Quanto costa la felicità?
Se tutti i soldi del mondo bastassero per acquistarne solo una piccola parte, beh, mi sarei già indebitato per il resto della mia vita.
Che cos'è la felicità? È una cosa? È un attimo? È un luogo? È una persona?
Ci accorgiamo mai di essere felici? Ringraziamo mai per esserlo nel momento in cui lo siamo? Siamo mai stati veramente felici o è stato solo un assaggio di quella che dovrebbe essere la vita vissuta con felicità?
Che poi è così essenziale questa felicità?
Se proprio non possiamo averla.. beh, non ci resta che essere felici senza.Federico aveva cercato per tutta Modena Benjamin ed era riuscito a trovare solo l'indirizzo della casa in cui abitava il padre.
Era la sua ultima spiaggia, sperava con tutto il cuore di poterlo trovare lì.
Erano le 20:30, il cielo sereno illuminato dalla luna piena gli trasmetteva serenità, nonostante l'ansia di poterlo rivedere si fosse del tutto impossessata di lui.
Respirò profondamente quando capì di essere di fronte alla casa giusta, dalla finestra si intravedeva la luce del camino acceso: perlomeno era sicuro fosse abitata da qualcuno.Bussò una volta e aspettò una manciata di secondi, poi un uomo aprì la porta.
I capelli neri gli ricadevano sulla grande fronte, i lineamenti del viso somigliavano vagamente a quelli di Benjamin, ma non voleva lasciare niente all'immaginazione: "si?" Chiese l'uomo confuso dal silenzio di Federico sul ciglio della porta "ehm, salve, so che magari stava cenando e l'ho disturbata, lei è il signor Mascolo?" Gli chiese speranzoso "si, sono io, come mai mi cerca?" Chiese, Federico sorrise "oh! Non immagina che sollievo, dovrei parlare con suo figlio, è il mio maggiordomo e per una serie di eventi..." "mio figlio?" Lo interruppe l'uomo aggrottando la fronte "i miei figli sono in Francia, signore, probabilmente ha sbagliato" rispose sgarbatamente. Federico era confuso "no, no, suo figlio Benjamin, intendevo lui." L'uomo rise "Benjamin? Mi scusi ma lei chi è?" Domandò, Federico sentì un vuoto dentro, in quel momento avrebbe solamente voluto piangere, ma si era promesso che non lo avrebbe più fatto. Non avrebbe mai più pianto: "mi chiamo Federico Rossi. Mio nonno era Guglielmo Rossi, probabilmente ha conosciuto lui. Viveva in campagna e io e la mia famiglia ci siamo trasfe.." "ho capito, i Rossi. Benjamin non è qui." Confermò i suoi sospetti
"vuole entrare?" Chiese, lasciandolo sorpreso.Federico non era sicuro di essere mai entrato in una casa del genere. Era pulita e tenuta in ordine, ma certamente non aveva niente a che vedere con i salotti da lui frequentati. Quasi si sentiva a disagio ad invadere quello spazio così personale.
Sotto invito si accomodò su una sedia accanto al tavolo, dove era apparecchiato per una sola persona. L'uomo lo aveva invitato più volte a favorire di un pezzo di pane e salame o di pendere della zuppa di patate, ma Federico aveva lo stomaco chiuso. Per tutto il pomeriggio aveva vagato alla ricerca di Benjamin e quando finalmente era riuscito a trovare casa sua, lui non era lì, ma sperava comunque di poter ricevere notizie di lui da parte del padre."Quindi lei ha cercato mio figlio Benjamin per tutto il pomeriggio solamente per un malinteso?" Chiese quasi incredulo "si, ho davvero bisogno di lui. Sa devo sposarmi e la mia servitù per il momento è composta da sole donne. Il suo aiuto era importante per me." Mentì "posso sapere di che malinteso si tratta?" Chiese alzandosi portando il piatto nel lavello "e-ehm..beh" "aspetti, non me lo dica, c'entra il fatto che gli piace farsela con uomini, giusto?" Rise, Federico sbiancò, come poteva ridere di questa cosa? "No, e non lo trovo così divertente tra l'altro." Si fece serio "vuol dire che lei non lo sapeva?" Chiese rimettendosi al suo posto, Federico non rispose.
"Sa, signor Rossi, io e mia moglie ci siamo lasciati anni fa e lei ha portato i miei figli più grandi in Francia a studiare, Benjamin non è voluto andare con lei. Pensavo che avesse voluto continuare la scuola qui per poi fare il mio mestiere, io lavoro il vetro e molte volte ho venduto dei vasi a suo nonno, andavo particolarmente fiero dei miei vasi decorati, un tempo. Ero orgoglioso di lui, ho cercato di insegnargli tutto affinché potesse vivere di questo, ma quello che ha fatto mi ha distrutto." Confessò "e che ha fatto?" Chiese il ragazzo, aspettandosi ciò che Benjamin stesso gli aveva raccontato "beh non le racconterò i dettagli, ma un giorno io e quasi tutti gli abitanti di questa città abbiamo scoperto -perché lo ha apertamente confessato lui in persona - che andava con gli uomini. Immagini quale delusione per me che l'ho sempre trattato nel migliore dei modi, non facendogli mancare nulla." Disse fissando un punto e bevendo del vino "lo hanno cacciato dalla scuola pubblica e anche le mie vendite sono calate di molto. Così l'ho mandato a lavorare, lui mi disse di voler andare in Francia con la madre e mi chiese il denaro per farlo; io gli imposi di lavorare fino ai 26 anni, quando secondo i calcoli che insieme abbiamo fatto, sarebbe stato in grado di viaggiare e mantenersi gli studi da solo, se avesse lavorato costantemente tutti i giorni e messo da parte ciò che guadagnava." Federico annuì "ne ha appena compiuti 25" sussurrò freddo. Il padre di Benjamin stette in silenzio, abbassò lo sguardo sulle mani chiuse a pugni di Federico, poi parlò un attimo dopo: "lei gli è molto affezionato, non è vero? Non avrebbe fatto tutto questo solo per un maggiordomo, non è solo un domestico per lei, giusto?" Gli chiese, Federico annuì, non si aspettava che il padre di Benjamin capisse così in fretta, forse il fatto che fosse innamorato perso di Benjamin gli si leggeva in faccia, forse non sapeva mentire. Decise di non nascondere nulla, tanto non aveva altro da perdere: "si, ha ragione. Benjamin è una persona speciale per me." Affermò, l'uomo respirò profondamente, poi annuì "mi piacerebbe molto rivederlo, ho sbagliato tante cose con lui. Forse avrei potuto lasciare da parte l'orgoglio e.. volergli bene, il bene che si merita." Federico lo osservò e sembrava si stesse rendendo conto solo in quel momento di quanto contasse per lui suo figlio "io sono solo, signor Federico, ho vissuto questi anni da solo, ed è stata per mia scelta, lo so, ma non voglio morire senza chiarire col più piccolo dei miei figli." Una lacrima gli rigò il viso "signor Mascolo, le prometto che quando e se riesco a trovarlo, glielo farò sapere." gli disse poggiandogli una mano sulla spalla, poi prese la foto dalla tasca interna della sua giacca "le somiglia" gli disse, mostrandogliela.
Il padre di Benjamin sorrise spontaneamente nel rivederlo e i suoi occhi diventarono lucidi "è cresciuto parecchio" commentò "perlomeno mi somiglia esteticamente" rise e Federico fece lo stesso.
"Lei ha qualche idea? Magari un posto dove posso cercarlo?" Domandò speranzoso il ragazzo "non lo so, ma probabilmente è già partito per la Francia. Penso che a casa sua lei abbia un telefono, chiami i numeri al confine. Qualcuno gli avrà pur venduto un biglietto per il treno."
STAI LEGGENDO
1901// fenji.
FanfictionNel 1901 avere un sogno è difficile, quasi impossibile realizzarlo. Nel 1901 i ragazzi si amavano proprio come ai giorni nostri, ma quasi nessuno era così fortunato da poter veramente amare. Nel 1901 non puoi ribellarti alla società, rischi di mett...