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Annette non era mai stata una ragazza aggressiva, non aveva mai litigato con nessuno, non aveva nemmeno alzato la voce, non le piaceva stare in collera con qualcuno né tantomeno provare odio.
Annette era di solito tranquilla, le piaceva leggere, le piaceva ballare, le piacevano le passeggiate all'aria aperta e tutte le cose che di solito piacciono alle ragazzine, nonostante ciò, però, non ci aveva pensato due volte quando la ragazza che avrebbe dovuto sposare il suo unico fratello (che amava all'impazzata) si era permessa di giudicare Benjamin, il loro maggiordomo.
Dopo il discorso che aveva fatto a Federico sulla situazione del domestico non si aspettava affatto che il ragazzo la cacciasse in quel modo dalla sua camera, ci rimase infatti malissimo e, mortificata, si chiuse nella sua camera a piangere. Solo dopo una decina di minuti Annette si rese conto che quella reazione da parte di suo fratello era stata così esagerata non tanto perché aveva probabilmente offeso lui stesso, ma perché in qualche modo Federico stava tentando di difendere e scolpare Benjamin dalle assurde accuse fatte dalla sorella.
Annette si rese conto che Benjamin era per Federico più impronte di quanto credesse, si rese conto che sarebbe andato -anche se inconsciamente- contro di lei, pur di proteggere quel ragazzo, si rese conto che suo fratello aveva riposto la sua felicità in uno sconosciuto e si rese conto che per far felice Federico, avrebbe dovuto contribuire a proteggere Benjamin. E lo avrebbe fatto.
Così quando quella mattina le cose stavano per mettersi male per il giovane aveva preferito allontanarlo e fare quello che magari avrebbe fatto Federico: tranquillizzarlo.
"Ti ho portato qui perché questo è il mio posto preferito, mi calma quando ho bisogno, spero ti piaccia" presentò Annette speranzosa, Benjamin non era mai salito in quel lato della soffitta da quando lavorava in quella casa, non pensava neppure che ci fosse così tanto spazio: di solito era utilizzato come una specie di ripostiglio, ma a quanto pare in Spagna dovevano essere abituati diversamente. Annette l'aveva pulita e decorata da sola, c'erano dei libri sparsi un po' ovunque e delle coperte sul pavimento, proprio sotto alla grande finestra da cui entrava la luce del sole -"è un bel posto, la ringrazio per averlo condiviso con me, signorina" Benjamin tentava di restare composto nonostante tutto e Annette aveva notato il suo disagio: "puoi anche darmi del tu, se ti fa piacere ovviamente" sorrise e lo invitò con un gesto a sedersi accanto a lei sulla coperta, Benjamin accolse l'invito "ti ringrazio, Annette." Disse con un sorriso quasi vero -"non preoccuparti, non andrai via, te lo prometto Ben." A quel nomignolo Benjamin spalancò gli occhi procurando una leggera risata da parte della ragazza "so che mio fratello ti chiama così, è carino, posso usarlo vero?" "S..si.. Federico mi chiama così f..forse per fare prima, credo" Annette sorrise ancora di più "non devi giustificarti, so quello che fa mio fratello e so perché lo fa" disse prima di avvicinare un libro al maggiordomo: -"tieni" disse "è la storia di un ragazzo che sogna per tutta la vita di volare, potrebbe piacerti." Benjamin afferrò il libro è cominciò a sfogliare velocemente le pagine "grazie" disse "ma alla fine ci riesce?" Chiese con un velo di preoccupazione "me lo dirai tu quando l'avrai finito." Rispose la ragazza, prima di lasciare Benjamin da solo e scendere in casa.
Durante il pranzo Federico non aveva detto una parola, continuava a girare il cucchiaio nella zuppa sempre nello stesso verso, come se fosse vittima di un incantesimo che gli faceva ripetere costantemente gli stessi movimenti. Carolina sembrava troppo impegnata a discutere -urlando- delle nuove stoffe per le tende con Ettore per accorgersi di lui, Annette invece non aveva smesso di guardarlo per un secondo e fu proprio lei a "spezzare l'incantesimo" poggiando la sua mano su quella di Federico che teneva sulla gamba. Federico sussultò appena, poi si girò da parte della sorella: "mh?" "Stai bene?" "Non vedo Benjamin, non sto bene." Rispose senza pensarci più di una volta, Annette sorrise per la sincerità del fratello e cominciò a carezzargli la mano "sta tranquillo, lui sta bene." "Come fai a essere così sicura? L'ho cercato ovunque!" Annette diede uno sguardo ai genitori ancora impegnati a litigare "hai risolto con Cristina? Dirà qualcosa?" Federico abbassò lo sguardo "non lo so, l'ho trattata proprio male oggi, probabilmente lo farà per ripicca e tu non hai aiutato un cazzo" disse quasi per scaricare la colpa su di lei "certo perché tu avresti preferito che avesse continuato a dire cagate? No Fè, no, non lo avresti voluto. Comunque la risolvo io, tu sta tranquillo."
Annette si alzò da tavola senza neanche chiedere il permesso, si cambiò d'abito, prese la carrozza e si fece portare a casa dei Sebastiani.
"Salve, potrei vedere Cristina?"
"Annette, che ci fai qui?" La ragazza si avvicinò alla poltrona dove Cristina era seduta "volevo chiederti scusa. Questa mattina mi sono comportata male." Cristina ci pensò qualche secondo prima di rispondere "e va bene. Scuse accettate, ma se fate brutte figure io vi avevo avvisati!" Annette si sedette sulla poltrona di fronte a quella di Cristina "è proprio di questo che voglio parlarti, ti voglio chiedere se per favore puoi evitare di dirlo ai miei genitori e a chiunque altro, ma soprattutto ai miei genitori, per favore." Cristina aggrottò la fronte "ma perché ci tenete tanto? È soltanto un ragazzino, potreste avere un maggiordomo col doppio di esperienza con lo stesso stipendio e senza rischi di problemi" Annette non sapeva cosa rispondere, si guardò un po' intorno e disse la prima cosa che gli capitò per il cervello "ehm.. io.. sai non è facile parlarne per me ma, credo di avere una cotta per lui e forse potrei riuscire a fargli cambiare idea su i suoi gusti."

Benjamin era rimasto per tutta la mattina seduto in soffitta a leggere il libro che Annette gli aveva regalato, lo appassionava così tanto che neanche si era reso conto che fosse passato così tanto tempo e solo nel primo pomeriggio si ricordò di avere una vita fuori da quelle pareti, dunque scese e si recò in cucina per preparasi un panino. Dalla piccola finestra notò un ciuffo biondo sul prato, non ci volle molto a capire a chi appartenesse e un fiume di sentimenti gli attraversò lo stomaco, facendogli passare anche la fame. Uscì in giardino e senza farsi sentire si sedette accanto al biondo che era di spalle, intento a contemplare un cespo di margherite che sembrava essere sopravvissuto all'autunno ormai inoltrato -"ti piacciono così tanto i fiori?" Federico sussultò "non ti avevo sentito" rispose "dov'eri?" Chiese "poi te lo dico" Federico annuì e rivolse lo sguardo al libro che Benjamin teneva stretto "stavi bene però?" chiese ancora "si, tu?" Domandò a sua volta Benjamin, togliendo un filo d'erba secca tra i capelli di Federico "ora sì. E comunque si, mi piacciono tanto.. i fiori." Il biondo volse ancora lo sguardo alle margherite di fronte a lui, Benjamin si avvicinò al cespo e ne strappò una, ritornando poi al suo posto fissandola "è un bel fiore" commentò, poi la porse al ragazzo di fronte a lui che sorrise afferrandola delicatamente "hai preso la più bella" disse, Benjamin annuì "perché è quasi bella quanto te".

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora