri. Era consapevole del fatto che non fosse vero, avrebbe voluto davvero tanto aprire gli occhi e dire a se stesso di alzarsi e cercarlo ancora, ma la sua mancanza e soprattutto la stanchezza e il sonno così forte riuscirono a catturarlo facendolo addormentare di colpo, cullato dal dolce pensiero di Benjamin accanto a lui.

Si svegliò qualche ora più tardi, erano le 10 circa, trenta minuti dopo era già pronto per uscire di casa, senza avvisare nessuno.
Si fermò qualche minuto in cucina per fare una colazione veloce e per preparare qualcosa da portar via, non sarebbe certamente tornato per pranzo.
Una domestica lo informò di una visita, Federico prese la borsa col necessario e si diresse all'entrata, era Cristina, il suo viso era preoccupato. Era strana.
Improvvisamente gli venne in mente la conversazione che aveva avuto con Benjamin: lui non si fidava per niente di Cristina ed era sicuro che avergli fatto capire qualcosa della loro relazione sarebbe stato un errore, un gravissimo errore.
E forse lo era stato.

"Sei stata tu?" La accusò furioso avvicinandosi a lei "i..io? A fare cosa?" Chiese la ragazza quasi spaventata "sei stata tu a dire a mio padre di me e di Benjamin? Sei stata tu?" Quasi urlò, Cristina scosse la testa ancora più spaventata, Federico strinse i capelli tra le dita e cominciò a giare a vuoto velocemente per la stanza, poi si avvicinò alla ragazza tremante puntandole il dito contro "ti rendi conto che mi hai tolto la persona più importante della mia vita? Eh? TE NE RENDI CONTO?" Cristina scoppiò in lacrime, nessuno mai l'aveva trattata in quel modo "ti giuro che non ho fatto niente, te lo giuro.." singhiozzò "mi dispiace, Federico.. sono venuta qua per parlarti di lui. Io non ne sapevo niente, ti giuro ma.." "va fuori" le ordinò il ragazzo, Cristina rimase sorpresa da quelle parole "vai fuori, ne parliamo in giardino." Addolcì un po' il tono, Cristina aprì la porta e si spostò in giardino subito seguita da Federico che si sedette scocciato al tavolo posizionato sotto ad un alto sempreverde.
La ragazza si asciugò le lacrime e fece lo stesso: "Federico, credimi non ho detto nulla.. tu mi avevi fatto intendere poco, io non pensavo che tra di voi ci fosse una tale complicità e una tale passione che solamente tu ora mi stai facendo conoscere.." sembrava sincera, Federico cominciò a credere di averla accusata senza ragione "e cosa vuoi dirmi?" Le chiese incrociando le braccia al petto "stamattina avevo intenzione di chiedere dei soldi a mio padre per delle compere, prima di entrare nel suo studio però l'ho sentito chiacchierare con qualche suo amico o non so chi sia, dicevano che aveva fatto bene a mandare via il maggiordomo, che le dicerie su di lui erano giuste, e che infatti tuo padre una volta scoperto aveva chiamato direttamente la guardia civile." Federico sgranò gli occhi "non che io sappia, l'ha solo mandato via" Cristina scosse la testa "no, hanno detto che è al commissariato di polizia, Federico, lo trattengono lì prima di una decisione in via definitiva da parte del giudice." Federico sentì il suo cuore perdere un battito, sbiancò, poi improvvisamente il sangue gli salì al cervello, la rabbia che provava in quel momento sarebbe stata capace di fargli spaccare il mondo con le mani. Si alzò sbattendo le mani sul tavolo "non so dove sia, portami lì." Affermò serio.

