Capitolo 11

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Era un odioso lunedì mattina ed era appena suonata la campanella. Fine delle lezioni, che suono meraviglioso! Uscii dall'aula insieme a Cheryl, che continuava a riempirmi la testa di lamentele sul suo ragazzo, su quanto fosse menefreghista e su quanto le desse sui nervi. Avrei voluto dirle "lascialo ecchecazzo" ma non ne avevo il diritto, che ne sapevo io dell'amore? Appena fuori dall'edificio incontrammo Calum, che ci salutò con un sorriso a 363737 denti.

-Ehi April, chi è la tua amica?- le fece l'occhiolino e lei arrossì violentemente.

-E' fidanzata, lasciala stare Cal!- lo minacciai con lo sguardo ma lui riportò gli occhi su di lei.

-Piacere di conoscerti. Qual è il tuo nome?- lei gli rispose balbettando e io stavo per prendere la mia amica a braccetto e andarmene quando una voce mi fece fermare, e cavolo, suonava così dannatamente bene il mio nome pronunciato da lui!

-Luke, dimmi.- Nella mia voce non c'era neanche una traccia dell'insicurezza che avevo dentro. Lui era difronte a me, perfetto come sempre, e come tutte le volte mi meravigliai della sua bellezza.

-Tua madre mi ha chiesto di portarti a casa, quindi muoviti.- Avrei voluto prenderlo a calci per il tono con cui l'aveva detto, come se avesse preferito buttarsi da un ponte, piuttosto. Avrei voluto dirgli che il passaggio poteva darlo a quella vacca della sua ragazza, ma avevo giurato a me stessa che avrei fatto il suo stesso gioco.

-Andiamo.- Dissi. Salutai i miei amici e mi diressi verso la sua macchina, senza aspettarlo. Quando entrò anche lui nel veicolo si mise i Rayban neri agli occhi e mise in moto. Nel frattempo, avevo preso le chiavi di casa dallo zaino, e con un gesto casuale le feci cadere ai suoi piedi, tra il freno, la frizione e l'acceleratore. Non me ne importava niente se si fosse accorto o meno che l'avevo fatto apposta. Stavo giocando.

-Ops, che sbadata!- Dissi, e lui alzò un sopracciglio, ma rimase immobile con il resto del corpo. Lo sentii trattenere il respiro quando gli misi una mano sulla gamba mentre mi abbassavo sempre di più addosso a lui. Premetti la guancia contro il suo ginocchio e con l'altra mano tastavo il tappetino dell'auto in cerca delle chiavi. Non so come riuscii a non scoppiare a ridere. Quando mi rialzai lo vidi tenere tra i denti il piercing, aveva un'espressione a metà tra il divertito e il confuso.

-Possiamo andare, ora.- Dichiarai sistemandomi nel sedile.

Qualche giorno dopo Ashton mi invitò nuovamente ad un loro concerto e non mi andava di dirgli di no, si vedeva che ci teneva che andassi. Poi ci sarebbero stati anche Mike e Cal... e Luke. Accettai, anche se non sapevo come arrivarci, e quando lo feci presente ad Ashton fece spallucce e mi disse:

-Il cantante abita sotto di te, April. Fatti dare un passaggio.- E così il venerdì dopo mi ritrovai difronte al suo appartamento. Avrei dovuto bussare o suonare il campanello? Allungai la mano per fare una delle due cose, ma la porta si aprì prima che potessi fare qualcosa. Luke spuntò dall'uscio e quando si accorse di me, la confusione gli dipinse il volto.

-Che ci fai qui?- fece un passo avanti per chiudersi la porta alle spalle, io ne feci uno in dietro.

-Speravo potessi darmi un passaggio..- continuavo a torturarmi le mani e quando me ne accorsi mi venne voglia di schiaffeggiarmi da sola, gli stavo mostrando il mio nervosismo.

-Un passaggio? per dove?- Corrugò la fronte.

-Beh, Ashton mi ha chiesto di venire al concerto.- la sorpresa prese il posto della confusione.

-Oh. Certo, sei pronta?- mi chiese.

-Sì, devo solo prendere la borsa.

-Okay, ti aspetto in macchina. Attenta alle chiavi 'sta volta.- mi sorrise di sbiego e io gli voltai le spalle per salire le scale. In macchina regnava il silenzio, che interruppe lui, con una domanda che non mi sarei mai aspettata.

-C'è qualcosa tra te e Ashton?- Mi studiò un attimo, per poi riportare lo sguardo sulla strada.

-Cosa? no! perché me lo chiedi?- alzò le spalle.

-Così.- Non sembrava convinto, e una parte di me voleva lasciargli credere che si, c'era qualcosa tra noi. Un po' per capire come avrebbe reagito, un po' per tenerlo lontano. Quando arrivammo al locale dove avrebbero dovuto suonare, mi prese delicatamente un polso.

-Ascolta, questo non è uno di quei posti in cui suoniamo di solito. Stai attenta e non parlare con nessuno.-

-E io che volevo rimorchiare!- risposi ironica, ottenendo un'occhiataccia.

-Stai attenta.- E così feci, me ne stetti Buona Buona in prima fila per tutto il tempo, non perché me l'aveva detto lui, ma perché ero ancora traumatizzata dall'ultima volta. Quando finirono di suonare mi raggiunsero Ashton e Luke. Avevo l'impressione che Ash volesse stare solo con me, ma Luke non se ne andava, e io gliene ero grata. Prendemmo da bere e chiacchierammo per un po' del più e del meno, mentre il biondo ascoltava in silenzio, con la sua birra in mano. Intervenne solo quando Ash mi chiese di uscire a prendere una boccata d'aria io e lui.

-No, April, dobbiamo andare.- Ashton lo guardò malissimo ma lui non se ne curò.

-Ehm, va bene.- dissi io.

Una volta in macchina gli chiesi perché si fosse comportato in quel modo.

-E' tardi. Tua madre si starà preoccupando.- rispose freddo.

-Non ho coprifuoco, Luke.- alzai di poco la voce.

-Beh perché non l'hai detto prima, allora?- Non risposi, non era necessario. L'aveva capito da sè che non ci sarei andata fuori con Ash.

Il resto del tragitto proseguì silenzioso e quando tornammo al nostro palazzo, mi accompagnò fino al mio piano. Si piazzò davanti a me, gli occhi dentro ai miei.

-Buonanotte.- mi disse.

-Buonanotte.- Risposi, con un filo di voce. Poi, invece di voltarsi e andarsene, fece un passo verso di me, e io ne feci uno verso di lui. Nessuno dei due osava interrompere il contatto visivo. Un altro suo passo, un altro mio passo ancora, e il suo volto era a un centimetro dal mio. Con uno scatto la sua bocca raggiunse la mia in un bacio famelico ma dolce. Si staccò di fretta, come se invece di una ragazza stesse baciando una bomba pronta ad esplodere.

-Dimenticalo. Non è mai successo.- E se ne andò. Non sapeva che non l'avrei mai potuto dimenticare.

Come find me - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora