Nel pomeriggio inoltrato, Benjamin aveva già fatto avanti e dietro per la casa per circa 1000 volte; la signora Carolina aveva indicato che venisse fatto il cambio di stagione in giornata, in quanto, ormai in autunno inoltrato, le temperature cominciavano a scendere. Benjamin aveva cercato di evitare per tutto il giorno la camera di Federico, sebbene sapesse che fosse uscito molto presto, la sola vista della stanza del ragazzo gli avrebbe fatto molto male, lui gli aveva fatto molto male.
Federico fece rientro in casa col sorriso stampato in faccia: "buonasera gente!" Quasi urlò chiudendo la porta alle sue spalle, per sua sfortuna però, nessuno era all'entrata per salutarlo, dunque fece qualche passo in salotto dove solo una cameriera assai anziana stava spolverando stanca e decise fosse meglio tornare in stanza a prepararsi per la sera stessa, ma prima doveva dirlo a Benjamin.
Non impiegò molto tempo alla ricerca del ragazzo che incrociò proprio all'entrata della sua camera: "scusi" disse il maggiordomo con la testa basta "non pensavo fosse già ritornato, devo rifarle il letto", a quella vista Federico sentì la terra aprirsi sotto ai piedi, cosa aveva fatto? Perché doveva sempre rovinare tutto? "Non importa" disse "entra, dovremmo parlare". Una volta entrati, Federico chiuse la porta alle loro spalle poggiandosi su di essa mentre guardava Benjamin affaccendato nel togliere le lenzuola leggere dal letto: "allora.. ehm.. mi chiedevo.. cosa hai intenzione di fare stasera?" Benjamin alzò leggermente gli occhi quasi per assicurarsi stesse parlando con lui "non.. non lo so, signore. Andrò a letto, come tutte le sere." Rispose Benjamin in un misto tra insicurezza e freddezza, "ti va se..ehm.. vuoi venire a teatro? Ho un biglietto in più eee perciò.." Federico fece dei passi in avanti a testa bassa mentre con l'indice tracciava il contorno del mobiletto accanto alla porta, forse non era tanto facile come credeva invitare una persona a teatro -"sono il suo maggiordomo, signore. Posso accompagnarla in carrozza, se ha voglia di andare a teatro può portare sua sorella, signore.". Benjamin era del tutto diverso, si comportava come se tra di loro non ci fosse mai stato niente di niente, Federico stesso glielo aveva chiesto, e lo sapeva, ma nello stesso momento non riusciva ad accettarlo: "Ben in realtà.. ecco, io avrei voglia di andarci con te." Benjamin alzò lo sguardo e per la prima volta quel giorno guardò Federico negli occhi: -"ah si?" Disse "beh io no, chi ti credi di essere? Sono il tuo maggiordomo non un pupazzo. 'Signore'. " rispose, prima di uscire furioso dalla stanza sbattendo la porta.
Federico era dispiaciuto per il rifiuto e le parole di Benjamin, ma nonostante ciò non poteva fare a meno di pensare che avesse tutte le ragioni del mondo per trattarlo peggio di un sacchetto di letame.
Ma non si sarebbe arreso.
Qualche ora più tardi, forse prima del dovuto, Federico andò a cena vestito di tutto punto e suo padre, che mai nella vita aveva visto Federico essere così in orario come in quella giornata, si stupì di vederlo ancora una volta seduto al suo posto con qualche minuto di anticipo: "allora queste nuove compagnie di fanno bene" disse, mentre metteva il tovagliolo sulle gambe "non solo sei sempre puntuale o anche in anticipo, ti vesti pure di tutto punto! Bravo!" Federico sorrise cercando Benjamin con lo sguardo, ma non lo trovò "devi vedere più spesso questa Cristina" intervenne la madre appena arrivata. Cosa? Cristina? Ma cosa avevano capito? Non era per Cristina che si comportava in quel modo, ma per Benjamin! Era lui la nuova compagnia!
D'un tratto Benjamin fece il suo ingresso nella sala da pranzo, cercando in tutti i modi di evitare un contatto visivo con il ragazzo "signore, la signorina Annette ha detto che non scenderà, siamo pronti per servire." Ettore annuì versandosi dell'acqua, Federico, che aveva cercato per tutto il tempo di attirare l'attenzione, decise di prendere la palla al balzo: "oh no! Non sta bene?" Intervenne "è indisposta." "Che peccato, avevo due biglietti per il teatro per stasera.. avrei voluto portare lei.. vabbè fa niente, vorrà dire che andrò da solo. Tu, Mascolo, mi accompagnerai, non conosco ancora bene la città. Faresti bene ad andarti a preparare." Disse soddisfatto mentre sistemava il suo tovagliolo, "signore, non credo di aver tempo, ho delle faccende da fare ancora e.." "suvvia Benjamin" intervenne Carolina, "ormai Federico ha un biglietto in più, direi che per oggi basta lavorare. Accompagnalo e divertitevi pure!"
Mezz'ora più tardi, Federico aspettava impaziente Benjamin all'interno della carrozza. Si chiedeva continuamente come gli stesse l'abito che gli aveva fatto confezionare su misura, non vedeva l'ora di vederlo e non poteva far altro che immaginarlo e continuare a sorridere.
Benjamin arrivò, incantevole nel suo abito blu notte, Federico deglutì un paio di volte prima di cominciare a sorridere mordendosi le labbra inferiori "ti sta benissimo" sussurrò, "grazie" disse e diede ordini al cocchiere di partire.
Il viaggio fu molto silenzioso, Federico aveva cercato in qualche modo un approccio, ma Benjamin era ancora troppo arrabbiato e forse deluso per rispondere, così come lo era stato per tutto lo spettacolo: Federico continuava a fare commenti, battutine, continuava a chiedere un parere che non arrivava e l'unica cosa che fu in grado di dire Benjamin fu "sono qui perché è un ordine e io sono un tuo dipendente. Puoi anche smetterla." Di lì in poi, Federico non proferì parola, tale era il dispiacere nei suoi confronti.
A fine rappresentazione Federico si avviò verso la carrozza mentre Benjamin si fermò al chiosco in piazza.
L'aveva fatta così grossa? Era così grave da non potersi far perdonare neanche in questo modo? No, certo che poteva farsi perdonare, anzi doveva farsi perdonare.
"Signore, siamo pronti per partire?" parlò il cocchiere "no, manca B... no anzi, lei può partire, torneremo a casa più tardi" Federico scese dalla carrozza in un batter d'occhio e mentre il cocchiere partiva, si avvicinò a Benjamin fingendo una faccia preoccupata: l'avrebbe perdonato, oh si. "Benjamin, abbiamo un problema, la carrozza ha di nuovo qualcosa che non va e il cocchiere ha preferito non farci salire.." Benjamin impassibile si guardò intorno "chiamiamo un'altra carrozza. Dovrebbero essercene nei dintorni." "Si ma ci metteranno tempo e io ho tanto sonnosonostancovogliodormire e.." Benjamin aggrottò le sopracciglia "che hai detto?" Federico si rese conto di aver parlato davvero troppo in fretta, abbassò lo sguardo imbarazzato e "non importa.." disse "sono felice che hai ripreso a darmi del tu, comunque." Continuò e si allontanò dal ragazzo dando dei calci leggeri a dei sassi. Benjamin aveva capito che il biondo doveva essere davvero tanto dispiaciuto, ma non aveva ancora il coraggio di perdonarlo, dunque si avvicinò porgendogli delle noccioline "allora chiamo una carrozza o preferisci restare qui anche stanotte?" Gli occhi di Federico si illuminarono a quelle parole "s..si vorrei restare qui, qui con te."
Gli animi dei due ragazzi sembravano essersi pacati, camminavano insieme verso una locanda sperduta alla fine della città: Benjamin aveva cominciato a sciogliersi di fronte agli occhi del ragazzo biondo, che non smettevano di brillare. Al momento di prendere le camere, Benjamin chiese all'anziana dietro al bancone due singole per una notte, ma Federico si intromise, chiedendo una sola stanza affinché risparmiassero. Si proprio per quello.
"Hai speso un capitale tra abito e biglietti e ora ti fai i problemi per una camera di una vecchia locanda per una sola notte?" Chiese confuso Benjamin chiudendo la porta alle sue spalle, Federico per tutta risposta alzò le spalle e "che c'è di male?" disse, sedendosi sul letto "che c'è di male? Non hai forse detto che non vuoi restare da solo con me? Che hai paura che ti diano dell'invertito e di finire nei casini? Perché è questo che intendevi, giusto?" Federico abbassò lo sguardo per poi alzarsi mettendosi ad altezza del maggiordomo "no, non intendevo questo" "e allora spiegami, perché io non ti capisco per niente" Benjamin tentava di trattenere la rabbia "Ben, se solo tu sapessi.." "cosa? Cosa dovrei sapere? E perché continui a darmi quel nome?" Federico indietreggiò "ti da fastidio?" "SI. s.. cioè no.. non mi da fastidio. Però non vedo perché tu debba usarlo. Il nostro è un rapporto servo - padrone. No?" Federico sorrise a quelle parole "se fosse un rapporto servo-padrone neanche mi avresti chiesto perché ti chiamo 'Ben', neanche te ne saresti accorto, neanche ci saresti venuto in questa stanza, neanche mi avresti sopportato tutta la sera, e non mi avresti portato in questa stessa stanza l'altra notte, e non mi avresti curato quando avevo la febbre, e neanche avresti accettato di farti prendere le misure dal sarto, né mi avresti raccontato dei tuoi sogni, né mi avresti detto il tuo nome la prima volta che i tuoi occhi hanno incrociato i miei, Benjamin." Il ragazzo indietreggiò non avendo parole per rispondere, Federico lo aveva spiazzato, ma tutto ciò che diceva era vero. "Sei stato tu stesso a dirmi di non voler più un rapporto come quello che avevamo, prima non lo sapevo." Disse guardandosi le punte dei piedi. Federico rise, questa volta per il nervoso: "perché credi ti abbia detto tutto quello, Ben? Credi davvero che io non voglia farmi vedere con te perché non voglio che pensino che io sia un invertito? Beh no, non è così. Sai perché non voglio che stiamo insieme da soli Ben? Perché ho paura, ho paura perché tu sei così speciale, hai così tante qualità che non riesco ad elencarle, e nonostante ci conosciamo da pochissimo e forse in realtà non ti conosco neanche troppo bene, ho paura di innamorarmi di te, Ben." Benjamin sgranò gli occhi e restò immobile con la bocca semi aperta per qualche attimo -"io..tu.." "si Benjamin, mi piacciono le persone del mio stesso sesso, da sempre, e non credo che possa cambiare purtroppo."
Federico si sentì finalmente libero, era felice di poter parlare chiaramente dei suoi sentimenti, era felice di averlo fatto, Benjamin dal canto suo, dopo circa 40 secondi di stupore, sorrise e timidamente e si avvicinò a lui -"quindi.. non ti faccio schifo?" chiese timidamente, Federico scosse la testa e fece dei passi verso Benjamin "no" disse, poi gli carezzò il braccio lentamente, fino a prendergli la mano e stringerla nella sua -"no" ripetè.
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1901// fenji.
FanfictionNel 1901 avere un sogno è difficile, quasi impossibile realizzarlo. Nel 1901 i ragazzi si amavano proprio come ai giorni nostri, ma quasi nessuno era così fortunato da poter veramente amare. Nel 1901 non puoi ribellarti alla società, rischi di mett...