"Non hanno detto altro? Ne sei sicura?" Chiese per la quarta volta Federico mentre erano in viaggio per la città "no, non hanno detto altro." Ripeté a testa bassa la ragazza "secondo te c'è bisogno di qualcosa? Tipo un documento oppure devo firmare qualcosa per portarlo via?" Chiese ancora, Cristina scosse la testa "non ho mai tirato qualcuno fuori dalla prigione. Sai com'è" disse, Federico si rese conto che Cristina magari meritasse qualche spiegazione a riguardo, la guardò per una manciata di secondi, era preoccupata.. o forse triste?: "non so come è successo, né quando è successo e né per quale motivo" iniziò, attirando l'attenzione della ragazza "so solo che quando l'ho capito, la mia vita è cambiata, anzi direi che è iniziata." Sorrise al ricordo, Cristina lo guardava curiosa "non sono mai stato più felice di quando ero con lui, le sue braccia sono diventate la mia casa, mi hanno accolto tutte le volte che ne avevo bisogno di giorno, e anche tutta la notte, per tutte le notti.." deglutì "non immagini quanto mi manchi, quanto il pensiero di non rivederlo mai più mi abbia causato dolore e sofferenza in questi giorni. È fisico, so che è strano, ma è un dolore così forte che non puoi non percepirlo anche sulla pelle, nelle ossa.. è ovunque." Cristina asciugò una lacrima sul suo viso, Federico si abbassò leggermente "se tu credi nell'amore, Cristina, ti chiedo per favore di aiutarmi a tirarlo fuori dai guai e a proteggerlo nel modo migliore che io conosca, e cioè tenendolo tra le mie braccia. Mi aiuterai?" Gli chiese, corrugando la fronte e stringendo le sue mani.
Cristina annuì sorridendo "È davvero fortunato ad averti" sussurrò lentamente, poi la carrozza si fermò, non lasciando a Federico la possibilità di rispondere.

I ragazzi scesero e velocemente si recarono all'interno del commissariato, Cristina si strinse a lui quando delle guardie stavano cercando di mandar via un uomo già ubriaco, il ragazzo pensò che non fosse certamente un luogo dove portare una signora, e si appuntò mentalmente di scusarsi con lei una volta usciti da lì dentro, tutti e tre.

Federico chiese di Benjamin al commissario non appena questo fu libero per ascoltarli, l'uomo guardò qualche fascicolo prima di dare una risposta: sembrava non averlo nemmeno mai visto.
"Sì, Mascolo.. c'è una cauzione da pagare.." parlò leggendo un fascicolo "oppure se riuscite a procurargli un buon avvocato magari se la cava con 4 o 5 anni al fresco." Concluse l'uomo, rimettendosi seduto sulla sua poltrona, riprendendo poi il sigaro che aveva poggiato solo un attimo "va bene, mi dica di quanto denaro stiamo parlando e magari le firmo un assegno al momento" Federico tirò fuori il blocchetto dalla giacca "no, non funziona così. Mi dispiace signor Rossi, possiamo rilasciarlo solo con il versamento di denaro in contanti." Federico aggrottò la fronte "ma.. mi scusi lei è serio o cosa? In che senso non accettate assegni?" Era sbalordito "le sembro uno che scherza?" Si innervosì l'uomo, Federico aprì la bocca per replicare ma qualcun altro fece più veloce: "bastano questi?" Cristina aprì la piccola borsetta di camoscio e tirò fuori alcuno rotoli di banconote. Sembrava fossero davvero tanti e Federico non si spiegava davvero il motivo per cui li avesse con sé. Fatto sta che l'uomo li contò tutti, e senza dire una parola, si alzò e uscì dalla stanza, lasciandoli soli.
Federico la guardò in cerca di spiegazioni, la ragazza alzò le spalle, alzandosi, Federico replicò i suoi movimenti "mi sa che andremo in giro in carrozza ancora per un po', l'idea di prendere per noi due un'autovettura del resto era ancora abbastanza azzardata, no?" Sorrise, Federico la fissò spalancando la bocca "lo avresti fatto davvero?" Le chiese, esterrefatto "guardati intorno, penso di aver fatto molto di più" scherzò, Federico la abbracciò, sollevandola leggermente e presi dal momento, nessuno dei due si accorse della porta che si apriva lentamente.

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora