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"Si.. si ho capito, certo che me lo ricordo! Si. Si Cristina, non c'è bisogno di.. okay farò presto ma sono le 7 di mattina, mi sono appena svegliato mi ci vorrà un po' per... e va bene, ora metti giù... basta, ciao." Federico in camicia da notte, vagava per la casa ancora deserta alle 7 del mattino.
Una domestica sveglia già dalle prime luci per preparare delle conserve aveva sentito il telefono squillare ed era corsa in camera di Federico non appena una ragazza dall'altra parte della cornetta le aveva detto di avere una notizia urgente per il signorino.

Benjamin aveva dormito in camera di Federico quella notte, si era appena svegliato e stava cercando di uscire dal letto senza svegliare l'altro che ancora dormiva profondamente, quando la domestica cominciò a bussare insistentemente alla porta. Federico si svegliò di colpo e Benjamin, spaventato dal fatto che potessero vederlo, si infilò sotto le coperte mentre Federico si alzò per aprire la porta ed uscire subito dopo.
Fortunatamente nessuno che volesse entrare in camera, almeno per sta volta.

Cristina e Federico avevano un appuntamento col prete alle 8:30, subito dopo la messa mattutina. Il prete aveva più volte precisato che non avrebbe tollerato nemmeno un minuto di ritardo e Cristina, sapendo che Federico fosse il ritardatario per eccellenza, ebbe la buona idea di chiamarlo alle 7 del mattino per svegliarlo e farlo preparare prima possibile.

Se non altro aveva i suoi metodi per imporsi.

"Che è successo? Chi era?" Chiese allarmato Benjamin già quasi vestito quando Federico rientrò "niente, Cristina, pensava avessi dimenticato l'incontro di oggi e si sentiva in dovere di ricordarmelo." Sputò acido gettandosi di nuovo tra le coperte "ah.. okay.." rispose quasi deluso il moro, Federico si alzò definitivamente mettendosi tra Benjamin e lo specchio "credo che sia stato il risveglio più brusco degli ultimi mesi.. neanche il tempo di guardarti negli occhi.." gli sussurrò a un palmo dal viso, Benjamin lo abbracciò "allora cominciamo da capo: piccolo Federico, buongiorno!" Disse, lasciandogli dei baci tra i capelli arruffati "ti porto la colazione in camera?" Chiese, Federico scosse la testa "non serve" rispose staccandosi, gli passò la mano lentamente su tutto il braccio sinistro, partendo dalla spalla e arrivando a prendergli la mano e a sorridere alla vista dell'anello "Federico è una settimana ormai, ti ho promesso che rimarrà qui per sempre, non serve che tu mi controlli ogni volta" scherzò Benjamin "non voglio controllarti, è solo che ti sento mio se ti guardo con.." Benjamin rise "sono tuo con e senza" gli sussurrò ad un orecchio, prima di chiudere gli occhi e baciarlo lentamente.
Federico lo fissò per qualche secondo: "ma come fai ad essere così bello già a quest'ora?" Gli chiese "ah tu non sei da meno, signorino" Federico sorrise "dai scemo. Sei bello da.." "da morire?" Lo interruppe "no. Bello da vivere."

Nonostante le continue lamentele di Cristina, il discorso noiosissimo del prete e la fastidiosissima pioggia, la mattinata finì.
Federico pensava di poter tornare a casa e stare con Benjamin al caldo, immaginava già le sue carezze sulla schiena, il profumo della sua pelle inebriarlo, il colore forte dei suoi occhi e il rossore delle labbra carnose. Non vedeva l'ora, ma c'era solo un piccolo inconveniente: Cristina; "mi fermo giusto qualche minuto da te per riscaldarmi" gli aveva detto, ma era già un'ora che continuava a parlare di ricami e maniche a sbuffo con Carolina, sua madre, mentre Federico continuava a mangiare biscotti annoiato mezzo sdraiato sul divano grande "è meglio che io vada, adesso" sentì, gli si illuminarono gli occhi "ma no Cristina! Pranzerai da noi! Federico puoi avvertire il maggiordomo che abbiamo un ospite?" Sbuffò "certo, vado in cucina" rispose annoiato, ma perlomeno avrebbe visto Benjamin "non serve signorino, avviso io in cucina" lo fermò una domestica. Federico alzò gli occhi al cielo, se era difficile stare in astinenza per poche ore, come avrebbe fatto quando si sarebbe sposato? Meglio non pensarci.

"Allora, Cristina, tutto pronto per il matrimonio?" Chiese Ramiro, una volta che fu servito il secondo "Beh direi che ci siamo quasi! Manca qualche dettaglio, ma per il resto è tutto apposto" rispose entusiasta "già" commentò Federico, mentre girava il cucchiaio nella zuppa "avete già preparato una camera vostra o sarà camera tua?" Chiese ancora, Annette tossì e tutti si zittirono per una manciata di secondi "ehm... ci-ci sono tante camere quindi probabilmente ne avremo una da condividere" rispose Cristina arrossendo di colpo "oh sì certo, dimenticavo che avete delle stanze in più.. la villa è molto più grande e inoltre le stanze sono molto più ampie delle stanze in questa casa. Ha sicuramente molto più valore la vostra" continuò il contabile, Annette lo guardò stranita, era forse una strategia per convincere Federico che in realtà la casa non aveva tanto valore? Stava forse cercando di persuadere Federico a venderla prima ancora di sapere che fosse tutto di sua proprietà?
"Non saprei, non ho mai visto la tua camera, Federico" replicò Cristina rivolgendo la parola al suo fidanzato, Federico alzò gli occhi dal piatto "ah si certo, non ne abbiamo avuto modo, d-dopo ti porto a vedere la mia camera da letto" sforzò un sorriso, per poi ritornare con lo sguardo sulla pietanza.

"Allora, eccoci, non è grandissima, come vedi."
Federico chiuse la porta alle loro spalle e ci si appoggiò
"Beh però neanche tanto piccola, da come parlava il ragazzo che lavora per voi pensavo davvero che ci fosse poco spazio, in realtà è abbastanza ampia" disse sedendosi sulla poltrona di pelle "beh si, è tutto qui, quindi se vuoi posso riportarti a casa o.." "è tuo questo?" Chiese guardando un libro poggiato sulla mensola "si, l'ho comprato qualche mese fa ma non l'ho ancora letto" Cristina sfogliò velocemente le pagine sorridendo "io l'ho letto quando ero piccola, me lo regalò mia madre" disse, poi posò il libro dove l'aveva preso e si sedette sul letto. Federico pensò a quanto Cristina in realtà fosse sola, forse vedere qualcosa della sua stanza ed entrare un po' nella sua vita era motivo di felicità per lei, dunque lasciò che facesse qualsiasi cosa senza dirle niente: "wow, ma è morbidissimo! I miei non mi hanno mai permesso di avere un materasso morbido.. dicevano che duro faceva bene alla schiena. Però l'ho sempre sognato!" Si confidò entusiasta, per poi sdraiarsi e chiudere gli occhi per qualche secondo e riaprili subito dopo "c'è qualcosa sotto le coperte" disse sedendosi e cominciando a tastare "cosa?" Chiese Federico alzandosi e avvicinandosi al letto, Cristina spostò le coperte, effettivamente c'era qualcosa: era l'orologio da taschino di Benjamin, quello sul quale Federico aveva fatto incidere il suo nome "ohw, è un orologio" disse aprendolo "è tuo? C'è scritto il tuo nome" Chiese, Federico avvampò prendendolo dalle sue mani "s-si è mio, di chi se no?" "Beh di solito ci si fa incidere il nome dell'amata" alzò le sopracciglia sorridendo, Federico si agitò ancora di più "forse in Italia si usa così, non lo so. L'avrò appoggiato e non lo hanno visto quando hanno rifatto il letto" spiegò.
All'improvviso qualcuno aprì la porta "Fede, credo di aver lasciato qui il mio orologio stama.. ohw." Benjamin impallidì vedendo la ragazza seduta sul letto, lo stesso letto in cui aveva passato la metà delle sue notti abbracciato al suo ragazzo da quando aveva cominciato a lavorare in quella casa, sullo stesso letto sul quale avevano fatto l'amore qualche giorno prima e sul quale Federico gli aveva promesso amore in eterno "scusate, vado via" disse mentre richiudeva la porta "Ben, aspetta!" Lo richiamò Federico avvicinandosi "l'orologio" disse allungandoglielo, Benjamin lo prese dalle sue mani e lo guardò deglutendo, poi uscì chiudendo con forza la porta di legno che Federico, immobile, rimase a guardare.

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora