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Federico si fermò con Cristina ancora qualche ora, fecero colazione insieme e parlarono del più e del meno. Una normale conversazione tra due amici, spensierata, come non l'avevano mai avuta.
Quando Federico ripartì aveva deciso che sarebbe andato sicuramente a salutarla qualche volta, ed era sicuro di riuscire a convincere Benjamin di andare con lui. Infondo anche Benjamin ne era debitore.

Il viaggio durò tutto il giorno benché Federico si fosse fermato solo qualche minuto. Era esausto ed era ormai passata la mezzanotte quando fece ritorno a casa.
Si spogliò velocemente per infilarsi sotto le coperte prima possibile ma nonostante fosse stanchissimo c'era qualcosa che non gli permetteva di dormire: Benjamin.

Si rivestì velocemente, non sapeva cosa inventarsi per presentarsi a casa sua a quell'ora della notte, ma senza pensarci due volte prese il cavallo e in poco tempo fu in città, nonostante il freddo pungente di quella notte di dicembre, nonostante il buio non permettesse l'esatta visione della strada.
Legò il cavallo in modo tale che non potesse scappare, poi si avvicinò alla porta e respirò profondamente prima di bussare.
Sperava veramente che Benjamin non gli dicesse di andare via.
Bussò ancora, forse dormiva, sicuramente dormiva, non proveniva nessuna luce dall'interno.
Benjamin non poteva essere ancora arrabbiato, ma che poteva sapere Federico di quello che lui aveva provato mentre non c'era? Cosa avesse dedotto dalla sua assenza in quei giorni? Forse pensava che Federico non avesse più voluto vederlo? Che tutto fosse finito? E se fosse lui stesso arrivato alla conclusione di volerlo lasciare?

Il battito cardiaco si fece più veloce, bussò più forte "ti prego apri questa cazzo di porta" sussurrò, poi dei passi, qualcuno stava aprendo la porta.

Era Benjamin, assonnato e con gli abiti da notte addosso: "perché diavolo bussi così forte? Mio padre sta dormendo e rischi di sveglia..." Federico non lasciò che terminasse ciò che aveva da rimproverargli, gli afferrò il viso e lo baciò. In un primo momento Benjamin sembrò contrario, forse solo sconvolto, poi si strinse forte a lui e lo baciò con tutta la passione che aveva. Fecero qualche passo indietro senza staccarsi, Benjamin chiuse la porta e Federico lo aiutò nel farlo.
Senza mai staccarsi completamente da Benjamin si tolse il cappotto gettandolo sul pavimento lì all'entrata, poi la giacca lasciandola su una sedia da qualche parte, il moro lo condusse in camera sua e solo quando ebbe chiuso la porta si staccò dalle sue labbra per guardalo negli occhi e col fiato corto gli sussurrò "questo significa che.." "significa che ti amo da impazzire Benjamin, che non voglio più stare senza di te nemmeno un minuto, e che mi sei mancato così tanto da sentirmi soffocare" terminò, spingendolo delicatamente contro la porta per poi baciargli il collo in maniera dolce ma desiderosa, mentre con una mano era impegnato a ispezionargli la schiena sotto gli indumenti.
Benjamin gli allacciò le braccia al collo e sussurrò: "mi dispiace amore, sono stato stupido, mi sono arrabbiato per niente e ci sono stato male, credimi ero sul punto di venirti a chiedere scusa ma.." Federico lo zittì baciandolo, poi con le labbra ancora sulle sue gli disse: "non importa, facciamo l'amore, Ben, fai l'amore con me.." lo supplicò quasi, spingendolo deciso verso il letto facendolo sedere e sedendosi a cavalcioni su di lui.

Lo guardò ancora, con le mani appiccicate alle guance di Benjamin, rosse per l'intensità dei baci. Si prese pochi secondi per poter ammirare la bellezza rara che catturò la sua attenzione fin dalla prima volta, secondi che al moro sembrarono interminabili. Quell'azzurro indeciso dei suoi occhi lo faceva sempre vacillare, avrebbe potuto perdersi all'interno senza alcun problema. "Perché mi guardi così?" chiese il maggiore attendendo una risposta soddisfacente, che il biondo però gli negò.
Le sue labbra toccarono nuovamente quelle di Benjamin, che si mossero di riflesso.
Fece scivolare le mani lungo i fianchi asciutti del più basso afferrando l'indumento di stoffa saldamente, lo alzò verso l'alto -avendo ben chiare le intenzioni- costringendo le loro bocche a staccarsi.
Il moro eseguì esattamente le stesse mosse del suo ragazzo, ed in pochi attimi  si ritrovarono nudi, con la pelle a contatto e solo l'intimo a separare il loro atto d'amore.
Federico con il palmo della mano al centro del petto costrinse il maggiore a far aderire la schiena al materasso morbido che cigoló appena. Sorrisero entrambi complici.
La luce della luna entrava dalla finestra semi aperta, e rifletteva la pelle candida e bianca di Benjamin, con un accenno di muscoli che solleticava le fantasie del biondo. Era quasi Natale, e l'inverno era ormai inoltrato, si vedevano i tetti imbiancati delle case poco distanti dalla sua, e dei pupazzi di neve tutti soli, fatti dai bambini nel pomeriggio.
Federico strattonó via il loro intimo, rivelando quell'impazienza che fece risvegliare il moro dal suo stato di trance.
Portó le mani alla bocca alitandoci dentro per riscaldarle, per poi avvolgerle intorno all'intimità del più basso. Accarezzó la punta con i polpastrelli, sfregandoci sopra, per togliere via la tensione. Quest'ultimo sussultò a quel contatto desiderato, socchiuse gli occhi ed affondo la testa nel cuscino, rilassando tutti i muscoli contratti.
Federico dal canto suo, era palpitante dall'emozione e continuò imperterrito quel massaggio erotico. Il moro iniziò a lamentarsi sempre più frequentemente con gemiti strozzati, e suppliche.
"amore fa silenzio" lo invitó il biondo consapevole che il padre del ragazzo stesse riposando nella stanza accanto.
"Non resisto" piagnucoló in tutta risposta.
Un leggero venticello freddo fece rabbrividire i loro corpi, che tremarono all'unisono.
Benjamin spalancò le gambe e famelico sì strusció contro il bacino del più piccolo. Le loro mani scorrevano l'uno sul corpo dell'altro lambendo ogni centimetro di pelle scoperta, accarezzandosi dolcemente.
Federico roteó il bacino ed entrò lentamente in lui facendosi spazio tra le sue carni ardenti.
Benjamin strinse tra le dita le lenzuola fresche che profumavano di pulito, fino a far diventare le nocche bianche. Il suo petto si alzava ed abbassava continuamente mentre il cuore pompava all'impazzata, non aveva mai provato una sensazione più bella di quella.
Il più alto lo completava alla perfezione, si sentiva pieno ed appagato mentre la sua intimità scavava sempre più affondo.
Un pizzico di dolore trapeló dal suo viso, e Federico chinó il viso per poter baciare quelle labbra ormai consumate.
Aumentò le spinte, sempre più velocemente, non smettendo di rassicurare il ragazzo sotto di lui con lunghi baci e continue carezze.
Il biondo aveva la fronte imperlata di sudore ed il ciuffo ricadeva indisturbato sul viso, nascondendo quel leggero imbarazzo.
Il moro si muoveva sinuosamente sotto di lui assecondando ogni movimento del suo compagno. Respiri profondi e gemiti strozzati riempivano la stanza fredda e buia, illuminata solo dal loro amore e dalla luce della luna.
Il più piccolo sentì i muscoli di Benjamin diventare sempre più rigidi segno che aveva quasi raggiunto l'apice del piacere. Portó le mani sui fianchi stringendoli saldamente finché essi diventarono rossi, mentre spinse ancora una volta in lui, scoppiando letteralmente di felicità. Poco dopo anche il più basso si lasciò andare, sussurrando il suo nome.

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora