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Un breve scambio di battute e sorrisi rese l'alba di quel giorno la più bella degli ultimi tempi sia per l'uno che per l'altro. Sotto le carezze del biondo, Benjamin si addormentò di nuovo con la schiena poggiata al petto di Federico, che continuava a dargli piccoli baci sulla spalla e sul collo.
Solo la luce del 9:30 del mattino svegliò il biondo che teneva intrappolato col suo corpo il maggiordomo e nello stesso modo in cui lo face addormentare, lo svegliò baciandogli ripetutamente la mascella, il collo e la spalla.
Quello era sicuramente il risveglio più bello di sempre per Benjamin.
"Se non ti svegli sono costretto a morderti" sussurrò Federico all'orecchio del moro, mordendogli leggermente il lobo "sono già sveglio, scemo" commento con un leggero sorriso Benjamin "solo che mi piacciono i tuoi baci" continuò, Federico si spostò leggermente per permettere ai loro occhi di incrociarsi "sai che posso farlo anche se sei sveglio, no?" Chiese, Benjamin gli carezzò il mento "ma non se usciamo da qui". Federico si sistemò meglio sul corpo di Benjamin "chi lo dice? Usciamo, andiamo.. andiamo fuori, anzi, andiamo in quel boschetto dove c'è il fiume, facciamo il bagno al fiume e poi, e poi restiamo lì tutto il giorno, ti va?" Il biondo cominciò a fantasticare come un bambino, Benjamin sotto questo punto di vista era più maturo, ma non quando si trattava di farlo felice: "solo se ci portiamo le tende e restiamo lì questa notte."

"Per me va bene se andiamo a piedi, senza disturbare il cocchiere" ripeté per la terza volta Benjamin mentre preparava dei panini, "ma come a piedi, hai capito quanto è lungo il tragitto?" Federico continuava a ripetere la stessa frase seduto sul bancone della cucina, mordicchiando ogni tanto qualcosa che stava utilizzando il maggiordomo per fare i panini "ti stai un po' fermo? Se continui così mangi solo pane e burro, basta, mi rifiuto." Protestò Benjamin con le braccia incociate, Federico scese dal bancone e si avvicinò al ragazzo imbronciato "scusa" disse sorridendo, poi gli allacciò le braccia dietro alla schiena "dai togli il broncio" lo pregò, prima di lasciargli una scia di baci veloci dalla fronte corrugata al mento, senza evitare le labbra, Benjamin sorrise timidamente, poi gli legò le mani attorno al collo "credo che mi farai impazzire, lo sai?" Sussurrò "io credo di essere impazzito già, ma sai cosa?" Chiese Federico "questa pazzia mi piace da morire" affermò prima di provare di nuovo a baciarlo, Benjamin si staccò velocemente ritornando ai panini "non le permetterò di mandarmi al manicomio, signorino Federico. Quindi ora si segga e aspetti che i panini siano pronti." Scherzò Benjamin trattenendo un sorriso "si sua maestà" Federico fece un leggero inchino e si sedette di nuovo sul bancone. "Sai andare a cavallo?" Chiese di punto in bianco "si, ci so andare, perché?" Chiese il maggiordomo a sua volta pulendo "fantastico!" Quasi urlò Federico saltando dal bancone, "andiamo a cavallo e la situazione è risolta!" esclamò a braccia aperte.

"Fede dai, possiamo andare un po' più veloce? Non arriveremo mai!" Sbuffò Benjamin
"Non eri tu quello che voleva andare a piedi? E comunque no, non conosco questi posti, va a finire che mi perdo" Benjamin rise "se mi segui non ti perdi, sta tranquillo" "e se ad un certo punto non ti vedo più?" Chiese preoccupato "beh allora verrà il tuo principe azzurro sul cavallo bianco a salvarti" si pavoneggiò, Federico scosse la testa "saresti tu il mio principe?" chiese "beh, controlliamo!"
Benjamin diede un leggero colpo al puledro che iniziò a correre veloce, Federico si maledì mentalmente per aver proposto il cavallo e fece lo stesso.
Fortunatamente i due arrivarono al fiume senza perdersi, anche se Federico ne aveva pensate di ogni, così quando scese dal cavallo si avvicinò quasi ringhiando al moro: "TU! TU! COME TI SEI PERMES.." Benjamin non diede il tempo a Federico di completare la frase perché lo sollevò leggermente, ma con forza, e lo buttò in acqua ancora vestito, tuffandosi subito dopo. Federico ritornò a galla cercando Benjamin con lo sguardo, ma di lui nessuna traccia: "Ben?" Lo chiamò "Benjamin?" Riprovò, ad un tratto vide il suo orologio da taschino risalire a galla, il suo cuore perse un battito: "BENJAMIN?!" urlò, poi scese di nuovo sott'acqua a cercarlo, qualcosa però non gli permetteva di nuotare, si girò per capire cosa fosse: Benjamin gli stava tirando la giacca, poi gli prese il busto e lo portò a galla ridendo: "ODDIO" esclamò ridendo "DOVEVI VEDERTI" urlò, Federico non lo trovava tanto divertente, pensava davvero che gli fosse successo qualcosa "sei un cretino" disse liberandosi dalla presa e risalendo a riva.
"Federico, dai, stavo solo scherzando un po'"
"Non mi interessa Ben, mi hai fatto prendere uno spavento." affermò serio togliendosi la giacca e sedendosi sulla riva, "hai ragione" rispose l'altro, compiendo lo stesso gesto "volevo vedere quanto coraggioso fossi" Federico lo guardò stranito "sei sceso a cercarmi e stavi per strapparti il completo pur di riuscire a scendere di più" si spiegò il maggiordomo "non sono io il tuo principe, Fè. Sei tu il mio." Continuò, poi si alzò togliendosi anche la camicia fradicia e si sedette a cavalcioni su di lui, Federico lo osservava in ogni suo movimento, come se fosse l'esemplare più bello della natura, "dimmi qualcosa" parlò di nuovo il moro, "sei bellissimo" sussurrò Federico guardandolo negli occhi e carezzandogli la schiena, poi si avvicinò e unirono le labbra gelate in un dolce e caldo bacio.
Si cambiarono, montarono la tenda, accesero il fuoco, mangiarono i panini -alternando i morsi ai baci-, e ora Benjamin era sdraiato contro al corpo di Federico -a sua volta poggiato ad un tronco- che lo stringeva e gli lasciava teneri baci sulle mascelle.
"Ben, posso chiederti una cosa?" "Dimmi" Benjamin si sistemò nel modo da portelo guardare in volto "tu.. cosa volevi dirmi l'altro giorno? Quando.. quando mi hai parlato della tua famiglia" Benjamin fece mente locale "ehm.. niente solo che mio nonno è francese." "Uhm. Nient'altro? Ho avuto l'impressione che non avessi finito di parlare" Benjamin poggiò di nuovo la testa sul petto del ragazzo, che lo strinse un po' di più "vuoi sapere perché sono rimasto a Modena?" Chiese esplicitamente Benjamin "si" rispose Federico, lasciandogli un bacio tra i capelli -"perché pensavo di aver trovato qualcuno che mi amasse." Rispose, poi riprese qualche attimo dopo "Frequentavo un uomo, aveva poco meno di 30 anni ma allora io ero molto più giovane e 10 anni erano 10 anni, anche se io non li sentivo. Ci vedevamo tutte le sere, tutte Fede, tutte. Aveva una cascina abbandonata poco distante da qua, lui mi faceva promesse, mi diceva che mi avrebbe portato in America con lui, che avremmo vissuto e viaggiato insieme, che mi avrebbe amato con tutto il cuore, e io gli credevo. Ho donato a lui tutto me stesso, gli ho dato tutto quello che avevo, mi sono messo completamente a nudo." Il racconto di Benjamin si bloccò quando le dita di Federico smisero di muoversi sulle sue braccia, si girò per guardarlo negli occhi "e che è successo?" Chiese, continuando a fargli i grattini "mi.. mi mentiva, ovviamente. Era sposato, ma come facevo a saperlo? Non avevo mai incontrato i suoi occhi alla luce del sole. Giocava con me come se fossi una bambola di pezza.
Un girono mia madre ci chiese di andare con lei, diceva che lì avremmo studiato come meritavamo e non avremmo avuto una preparazione mediocre. Io però ero innamorato, non potevo neanche pensare di dividermi da lui, quindi rifiutai la proposta di mia madre. Qualche settimana più tardi lo vidi al mercato, io, innamorato, stavo per avvicinarmi quando vidi una donna tenergli il braccio e.. e.. spingeva una carrozzina per bambini." La voce di Benjamin cominciò a rompersi, Federico lo abbracciò mentre gli accarezzava i capelli "sono stato un cretino, sarei dovuto andarmene e invece.. invece.." "invece?" "Invece gli sono andato vicino e gli ho urlato.. gli ho chiesto se gli era piaciuto mettermelo in culo mentre sua moglie partoriva la sua bambina. Tutti i presenti mi guardarono male, è per questo che mi hanno cacciato dalla scuola che frequentavo e molti pensano che..che.. ah, lasciamo stare." Benjamin terminò il racconto piangendo, Federico lo stringeva a sé e non aveva mai smesso di accarezzarlo "lui ora che fine ha fatto?" Chiese, "partì per l'America. A quanto pare il viaggio che avrebbe dovuto fare era reale." Disse, prima di staccarsi completamente dal biondo sedendosi di fronte a lui: "so che tra noi non c'è praticamente niente, ma io non ce la faccio, non credo di riuscire a soffrire ancora" iniziò, Federico aggrottò la fronte "Federico promettimi che non la sposerai, ti prego" lo pregò prendendogli la mano tra le sue "non posso promettertelo, Ben."

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora